Cronaca di un amore e Gran bollito: alla riscoperta di due cult italiani in home video

Nelle scorse settimane CG Entertainment ha (ri)portato in home video due cult italiani del passato, entrambi già editi ma ormai irreperibili poiché fuori catalogo da tempo. Due thriller decisamente anomali, due film di genere che cercano spasmodicamente il dialogo con certo cinema d’autore. Da una parte, infatti, abbiamo il monumentale Cronaca di un amore, l’opera prima di Michelangelo Antonioni, un delicatissimo dramma sentimentale che si tinge di crime all’insegna dei preziosissimi insegnamenti hitchcockiani. Dall’altro lato, invece, abbiamo il Gran Bollito di Mauro Bolognini, un’opera grottesca e fuori da qualsiasi schema che affronta la reale storia di Leonarda Cinciulli, o meglio nota come “La Saponificatrice”, ovvero la più nota serial-killer della storia italiana.

Siamo nel 1950. Dopo una corposa attività nel mondo del documentario, il regista ferrarese Michelangelo Antonioni compie il suo debutto dietro la macchina da presa in una pura opera di fiction. E lo fa con il film Cronaca di un amore, un melodramma d’autore che si tinge pian piano di thriller nella misura in cui non sarebbe dispiaciuto al maestro Alfred Hitchcock.

Enrico è un ricco uomo d’affari milanese, un uomo tutto d’un pezzo che però è schiacciato da una pesante gelosia nei confronti di sua moglie Paola. Per cercare di tranquillizzarsi, o per dare concretezza ai suoi dubbi, Enrico si rivolge ad un investigatore privato che ha lo scopo di indagare sul passato della donna. L’investigatore scopre che Paola, qualche mese prima di sposare Enrico, aveva avuto una relazione clandestina con Guido, un ragazzo allora fidanzato con un’amica di Paola. La relazione tra i due si interruppe a seguito di un tragico e strano incidente ai danni della fidanzata di Guido. Paola e Guido, da quel momento, non si sono più visti e nel frattempo la donna ha conosciuto e sposato Enrico. Ma quando un giorno Guido torna a Milano e va a cercare Paola, la passione che si era interrotta tra i due scoppia nuovamente e Paola inizia adesso a sentirsi in gabbia nella relazione matrimoniale con Enrico.

Molto debitore a certi meccanismi del thriller e del noir della Hollywood classica ma capace, al tempo stesso, di ricordare alcuni capolavori di Alfred Hitchcock che però saranno realizzati dal maestro negli anni a seguire (Il delitto perfetto, ad esempio, è del 1954), Cronaca di un amore è una magistrale opera prima capace di riflettere immediatamente l’innata capacità di Antonioni di rileggere certi generi in modo squisitamente autoriale. Proprio sotto quest’aspetto, infatti, il suo Cronaca di un amore è un film che – nonostante i suoi 72 anni – riesce ad essere ancora oggi spaventosamente moderno.

Un intenso melodramma che si tinge di nero lentamente, che porta lo spettatore ad empatizzare con due protagonisti che vivono l’amore nelle sue sfumature più patologiche e marce, due personaggi che vivono il sentimento in modo così travolgente da non riuscire più a scindere il bene dal male.

Inserito al 16° posto della lista “100 film italiani da salvare” redatta nel 2008 dalle Giornate degli Autori (all’interno della Mostra del Cinema di Venezia) per segnalare le cento opere cinematografiche che hanno contribuito a raccontare il cambiamento della memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978, Cronaca di un amore è una delle opere più significative nella filmografia di un Autore che ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia del cinema.

Già distribuito in passato da Surf Film (in un’edizione 2 DVD) e dalla stessa CG Entertainment, Cronaca di un amore torna reperibile sul mercato home video grazie a CG che lo distribuisce per la prima volta in alta definizione blu-ray disc, ovviamente nella versione restaurata. Curiosamente però, in questa nuova edizione, si perdono i contenuti extra che invece erano presenti nelle edizioni passate (sia in quella doppio disco messa a disposizione da Surf che nella stessa prima edizione DVD editata da CG). Nella sezione extra di questa nuova edizione ad alta definizione, infatti, troviamo solamente una reel con le locandine d’epoca del film, un’offerta decisamente magra trattandosi di quella che dovrebbe essere l’edizione definitiva di un’opera monumentale.

Nulla da lamentare sul versante tecnico. Trattandosi della versione restaurata dell’opera, infatti, il quadro video restituisce un’immagine viva che risplende in un lucido bianco e nero e il reparto sonoro riesce ad essere decisamente squillante e pulito grazie ad una doppia traccia, sia DTS HD Master Audio 2.0 che Dolby Digital 2.0.

