Toy Story 4, la recensione

Quando nel 1995 John Lasseter completava Toy Story forse non immaginava che avrebbe fatto la storia del cinema d’animazione, anzi del Cinema. Infatti Toy Story – Il mondo dei giocattoli arrivava in un periodo in cui il cinema d’animazione stava sperimentando, soprattutto in casa Disney, basti pensare che l’anno precedente Il Re Leone aveva già introdotto l’utilizzo dell’animazione computerizzata per un maggior realismo delle scene. Con Toy Story, però, Lasseter si spinse oltre: realizzare un intero lungometraggio con animazione 3D in computer grafica, tra l’altro di qualità sbalorditiva per l’epoca. Il film fu un successo enorme di pubblico (il maggior incasso del 1995) e di critica, che lo consacrò tra i 100 migliori film statunitensi di tutti i tempi, fu candidato a quattro premi Oscar vincendone uno, e nel 2005 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Un passo importante anche perché si trattava di un film palesemente da svolta, non solo per il passo tecnico che ha fatto fare all’animazione nel suo complesso, ma anche per le tematiche affrontate, per il tono, per la voglia di differenziarsi dalla massa disneyana regnante.

Toy Story 4 Forky

Toy Story è diventato un franchise scandendo con efficacia le fasi di maturazione (e presa di coscienza) della Pixar: ogni capitolo ha rappresentato un gradino più alto della perfezione tecnica, ogni film ha raccontato a grandi e bambini un nuovo modo per affrontare il mondo, con sensibilità, intelligenza e maturità.

Siamo arrivati a Toy Story 4, un film che fino a qualche tempo fa non avremmo messo in conto, visto che nel 2010 il terzo episodio aveva chiuso idealmente una trilogia. Eppure, in quel della Disney-Pixar, hanno creduto fermamente nel ritorno di Woody, Buzz & co. per una nuova avventura che prendesse le mosse proprio lì dove il dolcemente malinconico finale di Toy Story 3 ci aveva lasciati.

Ora Woody, Buzz, Jesse, Mr. e Mrs. Potato, Rex e gli altri giocattoli di Andy sono passati a Bonnie, una bambina timida e intelligente che anima le sue giornate con fantasiose avventure insieme ai suoi giochi. Solo che Woody, una volta leader di tutto il gruppo e giocattolo preferito da Andy, non è più al centro dell’attenzione. Un nuovo obiettivo per lo sceriffo arriva quando fa la conoscenza di Forky, un giocattolo ricavato con oggetti della spazzatura che Bonnie ha realizzato durante il suo primo giorno di scuola. Forky è il nuovo giocattolo preferito della bambina ma non riesce ad accettare il suo ruolo e ha anche strambe manie suicide. Quando Bonnie si avventura in una vacanza con i suoi genitori e porta con se tutti i suoi giocattoli, Forky si getta fuori dal camper e Woody lo segue per recuperarlo e fargli capire l’importanza che ha per la sua bambina. I due finiranno in un luna park, al centro di mille pericoli, dove Woody ritroverà però un prezioso alleato del passato.

Toy Story 4

Dopo aver raggiunto l’apice con Toy Story 3 – La grande fuga, la saga creata da John Lasseter rimane intelligentemente in territori già esplorati dal film diretto da Lee Unkrich. Ma se è inevitabile notare quella maturità di fondo che sembra parlare più a un pubblico adulto e quella struttura narrativa avventurosa che ha al centro del racconto un salvataggio, è anche vero che Toy Story 4 sa portare avanti un percorso personalissimo che si allontana da quanto fatto in precedenza pur rimanendone perfettamente fedele. Josh Cooley, animatore rodato in casa Pixar (Gli Incredibili, Ratatouille, Up, Inside Out), è qui all’esordio alla regia di un lungometraggio dopo aver diretto il corto Il primo appuntamento di Riley, spin-off/sequel di Inside Out, rimasto solo in seguito all’abbandono da parte di John Lasseter a causa dei noti fatti di molestie di alcuni mesi fa.

