Batman: Arkham Origins, una recensione del videogame

Torna il Cavaliere Oscuro della DC Comics per un terzo capitolo della nuova saga videoludica di successo che si pone, però, come prequel ai due titoli già disponibili: Batman – Arkham Origins.

Per questa nuova avventura del celebre Uomo Pipistrello – che è disponibile da poche settimane su PC e su console PS3, X-Box 360 e Wii U – lo sviluppatore storico, ovvero la londinese Rocksteady Studios, lascia il testimone alla canadese Warner Bros Games, che si era già occupata della versione Nintendo Wii U di Batman: Arkham City. Non ci sono troppe differenze in confronto al passato e questo cambiamento in sede di sviluppo non compromette minimamente l’appeal di questa saga, riproponendo con questo nuovo titolo la sinergia di successo tra action, stealth, free roaming e universo DC. In questo caso abbiamo un’intelligente variazione sull’arco narrativo che coinvolge questa magnifica saga videoludica; dal momento che alcuni dei più importanti nemici di Batman sono usciti di scena nei due capitoli precedenti, stavolta si torna indietro nel tempo così da giustificare la ricomparsa di alcune vecchie glorie del parco villains. Ma Batman: Arkham Origins non utilizza l’espediente del prequel solamente per riproporre volti celebri della mitologia DC, ma si fa forte di una serie di ottime trovate che sono proprio alla base dell’appeal di questo nuovo titolo.

In Arkham Origins Batman è giovane, tornato a Gotham City da soli due anni dal ritiro spirituale che l’ha forgiato come combattente esperto e ancora non elevato a status symbol della lotta al crimine, anzi, la stessa polizia di Gotham – che non risponde agli ordini di Jim Gordon bensì a quelli del corrotto Commissario Loeb – lo considera un pericolo, un vigilante trattato alla stregua dei supercriminali che si è prefissato di combattere. Batman qui è violento e irruento più che negli altri giochi e si trova ad dover affrontare una situazione decisamente critica che lo riguarda in prima persona.

Fulcro della trama di Batman: Arkham Origins infatti è la taglia che pesa sulla testa dell’Uomo Pipistrello sotto iniziativa del super-criminale Maschera Nera, un boss della malavita che assalta la prigione di Arkham liberando alcuni criminali e lanciando loro la sfida di catturare Batman dietro lauta ricompensa. A mettersi sulle tracce del Cavaliere Oscuro ci sono 8 criminali, alcuni molto noti al pubblico dell’universo DC e già visti nei precedenti giochi, altri minori e familiari solo ai fans. I villains interessati sono: Bane, Firefly, Killer Croc, Deathstroke, Shiva, Deadshot, Electocutioner e Copperhead. Ma oltre a loro, anche molti poliziotti di Gotham (per lo più corrotti) si mettono sulle trace di Batman, rendendo la vita del nostro eroe mascherato decisamente dura.

Il bossa della malavita di Gotham City Maschera Nera

Il bossa della malavita di Gotham City Maschera Nera

Questo è l’incipit di Batman: Arkham Origins, che si ambienta durante la vigilia di Natale e quindi utilizza delle locations coperte dalla neve e illuminate dalle luci natalizie e quindi visivamente molto accattivanti, che però ha dei risvolti e colpi di scena degni delle migliori sceneggiature cinematografiche. A questa main line narrativa si uniscono, inoltre, sotto trame e missioni secondarie slegate dalla trama principale che prolungano l’esperienza di gioco e la rendono più varia e longeva. Alle ormai immancabili Sfide dell’Enigmista, si aggiungono le missioni secondarie facoltative che Batman riesce a conoscere grazie alle intercettazioni dalla radio della polizia e che forniscono al giocatore punti esperienza che servono a potenziare il personaggio. Poi ci sono le missioni “Ricercato” e “Detective”: le prime interessano delle prove a tempo che impegnano Batman nel sabotare i piani di alcuni criminali e la loro cattura, le seconde invece interessano la raccolta di indizi per prevenire alcuni crimini o individuare i colpevoli di delitti appena compiuti attraverso l’analisi delle scene del crimine. È proprio in queste missioni “collaterali” che compariranno alcuni dei più noti nemici di Batman come Joker, Pinguino e Cappellaio Matto.

