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Spiral – L’eredità di Saw, la recensione

Correva l’anno 2004 quando un giovane regista di nome James Wan esordiva alla regia di un lungometraggio a basso budget scrivendo un importante capitolo del panorama horror contemporaneo. Quel ragazzo sarebbe diventato uno dei più influenti professionisti di Hollywood, soprattutto nel settore del cinema dell’orrore, e quel film, intitolato Saw, avrebbe dato il via a un nuovo filone di successo e un numero impressionante di sequel ufficiali. La saga oggi è arrivata al nono capitolo, Spiral – L’eredità di Saw, che sulla carta è una sorta di reboot dopo il fiasco al botteghino del precedente film, Saw: Legacy, del 2017.
Sp1ral, la recensione

“Non è vero che un bambino che si è bruciato sta lontano dal fuoco. È attirato dal fuoco come una falena dalla luce. Sa che se si avvicina si brucerà di nuovo, ciononostante si avvicina.”
Con queste sinistre parole di Stig Dagerman, che fungeranno da mefistofelico preambolo, prende forma la pellicola indipendente dell’esordiente Orazio Guarino intitolata SP1RAL, distribuita da Naffintusi il prossimo 21 aprile e interpretata da Marco Cocci, Valeria Nardilli, Michele Bevilacqua, Cristina Puccinelli, Mariagrazia Pompei, Giorgio Consoli, Stefano Skalkotos e Angelo Del Vecchio.
Samara (The Ring)

SAMARA
Samara è una ragazzina con dei lunghi capelli neri e un misterioso quanto tormentato passato alle spalle. Dotata di poteri paranormali, Samara venne adottata dalla famiglia Morgan ma causava alla madre tremende allucinazioni e, la sua indole malvagia, provocò eventi funesti nell’isola dove viveva. La povera signora Morgan, sull’orlo della follia, un giorno decise di liberarsi della figlia gettandola in un pozzo, poi si suicidò. Per vendicarsi, il fantasma di Samara ha creato una strano video registrato su una videocassetta che mostra immagini apparentemente prive di nesso logico: un pozzo, una donna che si pettina i capelli, un faro e così via. Chiunque guardi il video riceve una telefonata dove sente la voce della creatura che, molto gentilmente, annuncia che la morte farà loro visita esattamente dopo sette giorni: Samara morì infatti dopo una settimana, tentando invano di uscire dal pozzo. Allo scadere del termine la bambina, con la sua inseparabile sottoveste bianca e il suo simpatico visino putrefatto, compare in tv: esce dal pozzo, attraversa lo schermo e uccide il povero malcapitato.