Archivio categorie: Horrorside

Abigail: la sanguinaria vampira ballerina arriva in blu-ray

Abigail è stato una delle sorprese della scorsa stagione cinematografica, un horror capace di far collimare la giusta dose di sangue e brividi con una storia accattivante e personaggi ben scritti. Ora il film diretto da  Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, già artefici del rilancio del franchise di Scream, arriva in home video grazie alla collaborazione distributiva tra Universal Pictures Italia e Plaion Pictures.

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Wolf Creek: Legacy, l’outback australiano sta per sporcarsi nuovamente di sangue nel terzo film della saga

Un terzo film della saga horror Wolf Creek è ufficialmente in lavorazione: è il sito Deadline a confermarlo svelando alcuni dettagli e che il titolo sarà Wolf Creek: Legacy.

Nel 2005, in pieno fermento torture porn, faceva la sua comparsa nei cinema internazionali l’australiano Wolf Creek diretto da Greg McLean, terrificante storia di tre amici in viaggio nell’outback che rimangono vittime di un cacciatore psicopatico con l’hobby della tortura. Il grande successo del film portò a un sequel nel 2014, Wolf Creek 2, sempre diretto da Greg McLean e presentato alla 70° Mostra del Cinema di Venezia, che alzava di molto l’asticella dello splatter. Tra il 2016 e il 2017 sono state prodotte due stagioni (da 6 episodi l’una) della serie tv che continuava le scorribande dello psicopatico Mick Taylor, a cui ha dato volto sempre l’attore John Jarratt, già protagonista dei due film precedenti. Ora il franchise torna al cinema, John Jarratt sarà ancora il “mostro” ma la regia passa in mano a Sean Lahiff, mentre Greg McLean figurerà come produttore.

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Il nido del ragno: un introvabile horror tra Argento e Polanski, per la prima volta in home video

Sul finire degli anni ‘80, quando ormai il genere horror – in Italia – aveva sparato tutte le sue cartucce migliori e si avviava stanco verso un oblio destinato a perdurare interi decenni (ancora oggi non ne siamo venuti fuori), la responsabilità di mantenere vivo il cinema dell’orrore sembrava essere affidata (quasi) esclusivamente a Dario Argento, per qualcosa a Lamberto Bava e a un giovane Michele Soavi che, proprio in quegli anni, iniziava a muovere i primi passi in qualità di regista.

Di tanto in tanto, tuttavia, qualcun altro provava a dare il suo contributo al genere senza però riuscire a performare o a lasciare il segno (tanto per citarne uno, Marcello Avallone con Spettri o Maya). In quest’ultima categoria rientra anche Gianfranco Giagni che esordisce nel cinema proprio con l’horror Il nido del ragno per poi intraprendere una lunga e fortunata carriera nel mondo del documentario (suo, tra le altre cose, il doc Carlo! che ripercorre la carriera di Carlo Verdone).

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MaXXXine, la recensione del capitolo finale della trilogia di X

Quella di Maxine Minx sembra quasi una storia autobiografica, quella del suo regista Ti West: una lunga gavetta nell’agognato mondo del cinema alla ricerca di quel successo che è destinato ad arrivare e deflagrare poi in maniera inarrestabile. Proprio come la protagonista della sua trilogia, infatti, il regista ha lavorato moltissimo nel cinema underground (non a luci rosse, però!) e prima di essere (ri)lanciato dalla A24 con X – A Sexy Horror Story nel 2022 aveva alle spalle quasi vent’anni di piccoli e medi film di genere molto apprezzati dal pubblico del cinema horror… ma sconosciuti ai più. E, che dir ne vogliano i poco preparati giornalisti di Variety e Paul Schrader, non si trattava di slasher-movie (l’unico vero slasher diretto da Ti West è proprio X!) ma di prodotti che spaziavano dal filone satanico/demoniaco (The House of the Devil) a quello dei virus e contagi (Cabin Fever 2) fino al found footage (The Sacrament), la ghost-story (The Inkeepers) e perfino il western (Nella valle della violenza). Ma è, appunto, grazie ad A24, che ha dato il semaforo verde alla trilogia X, che oggi Ti West è tra i più quotati registi mainstream di genere.

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Non aprite quella porta torna al cinema per il 50° anniversario: poster e trailer italiano!

A un mese dall’arrivo in sala, Midnight Factory, etichetta di proprietà di Plaion Pictures che racchiude il meglio dell’offerta horror, cinematografica e home video, è lieta di svelare poster e trailer italiani ufficiali per l’evento horror dell’anno. Dal 23 al 25 settembre, infatti, in occasione del suo 50° anniversario, arriverà nelle sale il cult movie Non aprite quella porta. Per celebrare al meglio la ricorrenza, il pubblico italiano maggiorenne potrà ammirare il capostipite dello slasher, che ha riscritto il genere horror, per la prima volta al cinema in 4K con una maestosa versione originale sottotitolata della Director’s Cut, risultato di un pregiato lavoro di restauro supervisionato dallo stesso regista Tobe Hooper prima della sua prematura scomparsa.

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Alien: Romulus, la recensione

Quando sentiamo parlare di Alien ci si illuminano gli occhi perché, diciamolo senza remore, nel 1979 Ridley Scott ha realizzato un Capolavoro, un film unico nel suo genere, capace di ridefinire i topoi della fantascienza come prima di lui avevano fatto, con flessioni di genere differenti, Kubrick con 2001: Odissea nello spazio e Lucas con Guerre stellari. Ma se oggi la rivista Empire inserisce Alien al 33° posto dei 500 film più importanti della Storia del Cinema e nel 2002 il film di Scott è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, il mondo della critica cinematografica non è sempre stato così positivo e accondiscendente verso Alien.