Toy Story 4, più dei precedenti, si focalizza sul personaggio di Woody con uno sviluppo sorprendente che chiude idealmente l’arco narrativo che lo riguarda. Woody, nei precedenti film, è sempre stato il perno della fantasia di Andy, il “giocattolo preferito” e leader di tutta la comunità nella stanza del bambino. Amico fedele, eroico salvatore di altri giocattoli, leale e accogliente, stavolta Woody si trova per la prima volta messo da parte. Perché si sa, i giochi di una bambina non sono uguali a quelli di un bambino e Bonnie preferisce conferire la carica di sceriffo (con relativa stellina) a Jesse, declassando Woody a gioco da armadio. Questo ferisce l’ex sceriffo, ma non ridimensiona il suo entusiasmo, non lo allontana dalla sua missione primaria – ovvero far felice il suo bambino – ed è per questo che decide di accompagnare Bonnie al primo giorno d’asilo: l’impatto con la realtà per un bambino può essere traumatica se non affrontata in compagnia di un fidato amico come può esserlo Woody. Ed è proprio grazie al cowboy, a conti fatti, che nasce Forky, un giocattolo ricavato da una forchetta di plastica, un bastoncino di legno, un fil di ferro e po’ di plastilina. Novello mostro di Frankenstein, Forky è un personaggio confuso, impaurito, che non riesce ad accettare se stesso e il ruolo che è chiamato a coprire. Il suo habitat è la spazzatura e lì vuole vivere.

Toy Story 4 Gaby

La lunga avventura che porterà Woody e Forky a interagire e a conoscersi mette i due personaggi costantemente alla prova, è un percorso di accettazione che conduce il forchetto e il cowboy a risultati differenti.

Pur ruotando attorno a questi due personaggi, Toy Story 4 da il giusto spazio anche a Buzz Lightyear, qui eroico recuperatore che fornisce un fondamentale apporto alla missione, e un manipolo di nuovi personaggi decisamente riusciti. Se i due peluches conosciuti al tiro al bersaglio sono l’elemento comico (incredibilmente scorretto!) e il motociclista Duke Kaboom è un ulteriore tassello nel macro-tema dell’auto-accettazione, a colpire per profondità di scrittura è Gaby Gaby, una vecchia bambola degli anni 50 regina del negozio d’antiquariato dove Woody viene intrappolato. Gaby Gaby, circondata da inquietanti marionette che le fanno da servitori, è alla ricerca di una bambina che possa volerle bene, lei che è nata con un difetto di fabbrica, il sintetizzatore vocale non funzionante. Accomodante despota, subdola e loquace vipera, Gaby Gaby è l’ennesima conferma che Josh Cooley ci vuole raccontare la diversità, la ricerca di una dimensione personale che possa riscattare da una vita infelice. Forky, Gaby Gaby, Woody sono tre facce dello stesso poligono, sono la materializzazione delle insicurezze dell’infanzia che, con la crescita, possono correggersi e condurre a quella felicità che si raggiunge, in primis, accettando se stesi.

Toy Story 4 Bo Beep

Quello di Toy Story 4 è un messaggio bellissimo che la Pixar aveva già caldeggiato nel (purtroppo poco celebrato) Alla ricerca di Dory, diretto ai bambini ma comprensibile soprattutto dagli adulti. E il bello di questa saga è che si è trovata a crescere insieme al suo pubblico: se Toy Story nel 1995 parlava fondamentalmente a un bambino, negli anni ha condotto per mano quel bambino fino all’età adulta. Un bambino che, realisticamente, oggi può essere genitore e decodificare quel messaggio per raccontarlo al proprio figlio.

Toy Story è stato importante, la saga di Toy Story lo è e questo quarto capitolo è una conferma della grandezza di un’opera vista nel suo complesso. Non un semplice “cartone animato” ma un esempio di grande cinema, fatto di sceneggiatura, invenzioni di regia, personaggi stupendi e quella costante voglia di stupire.

Non sarà il miglior Toy Story della saga (il terzo gli rimane superiore), ma anche questo quarto capitolo sa distinguersi oltremisura nell’affollato universo dell’odierno cinema d’animazione.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ben scritto e focalizzato su una incredibile crescita caratteriale di Woody.
  • Toy Story 4 è la conferma che questa saga è cresciuta insieme ai suoi spettatori.
  • Il messaggio che questo film trasmette è importante.
  • Dopo Toy Story 3 era difficile far meglio e infatti Toy Story 4 gli rimane (di poco) inferiore… ma che film, ragazzi!

Potete leggere il resoconto della conferenza stampa di Toy Story 4 e guardare il video integrale cliccando qui.

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