Ghostbusters – Minaccia glaciale, la recensione

Nel 2021 Jason Reitman era riuscito nell’impresa apparentemente impossibile di resuscitare il franchise di Ghostbusters trovando l’entusiasmo dei fan, proprio quei fan che erano insorti contro il goffo tentativo di reboot al femminile che cinque anni prima aveva coinvolto Paul Feig e il suo team. Ghostbusters: Legacy funzionava non solo perché si poneva come sequel contemporaneo del dittico originale riportando in scena gli storici acchiappafantasmi, ma soprattutto perché aveva cuore e parlava con affetto e sincerità tanto a coloro che sono cresciuti nel mito di Ghostbusters quanto ai più giovani che hanno trovato con quel film un ottimo motivo per essere introdotti alla saga. A distanza di tre anni da quel riuscitissimo “riavvio”, arriva un sequel che tenta di replicare il colpo portato già a segno con Legacy, amplificando però il valore più spudoratamente teen dell’operazione. Dall’11 aprile nei cinema italiani c’è Ghostbusters – Minaccia glaciale.

Dopo l’inaspettata eredità ricevuta da nonno Egon, Phoebe Spengler è a New York con tutta la sua famiglia a esercitare la professione di Acchiappafantasmi! Ma un incidente tra le strade della città mette sotto i riflettori la rinata attività dei Ghostbusters e il sindaco Peck è intenzionato a far chiudere tutto proprio sul nascere. Nel frattempo, Ray Stanz e Winston Zedmore hanno continuato a portare avanti le ricerche sul paranormale in uno laboratorio segreto sotterraneo dove arriva in esame un’antica sfera che sembra contenere una potentissima entità. Quando la sfera libera accidentalmente colui che è intrappolato al suo interno, una minaccia inarrestabile fa sprofondare New York nel panico promettendo una nuova era glaciale. Nuovi e vecchi acchiappafantasmi dovranno unire le forze per fermare un dio rancoroso verso l’umanità.

Ghostbusters Minaccia glaciale

Un intrigante prologo ambientato nel passato ci introduce il pericolo che nei successivi minuti si paleserà in Ghostbusters – Minaccia glaciale: Garraka, un’antica divinità demoniaca criocinetica che riesce a manipolare il clima fino allo zero assoluto, una creatura Classe 7 (che nel gergo scientifico degli acchiappafantasmi vuol dire “pericolo altissimo”) particolarmente vendicativa che ha un motivo concreto per odiare gli esseri umani. E già nell’impostazione del villain si intravede l’intenzione da parte degli autori Jason Reitman e Gil Kenan di esplorare quel pantheon spettrale che ha fatto la fortuna del franchise trovando un appeal soprattutto verso i più piccoli, come accadeva della mitica serie animata anni ’80 The Real Ghostbusters.

E sembrano guardare esattamente in quella direzione gli sceneggiatori Reitman e Kenan, strizzando l’occhio verso chi era ragazzino quarant’anni fa ma parlando anche a una nuova generazione, quindi percorrendo la stessa strada solcata in Ghostbusters: Legacy.

Ghostbusters Minaccia glaciale

Ma un altro importante punto di contatto per Ghostbusters – Minaccia glaciale è con Ghostbusters II del 1989, figlio anch’esso del successo televisivo della seria animata e diviso tra l’approfondimento di una situazione famigliare specifica e l’introduzione di un minaccioso nuovo villain (l’indimenticabile Vigo il Carpatico, interpretato da Wilhelm von Homburg). Proprio come il sequel degli anni ’80, inoltre, Ghostbusters – Minaccia glaciale ha una storia a carburazione abbastanza lenta che, prima di passare all’azione, si prende i suoi tempi per approfondire i personaggi e le storie che li coinvolgono.

