Il rossetto: in DVD l’esordio cinematografico giallo di Damiano Damiani

Riscopriamo, grazie a Mustang Entertainment, un piccolo e poco conosciuto film italiano che segna l’esordio alla regia di Damiano Damiani e getta le basi per il giallo all’italiana che prenderà piede da lì a poco: Il rossetto.

Siamo nel 1960, il cinema italiano è in grande fermento e dopo il boom della commedia di costume, che ha fatto seguito alla seminale lezione neorealista e al cinema dei telefoni bianchi, si affacciano sulla scena cinematografica i nuovi grandi autori e il famigerato sistema dei generi che darà tante soddisfazioni ai botteghini sdoganando il nostro cinema commerciale in tutto il mondo.

In questo contesto, nel dicembre di quell’anno bisestile, si affacciava nei cinema nazionali Il rossetto, un bizzarro giallo di carattere poliziesco che non portava ancora con se gli stilemi tipici del genere ma condivideva con la corrente neorealista una puntuale analisi sociologica del periodo. Non è un caso, infatti, se la sceneggiatura porta la firma di Cesare Zavattini, autore di caposaldi come Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Bellissima e tanti, tanti altri. Zavattini affiancava nella stesura della sceneggiatura il trentottenne Damiano Damiani, che veniva dal documentario e aveva già scritto Uomini senza domani di Gianni Vernuccio e I misteri di Parigi e La Venere di Cheronea di Fernando Cerchio.

Con Il rossetto, Damiani esordiva alla regia di un lungometraggio e tracciava già un percorso che lo avrebbe portato a firmare alcuni dei migliori crime del successivo decennio, come Confessione di un commissario di polizia al procuratore della Repubblica, L’istruttoria è chiusa: dimentichi, Girolimoni, il mostro di Roma e Goodbye & Amen, profondamente differenti dal “mucchio selvaggio” italiano in cui andavano a inserirsi.

Ne Il rossetto si racconta l’indagine di polizia in seguito all’omicidio di una prostituta nel suo appartamento della periferia romana. Il trentenne Gino, che abita nello stesso condominio, è stato visto uscire dalla casa della vittima dall’adolescente Silvana che ha una cotta per l’uomo. Quando Gino viene a sapere che la ragazzina potrebbe incastrarlo se parlasse, comincia a mostrarsi accondiscendente verso le sue avances, finché la situazione gli sfugge di mano.

Con una particolare attenzione per la psicologia dei personaggi e per i rapporti che intercorrono tra loro, Damiani confeziona un poliziesco originale e avvincente che fornisce anche un ritratto dell’adolescenza di metà secolo che raramente si vedeva nel cinema italiano, con quel misto di innocenza e turbamento lolitesco a cui contribuisce l’ottima coppia interpretata da Laura Vivaldi e Pierre Brice.

Nel ruolo del Commissario Fioresi, che si occupa delle indagini, troviamo il regista Pietro Germi che interpreta un personaggio molto simile all’affine Commissario Ingravallo già visto nel suo Un maledetto imbroglio dell’anno precedente.

Lo stesso Damiani Damiani, nel saggio di Goffredo Fofi e Franca Faldini L’avventurosa storia del cinema italiano 1960-1969, dichiara che deve il suo debutto al produttore Venturini, per il quale aveva fatto delle sceneggiature, e a Zavattini, che aveva conosciuto da ragazzino sul set di Miracolo a Milano. “Io feci un film che voleva essere un discorso contro il conformismo che tendeva a colpevolizzare una ragazza che in qualche modo dimostrava la sua sessualità – dice lo stesso Damiani – All’epoca, secondo una morale che non ho mai condiviso, una ragazzina che a tredici anni si metteva il rossetto o faceva delle cose di nascosto doveva per forza essere una corrotta. Questo era un po’ il senso del Rossetto… La protagonista era una ragazzina innocente, la quale si era innamorata di un uomo di una quindicina d’anni più grande”. “Probabilmente, però – continua il regista – nelle mie adolescenti, da allora in avanti, c’era meno erotismo rispetto a quelle di un Lattuada, o un erotismo più contenuto”.

Il rossetto non fu un grande successo al botteghino e Damiani ci ha messo qualche anno per affermarsi, ma al Festival di San Sebastian del quell’anno, questo giallo anomalo si aggiudicò l’ambito Premio FIPRESCI.

Il DVD de Il rossetto.

Il rossetto era già uscito in DVD nel 2006 sotto marchio Medusa e Mustang Entertainment riprende proprio il master di quell’edizione per questa ristampa distribuita in accordo con Eagle Pictures.

Ci togliamo subito il dente: seppur il film presenti il corretto formato 1:66.1 (a differenza, ad esempio, della versione che potete vedere in streaming su RaiPlay), il video non è anamorfico e questo implica che vedrete l’immagine molto più piccola dello schermo, circondata da una cornice nera. Questo è abbastanza grave se consideriamo che stiamo nel 2024 e ci si adopera spesso per restituire la migliore versione possibile di un film, magari anche in HD o Ultra HD. Qui non solo dobbiamo accontentarci del DVD ma anche di una serie di “leggerezze”. Si perché, oltre alla mancanza di un video anamorfico, c’è anche un macroscopico errore nella grafica sul retro della cover, dove possiamo leggere in rosso “Elio Petri dirige un film vincitore di quattro Nastri d’argento e del premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Cannes”. Una citazione probabilmente rimasta sul modello grafico ripreso da A ciascuno il suo e per il quale non si è fatto attenzione prima della stampa de Il rossetto.

È un peccato che ci sia così poca attenzione perché poi l’immagine del DVD è anche molto buona, con un adeguato contrasto, una risoluzione al di sopra della media e un audio mono ma indubbiamente performante. Troviamo anche il trailer proposto come extra, a testimonianza che con un po’ di attenzione in più si poteva portare sul mercato un prodotto anche sopra la media.

Roberto Giacomelli

IL ROSSETTO di Damiano Damiani

Formato: DVD

Label: Mustang Entertainment

Video: 4/3 1.66:1

Audio: 2.0 Mono Dolby Digital Italiano

Sottotitoli: Italiano NU

Extra: Trailer

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