Archivio categorie: Netflix

Fear Street: Prom Queen, la recensione

Con Fear Street: Prom Queen, Netflix prosegue l’espansione del suo universo horror ispirato ai romanzi di R.L. Stine, offrendo un capitolo standalone che si inserisce temporalmente tra Fear Street Parte Due: 1978 e Fear Street Parte Uno: 1994. Diretto da Matt Palmer, che lo ha anche scritto insieme a Donald McLeary, il film è ambientato nel 1988 a Shadyside, dove il ballo di fine anno si trasforma in un incubo sanguinoso.

Lori Granger (India Fowler) è una studentessa di Shadyside High con un passato familiare oscuro. Decisa a riscattare il nome della sua famiglia, si candida per diventare la reginetta del ballo di fine anno. La competizione è agguerrita, soprattutto con Tiffany Falconer (Fina Strazza), una delle ragazze più popolari della scuola. Quando le altre candidate iniziano a scomparire misteriosamente, Lori si ritrova coinvolta in una serie di omicidi che minacciano di rovinare la serata tanto attesa.

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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L’Eternauta: quando la qualità arriva nel momento sbagliato

In questo superbo e osannato quarto di secolo, nonostante la sconfinata disponibilità di informazioni, solo una ridicola percentuale ha avuto il privilegio di conoscere a suo tempo L’Eternauta, fumetto scritto da Héctor Germán Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López. Mettendo da parte la storia personale, e anche troppo pubblicamente sponsorizzata, dell’ideatore del fumetto – ovvero un martire politico, insieme a tutta la sua famiglia – non possiamo non rendere omaggio alla sua opera con un’analisi più onesta che mai.

L’Eternauta è un graphic novel che fece la sua prima comparsa il 29 settembre 1957 sulla rivista Hora Cero Semanal dell ‘editore Editorial Frontera, e che in pochissimo tempo riuscì a farsi riconoscere come capolavoro in mezzo alla sconfinata e notevole produzione statunitense, franco-belga, italiana e nipponica. Così, dopo aver navigato per anni nei sogni e nei cuori degli appassionati di tutto il mondo, finalmente, la sua incarnazione seriale, è approdata nel catalogo Netflix lo scorso 30 aprile, con la regia di Bruno Stagnaro e la sceneggiatura di Ariel Staltari.

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The Residence: Only Murders in the White House

In quest’ epoca di streaming matto e disperatissimo, in cui tutte le nuove produzioni sembrano voler puntare su idee originali e più innovative possibili, il Segreto di Pulcinella consiste invece nel voler rielaborare i cari e vecchi archetipi narrativi, in modo da ripresentare al pubblico prodotti insospettabilmente di “conforto”. The Residence, uscito lo scorso 20 marzo su Netflix, è un esempio calzante di questa inconfessata teoria. Il pubblico, infatti, non ammetterà mai che in questo periodo in cui i podcast True Crime e il successo di Only Murders in the Building celebrano le capacità investigative dell’uomo medio, si ricerca invece l’autorevolezza dei cari e vecchi detective professionisti.

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Adolescence: tetralogia di un dramma familiare

Questo 13 marzo Stephen Graham e Jack Thorne hanno terrorizzato e frantumato i nostri poveri cuori con i quattro episodi della mini-serie Netflix Adolescence, destinata a diventare un termine di paragone di tutti i futuri prodotti sulla generazione Alpha. La serie, infatti, ha la stessa qualità di molti lungometraggi e i suoi quattro, strazianti, piani sequenza da un’ora, sono destinati a fare scuola.

In quella che sembra una mattina come tante, le forze dell’ordine irrompono nella casa della famiglia Miller e arrestano il tredicenne Jamie Miller (Owen Cooper) con l’accusa di omicidio. Il padre, Eddie Miller (Stephen Graham), assolutamente incredulo, accompagna il figlio alla centrale di polizia, convintissimo che ci sia stato un errore, sino a che la polizia non gli mostra il video incriminante: Jamie ha ucciso a coltellate una propria compagna di scuola. Con questa tragica presa d’atto si conclude il primo episodio e inizia il calvario della famiglia Miller.

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The Electric State, la recensione

The Electric State è il nuovo film diretto dai Fratelli Russo (registi di Captain America: The Winter Soldier e Civil War e di Avengers: Infinity War ed Endgame), che dopo la loro esperienza fortunata ai Marvel Studios si sono buttati sullo streaming (Cherry per Apple TV e The Gray Man per Netflix), con risultati critici decisamente più discutibili. The Electric State è prodotto da Netflix ed è basato sull’omonimo libro illustrato dell’autore svedese Simon Stålenhag. Il budget di questa produzione è da capogiro (circa 300 milioni di dollari), ed è l’ultimo film dei Russo prima del loro ritorno in casa Marvel per i prossimi due Avengers, Doomsday e Secret Wars.

