Zack Snyder’s Justice League, la recensione

Dopo quattro lunghi anni di rivelazioni, smentite e attese che avevano fatto della famigerata “Snyder Cut” di Justice League quasi una leggenda metropolitana, il film così come era stato pensato da Zack Snyder vede finalmente la luce e arriva in esclusiva digitale nel pacchetto di abbonamento di Sky Cinema e NowTv. Ma l’iter che ha condotto alla Zack Snyder’s Justice League è davvero singolare e rappresenta un unicum nel panorama cinematografico, tanto da aprire spiragli a una nuova forma di affermazione autoriale nelle fila del cinema mainstream delle grandi majors che, in determinati casi, la visione dell’autore tende a metterla da parte.

Ma facciamo un passo indietro.

Nel 2017 usciva nei cinema Justice League, capitolo cruciale del DCEU che avrebbe portato i più celebri eroi DC Comics a unirsi contro un nemico comune. Il film, però, ebbe una produzione piuttosto travagliata data sia da un pesante lutto in famiglia per il regista Zack Snyder (la figlia adottiva Autumn si tolse la vita), sia un dietrofront da parte di Warner Bros. che decise di cambiare tono al loro Universo Condiviso dopo i risultati fin troppo freddi riscossi da Batman v Superman: Dawn of Justice e Suicide Squad. Snyder fu sostituito in cabina di regia da Joss Whedon che gettò via quasi tutto il lavoro del collega (si dice che abbia tenuto solo un 20% del pregresso) e, dietro richiesta della produzione, alleggerì sia il tono generale dell’opera sia la durata che da tre ore passò a due scarse. Il risultato fu un fiasco colossale, sia in termini qualitativi (il film non era di certo brutto, ma i rimaneggiamenti si notavano tantissimo) sia economici, fornendo a Warner Bros. gli estremi per mettere da parte quella linea narrativa inaugurata con successo nel 2013 con L’uomo d’acciaio e perseguire altri obiettivi con il DCEU, snaturandolo e riplasmandolo in maniera schizofrenica.

Eppure, a Zack Snyder non è mai andato giù il trattamento che il SUO film aveva subito e così molti addetti ai lavori cominciarono a diffondere la notizia che esistesse una versione alternativa di Justice League e che il regista ci stesse mettendo mano. Nulla di ufficiale, ma cominciò a crearsi un hype tale, con i social network a fare da cassa di risonanza con petizioni e specifici hashtag in trend topic su twitter da convincere Warner Bros. di rimettere davvero mano alla versione originaria di Justice League che Zack Snyder reclamava. Circa un anno di post-produzione, qualche settimana di shooting aggiuntivo e 70 milioni di budget (ma le cronache ci dicono che Snyder ha rinunciato al suo compenso) per far emergere a nuova vita Justice League nella versione che era nella testa del suo primo regista. Questo ha cavalcato anche una pesante campagna di diffamazione nei confronti di Joss Whedon per ragioni, in parte, legate al set di Justice League e così ora il DCEU è come se avesse cancellato il film uscito in sala nel 2017 accogliendo a “canon” la Zack Snyder’s Justice League.

E va subito messa in chiaro una cosa: Zack Snyder’s Justice League non è una versione estesa o una director’s cut come è capitato tante altre volte nel mondo del cinema. Si tratta, bensì, di un film completamente nuovo che possiede circa l’80% di materiale inedito in confronto al film già distribuito: dura ben 272 minuti (quasi quattro ore), ha un aspect ratio differente che sui nostri televisori renderà in 4:3 (il film era stato pensato per sfruttare un formato particolare IMAX che si estendesse in verticale invece che nel consueto orizzontale) e presenta personaggi e risvolti nella trama che nella versione di Joss Whedon erano completamente assenti.

Dunque, se qualcuno mai vi dirà che Zack Snyder’s Justice League è lo stesso film che porta la firma di Joss Whedon, solo 2 ore più lungo, sappiate che vi sta mentendo perché si tratta di due opere completamente differenti se non nel fatto che utilizzano lo stesso soggetto.

Zack Snyder’s Justice League è un film che rispecchia in toto lo stile e la visione autoriale del regista e soprattutto porta avanti con estrema coerenza il discorso iniziato con L’uomo d’acciaio e proseguito con Batman V Superman: Dawn of Justice, di cui questo è a tutti gli effetti un sequel. Gli eroi (più o meno super) di questa saga non sono simpatici e scanzonati difensori del giusto che fanno del loro status un vantaggio, un gioco; piuttosto sono esseri tormentati la cui situazione di superiorità grava su di loro come una letale spada di Damocle. Essere Superman o Batman nel DCEU non è “figo” ma è una maledizione che svuota questi personaggi di un’identità, di un’intimità, perfino di una morale trasformandoli in potenziali armi di distruzioni di massa, come Superman, o sociopatici passivo-aggressivi come Batman. Zack Snyder’s Justice League segue quest’ottica e la porta a un livello successivo, con l’aggiunta di ulteriori personaggi con problemi (personali e caratteriali) dalle cui azioni dipende il destino del mondo.