Voltiamo pagina e passiamo al secondo thriller d’autore di questo dittico appetitoso. Già, appetitoso è proprio il termine giusto quando ci si trova a parlare di Leonarda Cianciulli, aka “La Saponificatrice”. Leonarda Vincenza Giuseppa Cianciulli, nata a Montella e morta a Pozzuoli nel 1970, è stata una famosissima assassina seriale italiana. Potremmo definirla senza troppe difficoltà l’Ed Gein del Belpaese, ribattezzata “La Saponificatrice” per la sua macabra idea di uccidere tre donne, sciogliere nella soda caustica e fare con i loro resti sia del sapone che dei biscotti. Una storia, quella della Cianciulli, che sembra avere dell’incredibile. Una storia mostruosa che sembra partorita dalla fantasia di uno scrittore amante del cinema horror ma che, invece, è drammaticamente reale.

«Ebbene me le ho mangiate le mie amiche, se vuole essere mangiato anche lei, sono pronta a divorarlo […], le scomparse me le avevo mangiate una in arrosto, una a stufato, una bollita». Afferma così la Cianciulli all’agente di polizia Valli, che le domandò che fine avessero fatto le tre donne scomparse.

In Gran Bollito ci viene raccontata la storia di Lea, una donna napoletana che si trasferisce in una piccola cittadina del nord per gestire un botteghino del Lotto. La donna è segnata dal trauma dell’aver avuto tredici figli, tutti tristemente abortiti. Tutti tranne uno, Michele. La donna ha coltivato così verso suo figlio un attaccamento morboso ed è fermamente convinta d’averlo sottratto alla Morte patteggiando in segreto con la Morte stessa. Ma ormai Michele è grande, sta per arruolarsi nell’esercito ed ha anche trovato una fidanzata. Ma Lea, accecata dall’amore materno, non è disposta né a veder partire suo figlio e né a cederlo ad un’altra donna. Convinta anche che un’imminente nuova Guerra stia per abbattersi sul Paese, Lea decide di rivolgersi nuovamente alla Morte per salvare la sua Casa e suo figlio. C’è bisogno di mettere in piedi un nuovo rito, c’è bisogno di versare altro sangue e così le sue attenzioni ricadono su tre donne zitelle che Lea è convinta non mancheranno a nessuno.

Mauro Bolognini si cimenta con una storia di cronaca nera, una storia vera che ha dell’incredibile e sguazza nell’orrore puro. Ma la riadatta a modo suo, in modo decisamente personale, sporcandosi sì di sangue (non mancano momenti gore) ma utilizzando anche il linguaggio della commedia, a lui molto caro. Ne esce fuori un film sopra ogni schema, un’opera surreale e grottesca che gioca con i generi e con lo spettatore. Un film drammatico, oscuro, macabro come pochi e che nell’ultimo atto assume toni decisamente opprimenti. Ma anche divertente, all’occorrenza, basti pensare alla bizzarra (ma vincente!) idea di utilizzare tre uomini per interpretare le tre zitelle indesiderabili che finiranno sotto la mannaia di Lea. E i tre uomini non sono altro che Renato Pozzetto, Max Von Sydow e Alberto Lionello. Nel cast, sono presenti anche Laura Antonelli, Milena Vukotic e Liù Bosisio.

Quello che Bolognini firma con Gran Bollito è un film unico nel panorama italiano, un’operazione coraggiosa condotta con piglio creativo e che dà vita ad un vero e proprio horror moderno in cui i generi dialogano fra loro in modo armonico e in cui la messa in scena – dai tratti, a volte, squisitamente teatrali – gioco sempre un ruolo protagonista.

Anche nel caso di Gran Bollito non ci troviamo davanti ad un’autentica nuova uscita, bensì una riedizione che avviene per mano di Mustang Entertainment (che si sta specializzando sempre di più nel riproporre classici del cinema italiano) e di CG Entertainment. A differenza del film precedente, però, il film di Bolognini viene riproposto semplicemente in DVD e quindi senza la possibilità di poterlo gustare in alta definizione.

L’edizione DVD, ad ogni modo, si difende piuttosto bene e supera le aspettative. Il supporto ci offre dunque un quadro video sufficientemente nitido e ben contrastato nei colori (ovvio, lungi dall’essere una versione restaurata) così come il reparto audio riesce ad offrire un piacevole ascolto (Dolby Digital 2.0). Tra i contenuti extra troviamo le schede biografiche del regista e degli attori Renato Pozzetto e di Laura Antonelli ma, fiore all’occhiello, anche un’interessantissima intervista di 19 minuti allo sceneggiatore Nicola Badalucco.

Giuliano Giacomelli

CRONACA DI UN AMORE di Michelangelo Antonioni

Label: CG Entertainment

Formato: Bluray disc (disponibile anche in DVD)

Video: 4/6  1.33:1  – HD1080 24p

Audio: Italiano DTS HD Master Audio 2.0; Italiano Dolby Digital 2.0

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Locandine.

Puoi acquistare il bluray di Cronaca di un amore cliccando su questo link.

GRAN BOLLITO di Mauro Bolognini

Label: Mustang Entertainment

Formato: DVD

Video: 1.85:1 anamorfico

Audio: Italiano Dolby Digital 2.0

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Extra: Biografia Mauro Bolognini, Renato Pozzetto e Laura Antonelli, Intervista a Nicola Badalucco

Puoi acquistare il DVD di Gran Bollito cliccando su questo link.

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