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Rodeo, la recensione
Julia è una ragazza senza famiglia, senza regole e perciò senza un posto nel mondo. Ama la velocità, ama il pericolo e solo l’adrenalina sembra riuscire a darle un’iniezione di vita. Il suo hobby preferito è mettere in piedi truffe a discapito di incauti venditori di motociclette, piccole truffe, forse anche innocenti, ma che permettono alla ragazza di sentirsi viva mentre sfreccia sull’asfalto rovente. L’unico vero sogno di Julia, tuttavia, è quello di correre sul circuito dei riders e diventare una campionessa di cross bitume, una pratica ai margini della legalità e che prevede pericolose acrobazie su un lungo tratto d’asfalto, impennando la moto e tenendola in equilibrio sulla sola ruota posteriore.
Julia si sente una rider ma sa che quel mondo, quasi esclusivamente ad appannaggio maschile, non è disposto a lasciarle una via d’accesso. Buttandosi con prepotenza sull’asfalto, per dimostrare tutto il suo coraggio e la sua sfrontatezza, Julia riesce a conquistare il rispetto di una nuova “famiglia”: un gruppo di riders spiantati che vivono in un’officina clandestina ai margini di una banlieue parigina. Julia ha finalmente trovato un suo posto nel mondo, lo ha trovato all’interno di un microcosmo fatto di testosterone, adrenalina e benzina. Ma adesso che può considerarsi ufficialmente una rider la posta in gioco si deve alzare. È arrivato il momento di applicare tutto quel talento sulle due ruote per portare a segno dei veri e propri furti su strada.
Pantafa, la recensione del folk-horror di Emanuele Scaringi
Da quando la piccola Nina ha iniziato a soffrire di frequenti disturbi del sonno, Marta (Kasia Smutniak), la madre della bambina, ha pensato che la cosa più utile per sua figlia potesse essere quella di allontanarsi dalla caotica e stressante vita di città. Le due si recano perciò a Malanotte, un piccolo e sperduto borgo nell’entroterra abruzzese. Qui Marta ha preso in affitto un grande casale di campagna, isolato da tutto e tutti, un luogo apparentemente perfetto per poter “disintossicarsi” con sua figlia dalla quotidianità urbana. Ma sin dalla prima notte trascorsa in quel grosso casale, le cose non vanno esattamente come sperato: i disturbi notturni di Nina anziché alleviarsi peggiorano notevolmente e la bambina, forse preda di allucinazioni notturne, è convinta che una sinistra creatura voglia rubarle il fiato durante la notte. Giorno dopo giorno, notte inquieta dopo notte inquieta, Marta scopre da alcuni abitanti del villaggio che in quelle strade vive la leggenda della Pantafa, ossia un demone maligno affamato di bambini che, durante le notti, si accovaccia sui loro addomi per succhiare via l’anima.