Sin City: una Donna per cui Uccidere, la recensione

E’ la pellicola più attesa del mese, probabilmente dell’intero anno. Perché segna il ritorno di un connubio impagabile, quello tra l’eccentrico cineasta Robert Rodriguez e il geniale fumettista Frank Miller. Perché il primo capitolo ha conquistato quasi all’unanimità, in virtù della miscela esplosiva di grafica inedita e azione brutale. Perché alle atmosfere torbide e sensuali di Sin City, è difficile resistere. Nelle nostre sale, oggi, è finalmente approdato Sin City: una Donna per cui Uccidere e scommettiamo che, al box office, farà faville. Al di là, però, dei facili entusiasmi iniziali, proviamo ad analizzare questo sospirato sequel, divenuto realtà nove anni dopo il primo esperimento cinematografico, e a capire cosa aspettarci.
Siamo nuovamente di fronte a un’opera corale appassionata e violenta, rabbiosa e ambigua. Nella Città del Peccato, incontriamo ancora Dwight McCarthy, che stavolta ha le stautarie fattezze di Josh Brolin; l’implacabile Marv, interpretato da un maestoso Mickey Rourke; la tormentata stripper Nancy Callahan, che ha il corpo sinuoso di Jessica Alba, e il Senatore Roark (Powers Boothe), corrotto e malvagio fino al midollo. E’ attorno a questi personaggi familiari che si snodano, incontrano e scontrano le vicende di un incauto ma imbattibile giocatore d’azzardo (Joseph Gordon-Levitt) e di una donna tanto seducente e irresistibile quanto letale (Eva Green).

jessica sin city

Dal punto di vista prettamente registico, la pellicola è pari al suo archetipo filmico. Chi ha amato respirare il clima fumoso e infido della sudicia e malfamata cittadina troverà senza dubbio pane per i propri denti. Valga lo stesso discorso anche per quanto riguarda la celeberrima grafica, sempre vividamente espressiva, che, forse, si fa ancora più decisa e vigorosa. Il mondo di ombre e fantasmi creato dalla matita di Frank Miller, in cui la luce e i colori si offrono a morigerati quanto improvvisi sprazzi allo sguardo dello spettatore, accentuando in questo modo il proprio impatto, è ricreato con avvolgente efficacia e sensuale mistero. Non manca nemmeno l’alto tasso di violenza presente nell’originale, che qui si espleta prevalentemente in frequenti botte da orbi e movimentate sparatorie. Per tutti questi motivi, il film si conferma una coinvolgente esperienza estetica, che non deluderà chi si aspettava di ritrovare i capisaldi che fecero la fortuna del cult del 2005.

Spostando la nostra attenzione sul percorso narrativo e sulle interpretazioni attoriali, il discorso non è, tuttavia, così semplice. Non tutto il cast è in forma smagliante, ma non mancano performance notevoli, in primis quelle dei già citati Mickey Rourke e Joseph Gordon-Levitt. La new entry che, comprensibilmente, ha più di tutte sollecitato la curiosità del pubblico ha lo sguardo ammiccante della voluttuosa Eva Green, più felina che mai nei panni (quali?) di Ava Lord, la donna per cui uccidere del titolo. Per la gioia del pubblico maschile, le scene che vedono protagonista la bella Eva lasciano veramente poco o nulla all’immaginazione mentre l’attrice, dal canto suo, si cimenta nel consueto ruolo da micidiale femme-fatale che, però, le riesce così bene…

Sin City: A Dame to Kill For (2014) trailer -- Pictured: Eva Green (Screengrab)

La scrittura dei personaggi, in linea di massima, è accurata e arricchita da interessanti sfaccettature. A proposito di questo, il personaggio che parte decisamente sottotono e in sordina ma, quando finalmente ha il suo momento, conosce un’evoluzione e uno sviluppo coerenti e inaspettati al tempo stesso è quello di Jessica Alba alias Nancy Callahan, spogliarellista dal cuore spezzato che il desiderio di vendetta rischia di condurre all’autodistruzione. In generale, comunque, Rodriguez è decisamente dalla parte dei personaggi femminili, positivi o negativi che siano, facendo spesso degli uomini – all’apparenza grandi, grossi e ‘cazzuti’ – nient’altro che malleabile creta nelle loro mani. Impreziosiscono il cast, ricchissimo di talenti, gustosi camei del mitico Christopher Lloyd, della pop star Lady Gaga e di una simpatica Juno Temple.

Si parlava di vendetta, ed è proprio questo il fil rouge e fine ultimo cui tendono i protagonisti dei quattro episodi in cui si articola il film. Che sia nei confronti di un’amante bugiarda o dei soprusi di chi abusa di potere, a Sin City non sembra esserci spazio per altri sentimenti. E se questi – che siano amore, passione o comprensione – tentano, infatti, di trovare sincera espressione, le cose finiscono inevitabilmente per prendere una piega pericolosa e potenzialmente fatale per i protagonisti delle quattro storie. Queste ultime, tuttavia, mancano per lo più di smalto e originalità, risultando decisamente meno coinvolgenti rispetto a quelle narrate in Sin City. Seppure condita da una gradevole dose di grottesca ironia, infatti, la sceneggiatura è a tratti fiacca e prevedibile, configurandosi come il vero punto debole del sequel.

Sin-City-2-

In conclusione, dunque, per quanto non manchi un valido sottotesto mirato a veicolare messaggi importanti, è pur sempre la ‘firma’ di Rodriguez e Miller la maggiore attrattiva di Sin City: a Dame to Kill for. Non che questo sia un male, dal momento che il pubblico appagherò senz’altro la fame dei rassicuranti punti di riferimento che lo hanno conquistato quasi dieci anni fa. C’è però da aggiungere che chi si aspettava un superamento del primo film o qualche novità degna di nota, rimarrà probabilmente deluso. Nemmeno lo sfruttamento della terza dimensione può pienamente essere considerato un passo in avanti, giacche questo, inizialmente, regala più di qualche effetto sfizioso, ma, con lo scorrere dei minuti, finisce inevitabilmente per ‘appiattirsi’, diventando dimenticabile. In Italia, il film è distribuito da Lucky Red.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • In linea di massima, è un buon sequel con un grande cast.
  • Non disattende le aspettative di chi vuole tornare a respirare l’atmosfera del primo Sin City.
  • Le vicende narrate non sono particolarmente coinvolgenti e originali.
  • C’è poco o nulla di nuovo rispetto al prequel.
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