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Carry-On, la recensione

A Natale, si sa, siamo tutti più buoni…ma questo difficilmente accade nel cinema, dove anche nelle storie ambientate durante il magico periodo di fine dicembre troviamo spesso cattivi senza scrupoli impegnati ad architettare ingegnosi piani criminali.

È questo il caso di Carry-On, film distribuito da Netflix (e diventato il maggior successo dell’anno per la piattaforma), diretto dal veterano Jaume Collet-Serra (autore di numerosi film d’azione con protagonista Liam Neeson come Unknown, Non-Stop, Run All Night e L’Uomo Sul Treno, di thriller/horror riusciti come il remake de La Maschera di Cera, Orphan e Paradise Beach, e dei blockbuster con The Rock Jungle Cruise e Black Adam) e interpretato da Taron Egerton, attore versatile che si sta costruendo una carriera sempre più definita, conosciuto per la saga di Kingsman, Rocketman e per il film su Tetris. Un action movie estremamente classico e derivativo, ma ben confezionato e divertente, perfetto da vedere durante le festività natalizie.

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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Ranma ½: il reboot giusto al momento giusto!

Rumiko Takahashi, “la regina dei manga”, di certo non ha scalato le classifiche dei fumettisti più ricchi di tutti i tempi, piazzandosi in mezzo a maestri del calibro di Akira Toriyama e Eiichiro Odaa, grazie agli occhioni languidi e alle sventurate eroine del genere shôjo. Piuttosto il suo genio ha dato vita a opere che, ancora nel 2025, rimangono insuperate per la versatilità dei generi e soprattutto per la compresenza di toni narrativi molto diversi tra loro. Dal suo calamaio sono usciti gli immortali Maison Ikkoku, Lamù, Inuyasha e, soprattutto, il fenomenale Ranma ½; proprio quest’ultimo è il soggetto del reboot di dodici episodi pubblicato settimanalmente da Netflix a partire dallo scorso 5 ottobre e che si è concluso il 21 dicembre.

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Nobody Wants This: quello che in realtà vogliono tutti

Lo scorso 26 settembre Netflix ha fatto di nuovo uno dei suoi colpacci pubblicando la prima stagione di Nobody Wants This, serie che promette non solo di diventare un cult ma soprattutto di riscrivere i canoni del genere romance.

Questa ventata di freschezza la dobbiamo a quel vulcano di idee che è Erin Foster, evidentemente non paga di aver inventato Bumble, di essere una podcaster di successo, una produttrice, sceneggiatrice e attrice di incredibile bellezza; ringraziamo dunque il suo presumibile complesso di inferiorità nei confronti di Gigi Hadid, sua sorella acquisita, che potrebbe averla spinta a regalarci una nuova (anti)eroina romantica, la versione più smaliziata e più millenials di Bridget Jones.

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Appartamento 7A, la recensione del prequel di Rosemary’s Baby

È molto interessante, nonché un indicatore sociale rilevante, constatare come nel 2024 il tema della maternità sia centrale nell’industria del cinema horror mainstream. Storie di madri protettrici della propria prole o genitrici terribili e assassine sono parte dello stesso DNA della narrativa e della cinematografia dell’orrore, ma quello a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi è un particolare mutamento di focus sulla maternità che ci racconta, in primis, l’importanza della scelta di essere madre. Ed è per questo che l’argomento si è spostato celermente sul tema dell’interruzione di gravidanza e della difficoltà che oggigiorno ancora vive nel riconoscere alle donne questo diritto.

Come spesso accade, quindi, il cinema horror è lungimirante nel leggere le paure e le difficoltà sociali in chiave fantastica, portando il tema dell’aborto al centro di storie che ne traggono forza e si fanno specchio della società. E non è di certo casuale se, queste storie, incociano il tema sociale con la religione, mettendo in evidenza quell’impasse paradossale che porta alla negazione del progresso intellettivo e scientifico. Due di questi film – Omen: L’origine del presagio e Immaculate – La prescelta – trovano il loro contesto proprio nell’ambiente ecclesiastico, il terzo dribbla sagacemente suore, preti e conventi pur non rinunciando alla subdola influenza della religione: vi parliamo di Appartamento 7A.

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Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
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The Deliverance – La redenzione, la recensione dell’horror esorcistico di Lee Daniels

The Deliverance – La redenzione, nuovo horror targato Netflix, è sbarcato sulla piattaforma il 30 agosto finendo in breve tempo al primo posto nella classifica dei film più visti del periodo sulla piattaforma.

Il film, diretto da Lee Daniels (Precious, The Butler – Un Maggiordomo alla Casa Bianca) vede tra i protagonisti la veterana Glenn Close, Andra Day (candidata all’Oscar per il film Gli Stati Uniti contro Billie Holiday, diretto dallo stesso Daniels) e il giovane Caleb McLaughlin (noto per il ruolo di Lucas nella serie Stranger Things).

La pellicola si ispira a una vicenda realmente accaduta alla famiglia di Latoya Ammons nel 2011 a Gary, in Indiana.

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