Archivio categorie: Netflix
Carry-On, la recensione

A Natale, si sa, siamo tutti più buoni…ma questo difficilmente accade nel cinema, dove anche nelle storie ambientate durante il magico periodo di fine dicembre troviamo spesso cattivi senza scrupoli impegnati ad architettare ingegnosi piani criminali.
È questo il caso di Carry-On, film distribuito da Netflix (e diventato il maggior successo dell’anno per la piattaforma), diretto dal veterano Jaume Collet-Serra (autore di numerosi film d’azione con protagonista Liam Neeson come Unknown, Non-Stop, Run All Night e L’Uomo Sul Treno, di thriller/horror riusciti come il remake de La Maschera di Cera, Orphan e Paradise Beach, e dei blockbuster con The Rock Jungle Cruise e Black Adam) e interpretato da Taron Egerton, attore versatile che si sta costruendo una carriera sempre più definita, conosciuto per la saga di Kingsman, Rocketman e per il film su Tetris. Un action movie estremamente classico e derivativo, ma ben confezionato e divertente, perfetto da vedere durante le festività natalizie.
Ranma ½: il reboot giusto al momento giusto!

Rumiko Takahashi, “la regina dei manga”, di certo non ha scalato le classifiche dei fumettisti più ricchi di tutti i tempi, piazzandosi in mezzo a maestri del calibro di Akira Toriyama e Eiichiro Odaa, grazie agli occhioni languidi e alle sventurate eroine del genere shôjo. Piuttosto il suo genio ha dato vita a opere che, ancora nel 2025, rimangono insuperate per la versatilità dei generi e soprattutto per la compresenza di toni narrativi molto diversi tra loro. Dal suo calamaio sono usciti gli immortali Maison Ikkoku, Lamù, Inuyasha e, soprattutto, il fenomenale Ranma ½; proprio quest’ultimo è il soggetto del reboot di dodici episodi pubblicato settimanalmente da Netflix a partire dallo scorso 5 ottobre e che si è concluso il 21 dicembre.
Nobody Wants This: quello che in realtà vogliono tutti

Lo scorso 26 settembre Netflix ha fatto di nuovo uno dei suoi colpacci pubblicando la prima stagione di Nobody Wants This, serie che promette non solo di diventare un cult ma soprattutto di riscrivere i canoni del genere romance.
Questa ventata di freschezza la dobbiamo a quel vulcano di idee che è Erin Foster, evidentemente non paga di aver inventato Bumble, di essere una podcaster di successo, una produttrice, sceneggiatrice e attrice di incredibile bellezza; ringraziamo dunque il suo presumibile complesso di inferiorità nei confronti di Gigi Hadid, sua sorella acquisita, che potrebbe averla spinta a regalarci una nuova (anti)eroina romantica, la versione più smaliziata e più millenials di Bridget Jones.
Appartamento 7A, la recensione del prequel di Rosemary’s Baby

È molto interessante, nonché un indicatore sociale rilevante, constatare come nel 2024 il tema della maternità sia centrale nell’industria del cinema horror mainstream. Storie di madri protettrici della propria prole o genitrici terribili e assassine sono parte dello stesso DNA della narrativa e della cinematografia dell’orrore, ma quello a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi è un particolare mutamento di focus sulla maternità che ci racconta, in primis, l’importanza della scelta di essere madre. Ed è per questo che l’argomento si è spostato celermente sul tema dell’interruzione di gravidanza e della difficoltà che oggigiorno ancora vive nel riconoscere alle donne questo diritto.
Come spesso accade, quindi, il cinema horror è lungimirante nel leggere le paure e le difficoltà sociali in chiave fantastica, portando il tema dell’aborto al centro di storie che ne traggono forza e si fanno specchio della società. E non è di certo casuale se, queste storie, incociano il tema sociale con la religione, mettendo in evidenza quell’impasse paradossale che porta alla negazione del progresso intellettivo e scientifico. Due di questi film – Omen: L’origine del presagio e Immaculate – La prescelta – trovano il loro contesto proprio nell’ambiente ecclesiastico, il terzo dribbla sagacemente suore, preti e conventi pur non rinunciando alla subdola influenza della religione: vi parliamo di Appartamento 7A.
The Deliverance – La redenzione, la recensione dell’horror esorcistico di Lee Daniels

The Deliverance – La redenzione, nuovo horror targato Netflix, è sbarcato sulla piattaforma il 30 agosto finendo in breve tempo al primo posto nella classifica dei film più visti del periodo sulla piattaforma.
Il film, diretto da Lee Daniels (Precious, The Butler – Un Maggiordomo alla Casa Bianca) vede tra i protagonisti la veterana Glenn Close, Andra Day (candidata all’Oscar per il film Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, diretto dallo stesso Daniels) e il giovane Caleb McLaughlin (noto per il ruolo di Lucas nella serie Stranger Things).
La pellicola si ispira a una vicenda realmente accaduta alla famiglia di Latoya Ammons nel 2011 a Gary, in Indiana.
Kaos: il crime mitologico che attendevamo dai tempi di American Gods