Se andiamo a sfogliare le recensioni dell’epoca troviamo pesanti stroncature. Ad esempio, Michael Sragow scriveva sull’L.A. Herald “un b-movie esagerato, tecnicamente ben fatto ma troppo solenne e complicato da seguire come una messa recitata in latino”; Vincent Canby sul New York Times diceva che “i personaggi sono talmente piatti che sembrano scritti da un computer”. Su Film Illustrated ci andavano particolarmente pesanti definendo Alienun film orribile e studiato per risultare cattivo e c’è poco che il cast possa fare per alleviare il senso di manipolazione dell’orrore”, così come l’italiano Claudio Asciuti nel 1980 su Un’ambigua utopia n°7 stroncava senza pietà: “un pedestre prodotto di basso consumo, appeso ai fili di una produzione revivalistica e moraleggiante che muove ora per la maggiore affabulando antiche teratologie, idiote comparse e ammuffiti spettri orrorifici”.

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Late Night With the Devil, la recensione

Se si andasse per strada a chiedere alla gente comune di tratteggiare un’iconografia dell’universo horror, il quadro che ne verrebbe fuori sarebbe composto da tutte quelle entità che da secoli popolano gli incubi dell’uomo di ogni epoca, cultura e classe sociale. Vedremmo scorrere davanti ai nostri occhi, dunque, vampiri, zombie, streghe e assassini mascherati armati di coltelli, tutti protagonisti dei più grandi successi del cinema del terrore. Eppure, a pensarci bene, la grande e assoluta star di questo palcoscenico orrorifico dovrebbe essere il diavolo, l’incarnazione del male per antonomasia e il motore indistruttibile ed eterno di ogni azione ed evento nefasto dell’umanità.

Una divinità della morte così carismatica e potente da stuzzicare la fantasia di generazioni di registi i quali, a partire dal grande successo de L’esorcista del 1973, si sono cimentati nell’approfondire una figura resa ancora più inquietante dal fatto di essere pericolosamente attigua all’animo umano e al mondo circostante. Da qui ne è nato un vastissimo panorama narrativo e iconico che ha attraversato numerosi linguaggi cinematografici con l’obiettivo di rinnovare e rendere dinamico un sottogenere, quello demoniaco, che vive costantemente sul filo del rasoio e con l’incombente rischio di diventare prevedibile e stantio.

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The Breed – La razza del male: torna in DVD il cult prodotto da Wes Craven. La nostra recensione

Cinque amici, in prossimità degli esami finali del college, decido di passare una vacanza su un’isola disabitata. L’isolotto, in passato, ha ospitato una struttura di addestramento per cani per ciechi, ma un’improvvisa epidemia di rabbia aveva spinto all’abbattimento degli animali e alla chiusura del centro. I cinque ragazzi, ben presto, si troveranno di fronte ad una spaventosa realtà: alcuni cani feroci si aggirano ancora sull’isola e sono inspiegabilmente più forti del normale.

Qualcuno ricorda il piccolo cult del ’77 intitolato Il branco, diretto da Robert Clouse e divenuto un classico dell’eco-vengeance? Bene, The Breed – La razza del male ne è una sorta di rivisitazione e attualizzazione secondo i canoni del moderno teen-movie, lasciando completamente in secondo piano il marcato piglio ecologista e misantropo del film del ’77 e concentrandosi sull’azione serrata e sul facile spavento. Questo film fa parte del folto gruppo di pellicole “presentate” da Wes Craven (il compianto regista di Nightmare – dal profondo della notte appare come produttore esecutivo) e, come gran parte di esse, risulta un prodotto godibile e per nulla pretestuoso.

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Trap, la recensione del thriller di M. Night Shyamalan

Le note di produzione di Trap ci informano che il nuovo thriller di M. Night Shyamalan è stato presentato ai vertici di Warner Bros. come una sorta de Il silenzio degli innocenti inserito nel contesto dell’Eras Tour di Taylor Swift. Un mix così improbabile e originale da intrigare immediatamente, così come dannatamente intrigante è il trailer del film che in pochi minuti delinea perfettamente il concept del “mostro in trappola”. Ed è incredibile il gioco di immedesimazione che M. Night Shyalamalan compie, chiedendo allo spettatore di prendere le parti e tifare per un serial killer braccato dalla polizia. E lo spettatore, puntualmente, risponde proprio al suo stimolo, perché il “nostro” Cooper Adams, alias Il Macellaio, è davvero un magnifico protagonista!

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Cieco Sordo Muto, la recensione

David è uno scrittore afflitto dalla triplice menomazione di essere cieco, sordo e muto. Concluso l’accordo per scrivere un nuovo romanzo, David viene accompagnato dagli assistenti Simona e Pio in una villa disabitata dove, in passato, sono accadute cose orribili. L’intento è di trovare l’ispirazione tra quelle mura maledette e infatti, come gli era già accaduto in passato, David comincia a percepire in quel luogo una forte energia che gli consente di comporre il romanzo. Ma sia Simona che Pio vengono velocemente corrotti da un’entità antica e malefica che sale dalle viscere dell’Inferno e abita le stanze della villa.

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