Kevin Costner presenta a Roma Criminal [Foto]

Kevin Costenr è pronto a mostrare il suo “lato oscuro” in Criminal, un action/thriller con innesti fantascientifici prodotto dalla Millennium Films di Avi Lerner, in uscita il 13 aprile (in 300 copie) grazie a Notorious Pictures.

Per promuovere il film in Italia, lo stesso Kevin Costner, insieme al regista Ariel Vromen, hanno incontrato la stampa a Roma spiegando il loro punto di vista su una vicenda delicata che implica l’innesto della memoria, il terrorismo e la trasportabilità delle emozioni.

Ecco il resoconto di quanto hanno detto l’attore e il regista in conferenza.

Jericho Stewart, il personaggio interpretato da Kevin Costner, subisce un innesto di memoria tramite una procedura chirurgica avveniristica ancora mai sperimentata sull’essere umano. Sull’importanza della memoria l’attore così argomenta:

La ragione per la quale si fanno film è per lasciarne traccia nella memoria e tutti noi abbiamo visto film che ci hanno commosso, toccato e insegnato qualche cosa. “Criminal” crea personaggi che non verranno dimenticati, e Jericho in particolare è un personaggio che resterà.

Visto che la scienza – che qui è fantascienza – gioca un ruolo fondamentale in Criminal, qual è il confine che può travalicare?

Secondo Kevin Costner devono esserci sempre dei limiti!

Io credo però che la scienza sia la nostra migliore opportunità e credo che a nessuno farebbe piacere non ricordare il nome dei propri figli. Quindi penso che a nessuno piacerebbe dimenticare. I nostri ricordi ci fanno da cuscino quando andiamo a dormire la sera.

Ariel Vromen invece spiega:

La cosa che più mi ha affascinato di questo film è cosa fosse il concetto di trasferire i ricordi e acquisire i ricordi altrui. Mi sono documentato e ho scoperto che è possibile cancellare brutti ricordi e trasferire alcuni ricordi negli animali.

Si possono trasferire i sentimenti, in particolare, e questo mi ha attratto molto del film. Noi siamo quello che siamo per via di quello che ricordiamo.

Alla domanda se c’è un episodio della sua vita che vorrebbe dimenticare, Kevin Costner risponde:

La mia vita è come quella di tutti in questa stanza, a parte la fama, però ci sono cose che mi piacerebbe dimenticare, sono quelle cose che costituiscono il mio essere, quindi mi hanno formato e non è giusto che le dimentico. È bene ricordare anche i propri errori. Soprattutto a chi amiamo non vorremmo far conoscere le parti peggiori di noi stessi. Io ho dei rimorsi, ma non baso la mia vita su questo, anzi li ricordo per cercare di non ripeterli.

Sulla scelta del ruolo Costner confessa che non era sicuro di voler fare questo film perché non aveva voglia di interpretare la parte di un criminale ed è stato Ariel Vromen a convincerlo, che ribadisce:

Non mi pento di averlo scelto, non riesco a vedere nulla di criminale in lui, però mi piace spingermi oltre e spingere le persone a uscire fuori dalla propria zona di comfort. Avevo visto nel film di Clint Eastwood “Un mondo perfetto” un importante dualismo nel personaggio interpretato da Kevin che abbiamo riproposto in Jericho. Se prendi un attore che nessuno si aspetterebbe di essere cattivo, aggiungi sicuramente qualche cosa di interessante! 

Ad un certo punto, nel film, il dottor Franks, interpretato da Tommy Lee Jones, dice a Jericho che senza emozioni la vita non avrebbe senso. Kevin Costner è d’accordo:

Quando si ama qualcuno si corre un rischio, perché sappiamo che un giorno quella persona purtroppo la perderemo, quindi chi non ama non prova questo rischio… non rischia in generale! Per questo motivo capisco bene cosa intende il dottore.

Di chi vorrebbe la memoria Kevin Costner?

Mi piacerebbe sapere a cosa pensa a volte mia moglie perché non riesco a capacitarmi di cosa dice o fa!

Risponde ironicamente l’attore.

Il cinema ama gli esperimenti fantascientifici e Criminal ha innesco proprio da questo. Riguardo i riferimenti e le difficoltà nel non ripetersi, Ariel Vromen dichiara:

C’erano molte cose nella sceneggiatura che bisognava rendere credibili, era complessa anche sulla definizione dei ruoli. Mi sono rifatto soprattutto al cinema degli anni 70, anche lì c’erano storie complesse da semplificare. L’importanza comunque è rimanere aderenti ai propri personaggi.

Io vorrei avere i ricordi di Federico Fellini, visto che mi piace molto il cinema italiano.

Per costruire il suo personaggi, Costner ha fatto un lavoro di immedesimazione fisica:

Sono partito dall’aspetto fisico per costruire il personaggio, all’inizio mi sono presentato sul set con barba e capelli lunghi perché pensavo che le prime scene che vedete nel film fossero anche le prime da girare, invece la prima è stata quella nella camera da letto con Gal Gadot, quindi ho dovuto riformulare il look, che è quello che poi vedete per tutto il film. La presenza del collare che ho all’inizio quando sono rinchiuso in prigione ho deciso che avrebbe modificato la modulazione della mia voce, come se quella voce roca fosse il risultato della prigionia.

Un altro tema affrontato da Criminal è il terrorismo. Il regista spiega:

La ragione per la quale abbiamo scelto di affrontare il terrorismo informatico è perché in questi casi la posta in gioco è più grande per il mondo intero: questo crimine può essere più distruttivo! Quando abbiamo fatto il film gli hacker sono entrati nei sistemi della Sony e nella rete del Pentagono, quindi quelle che sembravamo fantasie sono risultate realistiche. A me piacerebbe cambiare le coscienze dei terroristi, instillare buoni sentimenti. Perché, alla fine, è proprio questo il senso ultimo del film. Tutto ciò potrebbe essere proprio una metafora di quello che sta accadendo. È buffo che questo venga da un israeliano, no?

E Costner aggiunge:

Io sono molto arrabbiato per quello che succede e mi chiedo ma che cazzo sta succedendo al mondo? Siamo tutti confusi in un mondo dove chiunque può minacciare qualcun altro. Le persone non hanno fatto progresso? Marvin Gaye, ai tempi del Vietnam, diceva cosa sta accadendo?

Roberto Giacomelli

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