Garfield – Una missione gustosa, la recensione

Il gattone arancione Garfield, che odia i lunedì e ha un debole per le lasagne, viene condotto con l’inganno in un magazzino abbandonato insieme al fedele cagnolino Odie. Qui trova con estrema sorpresa il padre Vic, che lo ha abbandonato quando era solo un cucciolo e che non ha più visto fino a quel momento. Garfield era solo un’esca utilizzata dalla gatta rancorosa Jinx per intrappolare Vic, suo ex amante e responsabile del suo imprigionamento in un canile dal quale è evasa. Jinx pone una sola condizione per lasciare in pace i suoi ostaggi: dovranno rubare e portarle un’ingente quantità di latte dall’inespugnabile Fattoria Lattosio. Per il soriano arancione e il suo ritrovato padre sarà soprattutto un’occasione per chiarire le motivazioni dell’abbandono.

Nato sulle strisce a fumetti di Jim Davis nell’ormai lontano 1978, Garfield è diventato presto una vera e propria icona pop grazie al suo carattere cinico e menefreghista, alla sua pigrizia felina e alla fame implacabile, soprattutto per il cibo italiano. Passato nel corso di un decennio anche al piccolo schermo con una serie d’animazione di grandissimo successo (Garfield e i suoi amici, 1988) e perfino in videogame per ATARI, Commodore 64 e NES, Garfield è poi approdato al cinema nel 2004 con un film a tecnica mista (live action + CGI) che ha subito guadagnato un sequel e poi ben tre lungometraggi d’animazione a partire dal 2007. Ma erano quindici anni che il gattone arancione non si vedeva al cinema, finché Mark Dindal – regista di piccoli classici come Le follie dell’Imperatore e Chicken Little – è stato assoldato per riportare sul grande schermo l’iconico personaggio in Garfield – Una missione gustosa.

Come ci spiega lo stesso Garfield a inizio film, infrangendo la quarta parete, quella che stiamo per scoprire è una storia mai narrata che va diritta alle origini per raccontare tanto il primo incontro con Jon, l’amato umano di Garfield, quanto il suo traumatico passato segnato dall’abbandono da parte del genitore.

Se per tutta la durata del film Jon è disperato alla ricerca dei suoi animali domestici inspiegabilmente fuggiti di casa, Garfield tenta di venire a capo delle motivazioni che hanno spinto Vic di lasciarlo solo di notte in quel vicolo buio. Inizialmente il “nostro” pone un vero e proprio muro verso il genitore, che invece si mostra amichevole e voglioso di istaurare un rapporto, ma a mano a mano che la storia progredisce è Garfield a mostrare apertura verso Vic. Ed è proprio sul rapporto padre figlio che punta il film di Dindal, che può contare su una sceneggiatura equilibratissima scritta insieme a David Reynolds, artefice, tra le altre cose, di Mulan e Alla ricerca di Nemo.

Ovviamente, Garfield – Una missione gustosa non è solo un film sul rapporto genitore-figlio, ma anche una rocambolesca avventura ricca d’azione e ironia (ironia perfettamente in linea con quella delle tavole a fumetto, fortunatamente) che trova un ideale genere di approdo nell’heist movie. Il cuore della missione è infatti un furto “impossibile” da un luogo inespugnabile e per metterlo a segno i tre protagonisti non solo devono passare sopra le loro incomprensioni e collaborare, ma anche pianificare al millimetro ogni movimento. Per quest’ultimo scopo, i tre possono contare sull’aiuto di Otto, un toro allontanato dalla Fattoria Lattosio che vorrebbe ricongiungersi con la sua amata mucca Olivia e che conosce tutti i segreti di quel “fortino”.

Con numerose gag che vanno perfettamente a segno e un’escalation emotiva che nelle ultime scene del film sa toccare le corde giuste, Garfield – Una missione gustosa è film d’animazione fondamentalmente indirizzato a un pubblico di bambini ma il personaggio ha comunque quel giusto appeal utile a conquistare anche i grandi. Un’operazione equilibrata e ben gestita, realizzata con cognizione di causa da chi conosce il mondo di Garfield e sa come svecchiarlo senza snaturarlo.

Delle incarnazioni cinematografiche dell’iconico gattone, Garfield – Una missione gustosa è ad oggi la più riuscita.

Dal 1° maggio al cinema distribuito da Sony Pictures.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Porta con se tutto lo spirito originario di Garfield.
  • Visivamente accattivante.
  • Molte gag vanno a segno con successo.
  • Una storia che sa parlare ai bambini ma riesce a intrattenere anche gli adulti.
  • Nel complesso è molto più orientato verso il pubblico di piccoli spettatori.
  • Il villain sa un po’ di già visto.
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