Nel nostro caso, a catalizzare l’attenzione è inevitabilmente Phoebe Spengler, interpretata sempre dalla bravissima McKenna Grace, ora adolescente e quindi, per definizione, problematica. Oltre a trovare un inaspettato spirito ribelle che la porta a scontrarsi con l’autorità, che sia quella genitoriale ma anche quella delle forze dell’ordine, Phoebe deve anche vedersela con i classici turbamenti che la sua età le causa. Phoebe è irrequieta, non riesce a trovare una sua dimensione e soprattutto sembra non avere nulla a che spartire con i suoi coetanei; per questo l’inatteso incontro con un’altra adolescente con la quale sembra essere in sintonia le causa uno sconquasso emotivo importante. Solo che Melody (Emily Alyn Lind) è un fantasma e questo crea una ovvia distanza tra le due che porterà a esiti piuttosto inaspettati, dirottando il franchise cinematografico di Ghostbusters in territori fino ad oggi inesplorati.

L’altro personaggio su cui Kenan e Reitman puntano è il Gary Grooberson di Paul Rudd che ha abbandonato il ruolo di professore per Phoebe ma ha guadagnato quello di patrigno. Una carica che la ragazza non sembra aver preso positivamente e da qui deriva un arco narrativo nel personaggio di Gary atto a farsi accettare dai figli della compagna, che ha di nuovo il volto di Carrie Coon. Ma sia lei -mamma Spengler- che il figlio maggiore interpretato dal Finn Wolfhard di Stranger Things sembrano non trovare una reale dimensione in questo sequel, in particolare il giovane Trevor, che nel precedente film divideva equamente lo schermo con la sorella, qui è relegato in poche scene come bersaglio prediletto di un ritrovato Slimer.

E con l’affamato fantasma verde ritroviamo anche una serie di importanti ritorni dal passato, sia nella fila dei fantasmi (la bibliotecaria, la melma rosa, gli omini dei marshmallow, i leoni guardiani della New York Public Library) che degli acchiappafantasmi con il Ray Stanz di Dan Aykroyd in un ruolo di rilievo e il Peter Venkman di Bill Murray in appena due scene.

Ghostbusters Minaccia glaciale

Un’importantissima new entry è invece Kumail Nanjiani (Eternals, Stuber – Autista d’assalto) nel ruolo di Nadeem Razmaadi, legittimo proprietario della sfera in cui è imprigionato Garraka. Oltre ad essere un elemento speculare ai classici ‘Guardia di Porta’ e ‘Mastro di Chiavi’ del passato, Nadeem è il personaggio che incarna più di qualunque altro lo spirito da commedia adulta dei primi due Ghostbusters, non a caso ha una scena con Peter Venkman che rifà uno dei suoi “numeri” storici.

In perfetto equilibrio tra “nostalgia” e innovazione, Ghostbusters – Minaccia glaciale è un importante passo avanti nel tentativo di rilancio del franchise perché riesce ad esplorare territori inediti per la saga pur conservando quel fascino da horror per tutti che ha fatto la fortuna del brand.

Ghostbusters Minaccia glaciale

Il passaggio di testimone alla regia da Jason Reitman (che rimane sceneggiatore e produttore) a Gil Kenan (che era sceneggiatore e produttore esecutivo in Legacy) si sente più nella gestione dell’enfasi emotiva che nella fattura generale dell’opera, ma nel complesso ci troviamo dinnanzi a un ottimo prodotto che ribadisce l’importanza dei Ghostbusters per l’immaginario fantastico.

I fan di vecchia data apprezzeranno sicuramente, i giovani può darsi anche, tutti gli altri spettatori forse dovrebbero guardare altrove per cercare intrattenimento alla loro portata.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Pesca a piene mani dalla tradizione del franchise, anche dalle atmosfere della serie animata anni ’80!
  • Mckenna Grace è bravissima e il suo è un personaggio ben scritto.
  • Il look di Garraka, il villain.
  • Il film ci mette un po’ troppo a entrare nel vivo.
  • Alcuni personaggi importanti nel film precedenti qui sono solo accessori.
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