Amici come prima, la recensione
Sono passati 13 anni esatti da quando Massimo Boldi e Christian De Sica hanno intrapreso strade differenti interrompendo quel sodalizio artistico che durava dal 1985, quando i due attori hanno recitato per la prima volta insieme ne I pompieri di Neri Parenti, fino a diventare i volti simbolo della commedia natalizia italiana con i famigerati cinepanettoni. È del 2005, infatti, Natale a Miami l’ultimo film insieme prima che i due comici si allontanassero per colpa, da quel che si dice, del dispotismo di Aurelio De Laurentiis; ma il momento di veder di nuovo insieme il duo è arrivato grazie al film Amici come prima.
Un titolo che sembra più una dichiarazione d’intenti, un film che si allontana prepotentemente dalle dinamiche del cinepanettone per dar vita a una commedia che porta l’arte di arrangiarsi a livelli estremi e riflette sull’amicizia come valore imprescindibile di ogni rapporto umano.
Cesare Proietti è il direttore del lussuoso albergo proprietà del noto imprenditore Massimo Colombo, ma un giorno, causa tagli al personale, Proietti si ritrova retrocesso a direttore della lavanderia dell’hotel, incarico che per dignità rifiuta. Finito improvvisamente sul lastrico a causa di numerosi anticipi sulla liquidazione chiesti nel tempo e con una famiglia esigente da mantenere, Proietti decide di fingersi donna per ambire al posto di badante proprio del signor Colombo. Ma l’imprenditore è un sessuomane cronico e renderà davvero dura l’impresa di Proietti.
Co-sceneggiato e diretto da Christian De Sica (anche se pare ci sia lo zampino di suo figlio Brando in regia), Amici come prima è un film fortemente forgiato sull’attore romano tanto da racchiudere molte delle caratteristiche del suo cinema. E infatti la vera anima del film è lo stesso De Sica, imprescindibile protagonista e mattatore dei momenti più riusciti, mentre Massimo Boldi ci mette una ritrovata verve per spalleggiare il collega al meglio per dar corpo a un personaggio a tratti surreale, proprio come il comico milanese ci ha abituato.
Non esente da indispensabile comicità triviale che trova il suo catartico apice nella parolaccia, Amici come prima pone il focus sul concetto di libertà intesa come espressione di se stessi senza restrizioni, vincoli e pregiudizi. Per questo motivo il personaggio interpretato da Christian De Sica trova affermazione professionale travestito da donna e fare quello che più lo entusiasma, ovvero spettacoli musicali, così come suo figlio Matteo – interpretato da Francesco Bruni – vuole sfondare nel mondo del rap con una canzone dedicata a una donna, ma non trova la giusta credibilità perchè omosessuale. E ancora l’imprenditore interpretato da Massimo Boldi, che non vuole accettare il passare degli anni e per sentirsi giovane ama circondarsi di belle ragazze, facendo il verso a un ben noto Presidente. L’intero film è incentrato proprio sul principio di affermare la propria identità attraverso la libertà di essere se stessi e per far ciò si passa attraverso una serie di gag che reclamano la paternità di certa comicità, alcune molto riuscite, altre decisamente meno (la gag del dick control è tremenda).
Non privo di una certa cura formale che passa da raffinate scelte di regia a un commento musicale particolarmente calzante (ma non si rinuncia alla hit dell’estate appena passata, che questa volta è Faccio quello che voglio di Fabio Rovazzi), Amici come prima ha anche un bizzarro sapore metacinematografico che oltre alla questione “titolo” si manifesta attraverso qualche battuta (“ma non ci siamo già visti? – domanda Massimo Colombo alla badante Cesare proietti appena assunta, specificando – “Miami, India, sul Nilo…”) e un finale votato al disvelamento della finzione cinematografica. Lo stesso De Sica, con il travestimento da donna, sembra rifare il verso al personaggio interpretato in Belli freschi (1987) piuttosto che nell’episodio La festa di carnevale di Anni ’90 (1992).
Amici come prima si avvale anche di buoni comprimari come Lunetta Savino e Maurizio Casagrande, anche se non si può dire lo stesso della recitazione finto-milanese di Regina Orioli.
Un ritorno anche al di sopra delle aspettative che recupera in un colpo solo anni e anni di cinepanettoni da solisti per Boldi e De Sica che oscillavano puntualmente tra il mediocre e il pessimo, invece con Amici come prima si vola più in alto.
Roberto Giacomelli
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