Star Wars: Il risveglio della Forza, la recensione

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana un ometto originario di Modesto, in California, scriveva la storia del cinema di fantascienza. Anzi non solo di fantascienza, ma anche avventuroso, d’azione e di tanti altri generi che confluivano l’uno nell’altro. Quell’ometto, che Forbes ha messo al numero 1 delle figure del panorama cinematografico più ricche al mondo, creò un brand che è diventato negli anni di tendenza e di culto: Star Wars.

Il primo film, che però era il quarto episodio, lo diresse nel 1977, lasciando poi ad altri il compito di completare la trilogia. Quell’ometto rimise mano innumerevoli volte a quei tre film, adeguandoli alla tecnologia crescente, finché la decisione di dare un prologo a quella storia che aveva fatto sognare miliardi di ragazzini (e non solo) in tutto il mondo. La seconda trilogia prende avvio nel 1999, non soddisfa tutti, soprattutto i fan più esigenti, con i quali quell’ometto non ha mai avuto un rapporto di grande stima. Oggi, quell’ometto che risponde al nome di George Lucas, ha definitivamente lasciato in mani altrui il suo brand, alla Disney per la precisione, e quando ha avuto modo di vedere l’Episodio VII – senza nessuna fretta, a quanto si dice – non si è scomposto più di tanto, limitandosi a dire che i fan di Star Wars ameranno di sicuro Il risveglio della Forza.

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George Lucas ha pienamente ragione. Forse nelle sue parole si intuisce quella freddezza che appartiene a chi ormai non fa più parte dei giochi, ma Il risveglio della Forza è il film che tutti attendevamo e le aspettative vengono pienamente premiate con un ritorno al franchise di Guerre Stellari potentissimo.

Il risveglio della Forza raccoglie in se tutto quello che di buono è stato fatto negli anni dalla saga: il senso dello spettacolo, l’avventura, la portata epica, l’ironia (non fanciullesca), il pathos e dei personaggi di spessore. J.J. Abrams, che è stato scelto per rilanciare il franchise (sembra che il suo nome sia stato suggerito da Steven Spielberg), ha una tale padronanza della materia da apparire davvero la persona perfetta per questa missione e questo ci è confermato in toto dopo la visione del film, che appare di grandissima coerenza con il pregresso della saga.

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Abrams, che aveva già avuto il compito di rilanciare Star Trek dividendo nettamente in due il pubblico e i fan, ha seguito una direzione ben precisa con Il risveglio della Forza, che è poi un proseguo naturale di quanto già fatto da Lucas/Kershner/Marquand, con una serie di scelte ponderate e senza dubbio vincenti.

Episodio VII, come indica la numerazione stessa, è un sequel a tutti gli effetti, ambientato trenta anni dopo Il ritorno dello Jedi. Ritroviamo i personaggi di allora che abbiamo amato negli anni, da Han Solo a Leia Organa, Chewbecca, C-3PO, R2-D2 e ovviamente Luke Skywalker. A interpretarli sono gli stessi attori che gli diedero un volto (quando non è nascosto da una maschera) trenta o più anni fa e già questo ci suggerisce quanto Abrams e la Disney siano stati attenti a dare al pubblico di affezionati quello che voleva, con il rispetto e la dedizione alla causa che un’impresa del genere giustamente richiede.

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Ma allo stesso tempo, Il risveglio della Forza apre le porte a una nuova generazione di personaggi e spettatori. Qualcuno, esagerando, ha addirittura parlato di reboot se non di remake di Episodio IV – Una nuova speranza. La verità è che Abrams e i suoi sceneggiatori Lawrence Kasdan e Michael Arndt hanno preso il classico “viaggio dell’eroe” su cui Lucas si basò per il film del 1977 e lo hanno applicato anche all’Episodio VII. Il risultato però è un proseguo vero e proprio che ha il compito di creare un ponte tra due epoche, con l’introduzione di nuovi personaggi che non sono assolutamente stati creati sulla falsa riga dei precedenti (che sono appunto ancora in scena!). Se Han Solo e Chewbacca hanno uno spazio particolarmente ampio e rispettano assolutamente le tipologie già conosciute, solo giustamente segnate da trenta anni sul groppone (Han è il solito irresistibile e orgoglioso sbruffone, ma ha un senso della responsabilità più accentuato; Chewebacca è un pochino più lamentoso di come lo ricordavamo), Leia e Luke compaiono meno, con il secondo che è il vero motore dell’azione di tutto il film. Le new entries sono molte, ma le più rilevanti sono di fatto quattro: Rey, Finn, Kylo Ren e BB-8.

