Gloria Bell, la recensione

Annotate questa data: giovedì 7 marzo la distribuzione Cinema porta nelle sale un nuovo lungometraggio diretto da Sebastián Lelio, vincitore del premio Oscar per il miglior film straniero nel 2018 con Una Donna Fantastica.

Con questo suo nuovo lungometraggio, Gloria Bell, sulle orme di registi come Michael Haneke e il suo Funny Games (1997) rifatto dieci anni più tardi con più noti volti hollywoodiani, Lelio ci propone un remake shot-by-shot di Gloria (2013) diretto dallo stesso.

Qui il premio Oscar Julianne Moore presta il volto a Gloria Bell, protagonista del film.

Proprio come accadeva a Gloria Cumplido (Paulina Garcìa) nella pellicola originale del 2013, Gloria Bell è una donna divorziata, madre di figli adulti e anche nonna. Vive a Los Angeles e ama ballare, tanto da frequentare con periodicità alcuni club nei quali incontra uomini alla ricerca di un flirt, di una relazione o più semplicemente di un’avventura di una notte: in uno di questi conosce Arnold (John Turturro), anche lui divorziato, con il quale nasce un’intesa non solo fisica che porta la protagonista a rimettersi in gioco e considerare la possibilità di una nuova relazione.

Gloria Bell difatti porta sul grande schermo la stessa narrazione del film ‘originale’ discostandosene nei colori, ben più caldi e vivaci del suo predecessore.
Mantiene invece la peculiarità di una separazione delle scene ad hoc: una sequenza con la protagonista alla guida di un auto mentre canta una canzone funge da jingle separando le scene caratterizzanti del personaggio da quelle importanti ai fini della continuità narrativa.

Qui accade però qualcosa di diverso anche per le musiche: quelli che originariamente erano pezzi in lingua spagnola, vengono sostituiti da hit statunitensi a cavallo degli anni ‘80 molto più noti (vedi A Little More Love di Olivia Newton John), intonati da una Julianne Moore alla guida.

L’esperimento di Lelio si dimostra convincente e ben confezionato e Julianne Moore ne è la stella incontrastata, vincente, tanto brillante da oscurare il resto del cast, incluso Turturro che generalmente gode dell’ammirazione del sottoscritto.

La pellicola statunitense si dimostra dunque un gioiellino, facendosi inno al femminile e portavoce di tutte coloro che un po’ Gloria lo sono.

A infiocchettare il tutto, il brano ‘Gloria’ di Laura Branigan, oltre a tutte le canzoni che hanno fatto sognare una generazione tra cui ‘I feel love’ di Donna Summer (presente peraltro anche nella pellicola precedente).

Lelio e Moore sono già singolarmente una garanzia, insieme lo sono ancora di più: vedetelo però perché Gloria, sì lei, è una forza!

Luca Lobuono

PRO CONTRO
  • Julianne Moore più brillante che mai.
  • Musiche pazzesche, in modo particolari per i nostalgici degli anni ’80.
  • Gloria Bell è un personaggio memorabile.

 

  • Aggiunge ben poco a quanto Lelio mostra nella pellicola del 2013.
  • Ad uno shot-by-shot sarebbe stato preferibile dare maggiore spazio al personaggio di Turturro per dargli modo di esprimere al meglio il suo talento.
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