In questo nuovo capitolo della saga di Batman, inoltre, troviamo una nuova varietà di armi e abilità per il nostro Uomo Pipistrello, come i guanti che emettono scosse elettriche e l’artiglio che consente di afferrare più bersagli contemporaneamente. Elemento fondamentale di questo prequel è la Bat-caverna, mai utilizzata a dovere nei due giochi già usciti e qui invece centrale come intermezzo tra le varie sessioni di gioco, dove possiamo rifugiarci per analizzare gli elementi raccolti che servono per poter andare avanti nella missione oppure semplicemente per fare un po’ di training grazie alla “palestra”. A differenza degli altri giochi, in cui Alfred era solo una voce/coscienza per il nostro eroe, qui il maggiordomo di casa Wayne compare e interagisce con Bruce/Batman.

Altro punto focale di Batman: Arkham Origins è la vastità delle aree giocabili che fanno di questo gioco una sorta di free roaming. Riprendendo l’idea che stava dietro al precedente Arkham City, anche qui c’è la possibilità di spostarsi per l’intera città, solo che questa volta la vastità delle aree accessibili è almeno tre volte maggiore, dando così modo al giocatore di perdersi tra i vicoli di Gotham City alla ricerca di indizi e missioni opzionali da svolgere per accrescere i punti esperienza, trovare i numerosi segreti nascosti e procedere nell’avanzamento in percentuale di gioco. Per spostarsi in questa ampissima area di gioco questa volta disponiamo del leggendario Batwing, l’aereo personale di Batman, che possiamo chiamare in alcune zone del gioco per spostarci velocemente da un’area all’altra.

Batman in azione

Batman in azione

Sotto il punto di vista puramente tecnico non c’è nessun particolare appunto da fare.

A livello grafico Batman: Arkham Origins è spettacolare, con un’attenzione per il dettaglio e la gestione delle luci incredibile… ma in fin dei conti questo stato di semi-perfezione era già stato raggiunto da Arkham City, quindi se si può rimproverare una cosa a quest’ultimo capitolo è giusto il non essere riuscito a introdurre sostanziali migliorie tecniche al comunque già ineccepibile capitolo precedente. Ma possiamo notare che la Warner Bros Games ha cercato di riproporre in maniera pressoché intatta l’intera esperienza di gioco che era stata il successo del precedente titolo. Una decisione sicuramente giusta e ponderata, visto l’altissimo gradimento raggiunto da Arkham City che sarebbe stato assurdo stravolgere già al titolo successivo. Dunque rimane sostanzialmente simile il gameplay, intuitivo e con una buona gestione delle sessioni d’azione e di combattimento. Notevole anche l’intelligenza artificiale che è perfino modulata differentemente in relazione ai personaggi, con comportamenti e attacchi diversi; di ottimo livello anche il doppiaggio italiano, che riutilizza le stesse voci dei giochi precedenti.

Infine è da sottolineare il fatto che Batman: Arkham Origins si fa forte di una modalità online multiplayer che differisce completamente dall’esperienza di gioco primaria. C’è la possibilità di giocare in otto contemporaneamente, divisi in tre gruppi, due cattivi e uno buono. Un gruppo è composto da Batman e Robin, gli altri due rispettivamente dagli scagnozzi di Bane e Joker. L’obiettivo del primo gruppo è impedire agli altri due di compiere le loro attività criminose, mentre per i due gruppi “negativi” l’obiettivo è portare  a termine le loro missioni prima del gruppo criminale avversario ed evitando le intromissioni dei due eroi. Una modalità, dunque, che offre ulteriore longevità e varietà a un titolo davvero ottimo che va ad allinearsi alla caratura qualitativa dei due che l’hanno preceduto e facendo, dunque, di questa saga videoludica la migliore incarnazione in assoluto del Cavaliere Oscuro in un videogioco.

Roberto Giacomelli

 

BATMAN: ARKHAM ORIGINS

Sviluppatore: Warner Bros Games Montreal

Distributore: Warner Bros Interactive

Genere: Azione, stealth

Disponibile per: PS3, X-BoX 360, Wii U, PC (Microsoft Windows)

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