Nel 2017 il mondo nerd in tutte le sue svariate ramificazioni (cinefili, bibliofili, fumettari) non stava più nella pelle mentre attendeva l’uscita su Prime Video di American Gods, la serie tratta dall’omonimo romanzo dell’autore di culto Neil Gaiman. Questa frenesia era dovuta al fatto che American Gods, come It e Il Trono di Spade, è scritto in maniera così realistica da riuscire ad affascinare anche coloro che non masticano il genere del fantastico, ed è diventato quindi uno di quei testi-guida che possono aprire le porte della speculative fiction ai più insospettabili lettori.
Purtroppo la serie tv, dopo una meravigliosa prima stagione, esagerò con il simbolismo e fu interrotta al ventiseiesimo episodio, lasciando i pochi fans “appesi” quanto il suo protagonista Shadow Moon. Ma evidentemente Charlie Covell, colei che ci ha regalato quel gioiello di umorismo nero di The End of the f***ing World, aveva bene in mente l’opera originaria di Gaiman ed è riuscita a riformularne al meglio i cardini narrativi, regalandoci la prima stagione di Kaos, uscita su Netflix questo 29 agosto.
Rebel Moon Director’s cut, parte 1 e 2: una space opera tamarra ma non abbastanza!

Da qualche anno a questa parte, non si può quasi più nominare Zack Snyder senza aggiungere “director’s cut”: il regista di 300 infatti, come lo fu Leonardo Di Caprio prima di vincere l’agognato Oscar, si sta trasformando in un meme vivente per via delle versioni “alternative” (uncut o rimontate) dei suoi film, che saltano fuori non appena una pellicola da lui diretta non riscontra il successo sperato dalle case di produzione o il favore del pubblico. Snyder è in realtà una delle tante vittime della maledizione che grava sul DC Extended Universe, dato che le sue chilometriche versioni alternative sono cominciate nel lontano 2016 con Batman v Superman: Dawn of Justice e si sono propagate sino al recentissimo dittico Rebel Moon, di cui il 2 agosto è uscito su Netflix un immancabile Director’s cut.
The Decameron: una black comedy più boccacesca che mai

Questo 25 luglio Netflix ha distribuito sulla propria piattaforma gli otto episodi della serie The Decameron, che altri non è che la rielaborazione della rielaborazione del riassunto del soggetto del Decameron di Giovanni Boccaccio.
Nel 2024 possiamo anche lasciarci alle spalle tutti gli accattivanti “liberamente ispirato”, quelli che dopo la visione dei primi trenta minuti del primo episodio ci porterebbero a gridare “La solita americanataaaaa!” e a fare zapping sulla piattaforma. Ci risulterebbe molto più spontaneo invece fare una bella scorpacciata di serie tv/film ispirate alla cultura orientale e poi caricare recensioni entusiaste su Tik Tok. Ordunque, prendendo esempio dagli studenti del liceo classico, che hanno imparato a ingoiare tutti i mielosi, e falsissimi, happy ending dei vari Hercules, Troy, etc., possiamo sguinzagliare il giudizio critico e gustarci questa nuova e bislacca mini-serie.
Those About to Die: molto più che un preludio a The Gladiator II

La Gladiator Fever in realtà non è scoppiata due settimane fa, quando il trailer de Il Gladiatore II è stato diffuso urbi et orbi, ma nel momento in cui Ridley Scott aveva dato la conferma per girare il sequel del cult anni degli anni Duemila; infatti la notizia di un progetto così “kolossal” ha subito richiamato nell’arena dell’intrattenimento tutte le più grandi case di produzione, per una lotta all’ultimo peplum. Con i dieci episodi della serie Those About to Die usciti questo 20 luglio, Prime Video ha sferrato il primo colpo, forse memore del vecchio detto “chi mena per primo, mena due volte”. Sì, perché quel furbastro di Robert Rodat (Il Patriota, Salvate il soldato Ryan) non solo ha ideato questa prima stagione sfruttando la sete di sangue di tutti i fans di Massimo Decimo Meridio, ma si è addirittura ispirato all’omonimo romanzo Those About to Die di Daniel P. Mannix da cui lo stesso Scott era stato condizionato.
Fabbricante di lacrime: così conturbante da essere migliore di “After”

La fiaba, quella vera, del Fabbricante di lacrime comincia con una giovane fanciulla di nome Anna Todd che, grazie alla propria fanfiction birichina sugli One Direction, diventa una scrittrice ricchissima, tanto che la sua opera, After, viene adattata in una pentalogia cinematografica, ora disponibile su Prime Video. La piattaforma per scrittori amatoriali dove tutto questo è stato possibile, Wattpad, è quindi la nuova gallina dalle uova d’oro di molti canali on demand, e ciò è dimostrato dal discreto successo che hanno ottenuto alcuni adattamenti come The Kissing Booth, Dalla tua finestra ed È colpa mia?.
Nel 2021 la casa editrice Salani acquista i diritti per stampare il Fabbricante di lacrime, della misteriosa e italianissima “wattpader” Erin Doom, che diventa il libro più venduto in Italia del 2022; nel giro di un anno Netflix si accaparra i diritti e produce la pellicola omonima uscita questo 4 aprile, con la regia di Alessandro Genovesi (La peggior settimana della mia vita, Puoi baciare lo sposo) e la partecipazione di Caterina Ferioli e del rapper Biondo (Simone Baldasseroni).