I Puffi 2, la recensione
Mentre i puffi sono intenti con i preparativi del compleanno di Puffetta, Gargamella e Birba si trovano a Parigi, dove il viscido stregone è diventato un illusionista di grande successo. Ma l’essenza magica che permette a Gargamella di usare la sua magia sta ormai finendo e per questo motivo crea due monelli, Pestifera e Frullo, con l’intento di attirare in una trappola i puffi, così da estrarre loro il prezioso fluido magico. Il piano funziona e Gargamella riesce a catturare proprio Puffetta. Grande Puffo accompagnato da Brontolone, Vanitoso e Tontolone, si reca dunque a Parigi per recuperare la rapita e nell’impresa verrà nuovamente aiutato da Patrick e la sua famiglia.
Il grandissimo successo di pubblico riscosso da I Puffi nel 2011 ha spinto la Sony Pictures a dare un sequel al film che univa attori in carne e ossa con animazione digitale. In cabina di regia ancora una volta Raja Gosnell, regista ormai esperto in operazioni similari visto il suo coinvolgimento anche nei due film live-action di Scooby-Doo. Ma la freschezza e il ritmo del precedente film sugli esserini blu creati da Peyo in questo sequel va a perdersi in un lavoro esclusivamente a misura di bambino.
La sceneggiatura scritta addirittura a otto mani da David Stem, David N. Weiss, Jay Scherick e David Ronn – i primi due quei quali avevano firmato anche il film precedente – ha un difetto fondamentale: tende a gettare troppa carne al fuoco e allo stesso tempo a sviluppare in maniera inutilmente tronfia un soggetto semplicissimo. La base de I Puffi 2 infatti è “Puffetta viene rapita da Gargamella e gli altri puffi devono andare a liberarla”. Facile no? Lo stesso canovaccio che abbiamo visto tante volte anche nella serie televisiva a cartoni animati e che, in effetti, ben si presta a un film di questo tipo. Il problema è che il film è tutto qui davvero, solo che per arrivare agli esagerati 105 minuti di durata, gli sceneggiatori hanno farcito il film di inutili divagazioni come la superficiale e banale storia tra Patrick (il Neil Patrick Harris di How I Meet Your Mother) e il suo patrigno interpretato da Brendan Gleeson, che in un eccesso di ancora più inutile infantilismo viene trasformato in anatra! E via con l’accumulo di scene troppo lunghe e dannose all’economia narrativa e al ritmo del film, come quella del luna park che sfocia nella ruota panoramica per le strade di Parigi. Così facendo il film finisce per risultare involontariamente pesante, votato all’eccesso visivo sempre e comunque, con risultati controproducenti per la riuscita del tutto.
A differenza del primo film sui Puffi, qui si da molto più spazio agli gnomi blu e alla loro nemesi Gargamella limitando al minimo l’apporto degli umani rappresentati dal già citato Neil Patrick Harris e sua moglie Jayma Mayscon. Se da una parte questo farà felici i puristi dei puffi, visto che sono molte le gag con Gargamella e Birba protagonisti e diverse le scene affidate a una Puffetta in crisi interiore, un Brontolone che vuole diventare ottimista e il puffo gay Vanitoso che era stato colpevolmente messo in disparte nel primo film, dall’altra si notano così tutti i limiti di un film che risulta troppo infantile per un pubblico ampio. Infatti la presenza degli umani aiutava a spezzare quell’alone da film per bambini dando un’aura da commedia per famiglie, ma qui tutto ciò non avviene e all’ennesimo piagnucolio di Hank Azaria/Gargamella, gli spettatori over 6 potrebbero gettare qualche sbuffo.
C’è da dire però che gli effetti speciali sono davvero di ottimo livello e il modo in cui i puffi digitali interagiscono con persone e scenari reali è impressionante, così come colpisce positivamente il 3D, già ottimo nel primo film e qui utilizzato in maniera intelligente e attenta sia alla profondità che al rilievo.
I bambini apprezzeranno moltissimo, i grandi un po’ meno.
Roberto Giacomelli
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