La parrucchiera, la recensione
Mai come in questo ultimo periodo Napoli, nel rispetto della sua fama di essere un teatro a cielo aperto, è diventata una location perfetta per cinema e serie tv e tantissimi autori si sono cimentati nel raccontare il capoluogo campano in tutte le sue mille sfaccettature: si passa dal gangster movie come Gomorra al parodistico e comico Gomorroide fino ad arrivare alle rappresentazioni di Napoli decisamente più impegnate e autoriali come quelle di Matteo Garrone e Paolo Sorrentino.
Sulla scia di questo nuovo mini filone cinematografico arriva La parrucchiera, nuovo lavoro del regista partenopeo Stefano Incerti, nel quale il centro del discorso è la donna napoletana e la sua straordinaria forza nel fronteggiare le mille avversità della vita. Il risultato è un film che, nonostante non sia privo di numerosi difetti, cerca di raccontare tale tematica con un tono leggero e mai tendente al dramma e al vittimismo.
Il cast è di assoluto livello ed è formato da nomi del calibro di Massimiliano Gallo, Pina Turco e Cristina Donadio.
Rosa è una bellissima ragazza madre dei quartieri spagnoli che lavora come parrucchiera nel negozio di Patrizia e Lello. Quest’ultimo è talmente ossessionato dalla giovane al punto da cercare di violentarla, mettendo così la giovane nelle condizioni di fuggire. Dopo aver litigato con Patrizia, che aveva preso le parti del marito, e costretta a guadagnare per garantire al figlio un futuro, Rosa decide di aprirsi un’attività tutta sua. Le cose sembrano andare per il meglio fino quando un tragico evento vanifica tutti i loro sforzi. Ma è proprio qui che la protagonista e le altre amiche che la affiancano dimostrano un grande spirito di reazione.
A dispetto di quanto possa far pensare il titolo e il trailer, La parrucchiera è tutt’altro che la solita commedia basata sul dialetto napoletano, i suoi giochi di parole e gli aspetti folcloristici di Napoli. Il film di Incerti, infatti, ha un respiro più ampio e l’ambizione di offrire un affresco della Napoli di oggi e delle donne che ogni giorno nei vicoli lottano con fatica e sudore per andare avanti: ritroviamo, in tal senso, anche una neanche troppo velata critica ai mass media che il più delle volte dipingono Napoli attraverso stereotipi e continui riferimenti ai soliti problemi che da decenni affliggono questa città e tutto il Sud Italia.
I buoni propositi, tuttavia, vanno a scontrarsi con una realizzazione nel complesso impacciata e approssimativa, accompagnata da una sceneggiatura incerta che se da un lato ha il merito di tratteggiare in modo dettagliato i protagonisti, dall’altro si perde in diverse lungaggini e non approfondisce alcune situazioni che avrebbero potuto rendere il ritmo più serrato e scorrevole.
Una nota di colore è rappresentata, infine, dalla presenza nel cast di Tony Tammaro, cantante umoristico molto noto in Campania, che qui però interpreta un ruolo serio e da cattivo.
La parrucchiera, in conclusione, è apprezzabile nelle intenzioni, un po’ meno nel risultato finale.
Vincenzo de Divitiis
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