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Rey, che ha il volto della quasi esordiente Daisy Ridley, di professione raccatta-robe sul pianeta/deserto Jakku e poi le rivende a un ricettore per piccole porzioni di cibo che le sono necessarie per vivere. Ah, elemento fondamentale, Rey è una ragazza, sa pochissimo del suo passato e pare avere sopita in se la Forza.

Finn, o meglio FN-2187, è uno stormtrooper… si, un soldato dell’ex Impero, ora ricostruito con il nome di Nuovo Ordine, che però si ribella ai suoi padroni e diserta la sua mansione a cui è stato destinato fin da bambino. A interpretarlo c’è, John Boyega, il protagonista del fanta-horror britannico Attack the Block.

Kylo Ren è il nuovo volto rappresentativo del Lato Oscuro, un apprendista di quelli che un tempo aspiravano a diventare Sith, braccio destro di Lord Snoke e affiancamento del Generale Hux. È lui che imbraccia la già caratteristica spada con elsa laser e ha il volto (coperto da una maschera) del vincitore della veneziana Coppa Volpi Adam Driver.

BB-8 è un droide tutto fare dalla forma sferica: potremmo definirlo l’evoluzione del modello R2. In Il risveglio della Forza appartiene al pilota della Resistenza Poe Dameron (Oscar Isaac) e ha l’importante compito di custodire una mappa stellare che conduce a una méta agognata sia dalla Resistenza che dal Primo Ordine.

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A loro si unisce un intero nuovo universo, biparticamente schierato tra buoni e cattivi, tra cui spiccano il Generale Hux, interpretato da Domhnall Gleeson, il misterioso Lord Snoke, a cui presta le movenze Andy Serkis, il già citato Poe Dameron e Maz Kanata, un esserino che in saggezza e conoscenza dovrebbe forse ricordare l’ormai defunto Yoda e che è interpretato in performance capture dalla vincitrice di premio Oscar Lupita Nyong’o.

Star Wars: Il risveglio della Forza evita saggiamente intrighi politici e dinamiche di potere concentrandosi sull’aspetto più avventuroso, ovviando così a quello squilibrio che in molti avevano notato nella trilogia di prequel.

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Il risultato è un film importante, non solo perché rilancia una saga che ha segnato il mondo del cinema nel suo complesso, ma anche per la indubbia riuscita dell’operazione. Abrams ha messo la sua personalità in un film completamente al servizio di un universo preesistente, consacrandosi il vero erede di tutto quel cinema fanta-avventuroso che ha cresciuto intere generazioni, dagli anni 70 a oggi. Il risveglio della Forza è un film potente e bellissimo, un’opera che racchiude in 130 minuti tutto quello che Star Wars è stato in quasi quarant’anni di vita, capace di salutare con affetto i fan di vecchia data e far appassionare a questo fantastico universo i più giovani.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Eccezionale coerenza con i pregressi della saga e allo stesso tempo voglia di espandere l’universo di Star Wars con nuovi personaggi.
  • Ritmo incredibilmente alto.
  • Riesce a racchiudere quanto di meglio era stato fatto negli episodi IV, V, VI.
  • Il nuovo droide BB-8.
  • L’idea di rendere protagonista uno stormtrooper.
  • Kylo Ren non ha ancora la forza e la credibilità per poter essere l’erede di Darth Vader.
  • Qualche passaggio narrativo frettoloso.
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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Star Wars: Il risveglio della Forza, la recensione, 9.0 out of 10 based on 1 rating

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