Blair Witch, la recensione

Nel 1999 c’è stato un fenomeno cinematografico che non si è estinto in pochi mesi, come spesso accade con alcuni titoli di tendenza. No, quel fenomeno si è esteso, è uscito dai confini nazionali, è diventato virale grazie al primo utilizzo pubblicitario massivo dell’allora nascente mezzo internet, e ha fatto scuola diventando un nuovo punto di riferimento per il genere horror. Parliamo di The Blair Witch Project, da noi conosciuto anche come Il mistero della Strega di Blair, film d’esordio del duo Daniel Myrick ed Eduardo Sanchez, capace di riscuotere un tale successo di pubblico da ridefinire l’ottica produttiva di certo cinema, in cui il minimo investimento può portare a risultati economici stupefacenti.

La “Blair Witch mania” dilagò a tal punto che fioccarono parodie e in molti inserivano nei loro film un momento “alla Blair Wicth”, con macchina a mano traballante. Fu prodotto un instant-sequel, Blair Witch 2: Il libro segreto delle streghe, che arrivò nel 2000 con un’accoglienza generalmente negativa, malgrado il concept accattivante del film. Proliferarono poi libri, fumetti, videogames e un terzo film (un prequel) fu annunciato ma mai realizzato. Fino ad ora.

Nel 2009 la Lionsgate ha rimesso mano a questo franchise che ancora faceva parlare di se e che – di fatto – aveva anche aperto la strada a nuovi successi horror come Paranormal Activity, ma si sono perse tutte le tracce fino all’annuncio a sorpresa durante il Comic-Con di San Diego 2016, quando il regista Adam Wingard ha rivelato alla stampa che il film a cui stava lavorando, conosciuto fino a quel momento come The Woods, non era altro che il sequel ufficiale di The Blair Wicth Project.

Blair Witch 1

E così arriviamo a Blair Witch, terzo capitolo del franchise, sequel direttamente collegato al capostipite, nei cinema italiani dal 21 settembre grazie a Eagle Pictures.

Sono passati ormai diversi anni da quando Heather, Josh e Mickey sono scomparsi nella foresta di Black Hills, nel Maryland, mentre stavano realizzando un documentario sulla leggenda della Strega di Blair, vero spauracchio della zona. Ora qualcuno ha trovato e caricato su You Tube un filmato molto poco chiaro che mostra alcuni drammatici momenti che presumibilmente coinvolsero i ragazzi prima di sparire nel nulla e James pensa di aver visto nel video una donna che corrisponde a sua sorella Heather. Colmo di speranza, il ragazzo mette in piedi una spedizione mirata a rintracciare chi ha trovato e caricato il video sul web con lo scopo, poi, di esplorare la zona giusta della foresta di Black Hills.

blair witch

Ignorando i fatti raccontati nel secondo film (ma non poteva essere altrimenti, visto il materiale meta filmico di quell’opera), Blair Witch va a collegarsi direttamente all’opera di Myrick e Sanchez creando un ponte decisamente tardivo ma assolutamente coerente con la storia originale. Gettale le basi per immergere un nuovo gruppo di ragazzi nella foresta a caccia della Strega, questo sequel si comporta un po’ furbescamente più come un remake che come una vera prosecuzione, dal momento che le tappe percorse dal terzetto di personaggi del film del 1999 vengono riproposte abbastanza fedelmente. L’impressione è che si sia voluto andare sul sicuro rispettando una formula che all’epoca aveva funzionato a meraviglia, fornendo i dovuti aggiornamenti che rispondono al nome di “più ritmo”, “più azione”, “più violenza” e “più effetti speciali”… che poi sono un po’ i presupposti che stanno alla base della costruzione di un sequel di un film horror.

Blair Witch 2

Allo stesso tempo, visto che nell’arco di questi diciassette anni di film simili a The Blair Wicth Project se ne sono visti fin troppi, si è puntato su una moltiplicazione e frammentazione del punto di vista: non solamente quello delle videocamere a mano dei protagonisti, ma avremo un drone, tante cam piazzate in alcuni punti strategici vicino l’accampamento notturno dei ragazzi, go-pro piazzate indosso ai personaggi, telefoni cellulari e perfino gps atti a non farli perdere tra quegli alberi tutti uguali. La tecnologia, dunque, dovrebbe fornire un vantaggio ai personaggi, anche se si sa che quando c’è di mezzo il paranormale, la tecnologia sembra essere al servizio delle forze oscure.

Blair Witch, anche se tende a creare quel senso di déjà-vu che potrebbe far storcere il naso a chi cercava un po’ di novità da questo sequel lungamente annunciato, ha dalla sua un merito davvero importante per un film horror: è dannatamente ansiogeno!

Blair Witch 6

Da un certo punto e fino alla fine, Blair Witch si ammanta di un’atmosfera che non si respirava in un film horror  davvero da molto tempo. Il buio, la disperazione, la claustrofobia (anche negli spazi aperti) sono tali da creare un senso di sgradevolezza molto acuto. Chi scrive, ad un certo punto, ha avuto la necessità di abbandonare la sala per prendere letteralmente fiato, tale è la sensazione di immersione mista all’oppressione che grava sui protagonisti.

Se, quindi, l’intento del regista Adam Wingard era quello di trasmettere tali sensazioni, Blair Witch è forse uno degli horror più efficaci degli ultimi anni. La lunghissima sequenza finale, a tal proposito, è un piccolo manuale su come si genera terrore con la tecnica del POV.

Un altro merito di Blair Witch sta nell’essere riuscito ad accrescere la mitologia dietro la fantomatica Strega di Blair con dei dettagli molto affascinanti. Da questo film scopriamo in che modo è morta la strega, vediamo (anche se fugacemente) il suo raccapricciante aspetto e veniamo anche a sapere qual è il modo per evitare il suo influsso.

Blair Witch 3

Anche se a un primo acchito Blair Witch si presenta come la copia più ricca del film originale, andando avanti con la visione ci si trova dinnanzi a un film che sa generare emozioni. Usciti dalla sala si è confusi, disorientati, come se per un’ora e mezza si sia percorso senza méta un sentiero all’interno del bosco di Black Hills. Un’esperienza strana che non lascia indifferenti.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Riesce a creare ansia e un senso di oppressione che non abbandonano una volta finito il film.
  • Aggiunge dettagli alla mitologia della strega.
  • Non racconta una storia veramente nuova, mostrandosi più come un remake che come un vero sequel.
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Valutazione: 7.0/10 (su un totale di 1 voto)
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