Nel disegno complessivo, ogni personaggio deve incarnare una tipologia caratteriale ben precisa, per cui avremo la simpatia e l’entusiasmo giovanile di Barry Allen/Flash, l’irruenza un po’ spaccona di Arthur Curry/Aquaman, la saggezza e la determinazione da leader di Diana Prince/Wonder Woman, a cui si va aggiungere il tormento esistenziale di Victor Stone/Cyborg, vero personaggio cruciale nella costruzione narrativa del film. Un personaggio che nella versione 2017 ne era uscito particolarmente sacrificato, poco accattivante, ma qui assume una funzionalità completamente rivista e fondamentale per le fila risolutive della vicenda.

Ma Cyborg non è l’unico personaggio tirato a nuovo nella Snyder Cut, dal momento che il villain… anzi, i villains, assumo una personalità ben diversa. Il Generale Steppenwolf non è più il solo avversario della Justice League, qui affiancato dal ben più temibile Darkseid che nell’altro film veniva solo citato ma non veniva mai mostrato ne, tantomeno, entrava in azione. Qui Steppenwolf ha un look differente, più temibile e mostruoso, e agisce per conto del suo sovrano Darkseid con l’intento di farsi perdonare per un tentativo di golpe ai suoi danni. Per tutto il film vediamo in azione Steppenwolf, impegnato nella ricerca delle scatole madri, come nel film di Whedon, ma la presenza di Darkseid è costante, spesso accompagnata da quella del suo collaboratore Desaad (sullo sfondo spesso notiamo addirittura la sagoma di Granny Goodness), e protagonista di una lunga e spettacolare sequenza flashback che racconta il suo primo tentativo (fallito) di conquista della Terra. Inoltre, in questo film viene introdotto il concetto di Equazione Anti-Vita che diventa cruciale per il villain e per le sue motivazioni (oltre che per sviluppi futuri che forse non vedremo mai).

Ovviamente Zack Snyder’s Justice League ha tanto, tanto di più utile a coprire le quattro ore di durata, con altri personaggi inediti (uno in particolare che non vi svelo per non incorrere nello spoiler), situazioni mai viste prima e un approfondimento dedicato a ognuno dei personaggi principali, così da caricarli di una personalità ben più completa e complessa.

Il tutto è condito con l’estetica tipica del cinema di Zack Snyder, quella dei cieli plumbei alla 300 e dello slow motion per enfatizzare le scene d’azione (alcune bellissime e di una complessità tecnica incredibile), musica extradiegetica spesso contrapposta alla drammaticità delle immagini e un uso massiccio della CGI (comunque di livello molto alto, nonostante la travagliata post-produzione). Dunque, se non digerite lo stile, ormai personalissimo, di Zack Snyder sappiate che la sua Justice League ne è colma.

Strutturato in capitoli (6, più un epilogo), proprio come se ci avventurassimo nella lettura di una miniserie a fumetti, Zack Snyder’s Justice League è un’opera complessa e strutturata che si prende molto sul serio, un film epico tanto nel tono che nella messa in scena che può essere tranquillamente considerato l’epigono DCEU ai due Avengers finali dell’MCU, peccato solo che siamo arrivati a questo capitolo – che non è conclusivo, nelle intenzioni – quasi come un incidente di percorso, negando il naturale evolversi degli eventi e la giusta scansione dei film. Un danno enorme che i piani di Zack Snyder per il DCEU siano andati a monte perché la sua visione del supereroe è originale – cinematograficamente parlando – e possiede la giusta chiave di lettura per offrire allo spettatore una chiave di lettura alternativa sul genere. Possiamo solo ringraziare, a questo punto, che la vera forma di Justice League sia venuta a galla perché è un film possente, importante, sontuoso, sicuramente quello che ogni vero amante dell’universo DC chiedeva di avere.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ogni tassello è al suo posto per avere una visione completa sugli eventi.
  • Visivamente spettacolare.
  • I personaggi hanno il giusto arco narrativo.
  • Questa è la vera Justice League!
  • Se non vi piace lo stile di Zack Snyder, la sua Justin League ne è un concentrato. Uomo avvisato…
  • Visto in tv (e non si può fare altrimenti nel marzo 2021), il film assume un aspect ratio 4:3 che sembra sacrificare la spettacolarità del film.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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