L’amica geniale – Storia di chi resta e di chi fugge. Recensione della terza stagione

Lenù e Lila, le protagoniste de L’amica geniale, sono tornate a distanza di due anni con l’attesa terza stagione, L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta. La serie è tratta dalla quadrilogia scritta da Elena Ferrante, sceneggiata da Francesco Piccolo, Laura Paolucci, Saverio Costanzo e dalla stessa Ferrante.

A dirigere gli otto episodi di questa terza stagione troviamo Daniele Luchetti (La scuola, Momenti di trascurabile felicità, Lacci) che ha sostituito Saverio Costanzo. Gaia Girace e Margherita Mazzucco tornano nuovamente a vestire i panni di Lila ed Elena, ma per loro questa è stata l’ultima stagione. Infatti, ci sarà un cambio di attrici nella quarta e ultima stagione che conclude la saga che attualmente è in fase di pre–produzione. La motivazione è dettata dalla giovanissima età delle attrici che lasceranno spazio a due colleghe più grandi, adatte a interpretare Lila ed Elena in età matura.

Questa terza stagione si concentra sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta di Lila ed Elena. Dopo la laurea alla Normale di Pisa, Elena (Margherita Mazzucco) ha pubblicato il suo primo romanzo, che ha destato non poche polemiche per gli argomenti trattati. Inoltre, è prossima a convolare a nozze con Pietro Airota (Matteo Cecchi), ed è entrata a far parte di un ambiente intellettuale che l’ha portata lontana dal rione. L’inaspettato incontro con Nino Sarratore (Francesco Serpico) il suo vecchio amore, porterà, tuttavia, Elena a farsi mille domande e a mettere in discussione il suo rapporto con Pietro. Lila (Gaia Girace) lavora come operaia nella fabbrica di Bruno Soccavo (Francesco Russo), ma inizierà a ribellarsi a un lavoro duro e malpagato, partecipando alle lotte operaie.

Un lungo percorso di crescita per Lila e Lenù in questa terza stagione, fatto di grandi cambiamenti che segneranno in modo permanente la loro esistenza. Lila vede in Elena quel che sarebbe potuta essere, ma che non è riuscita a diventare, intrappolata in un matrimonio che l’ha resa infelice, priva di soddisfazioni, desiderosa di riprendersi quel che resta della sua vita. Mentre Elena è consapevole del grande potenziale di Lila, oggetto del desiderio di Nino, il presunto padre di Gennarino.

Daniele Luchetti cerca di essere quanto più fedele possibile al romanzo di Elena Ferrante, soffermandosi minuziosamente su ogni aspetto del rapporto tra Elena e Lila, due ragazze legate da un’amicizia profonda, ma anche da una grande rivalità. Due figure femminili che fanno parte di un’epoca in cui la figura della donna si stava emancipando, infatti, la loro vita è anticonformista. Non è un caso che La divagazione, il romanzo di Elena, venga giudicato osceno per quell’epoca e la stessa venga additata come una poco di buono.

Negli otto episodi de L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta abbiamo avuto modo di assistere a una serie di cambiamenti nella vita delle protagoniste: il matrimonio di Elena con Pietro, Lila che ha deciso di abbandonare il lavoro in fabbrica e ritornare a vivere al rione. In questa terza stagione troviamo delle differenze con la precedente, molte vicende si svolgono a Firenze, la città dove Elena è andata a vivere con il marito e, inoltre, sullo sfondo troviamo un’Italia che cambia. Siamo alla fine degli anni Sessanta e agli inizi dei Settanta, anni che hanno visto al centro la figura della donna e la lotta all’emancipazione, ma soprattutto, questi sono gli anni in cui assistiamo gradualmente all’inevitabile passaggio dalla fase adolescenziale a quella adulta per le due protagoniste. Elena e Lila sono diventate delle donne, desiderose di poter vivere liberamente la loro esistenza, senza nessun tipo di limitazione.

Lodevole la regia di Daniele Luchetti, che si rivela in grado di dirigere un cast di attori stupendi, ma soprattutto di immergerci nell’atmosfera degli anni Settanta. Luchetti è uno di quei registi che ha dimostrato in passato di saper descrivere in maniera egregia gli anni Settanta, lo aveva già fatto con Anni felici. Il fascismo, il comunismo, il ‘68, le lotte operaie, la contestazione studentesca, le manifestazioni femministe, nulla viene tralasciato in questa terza stagione e la prova è quel che si evince dalla visione degli episodi.

Anche questo terzo romanzo de L’amica geniale viene fedelmente trasposto sullo schermo. La voce di Alba Rohrwacher ci accompagna ancora una volta per tutta la durata di questa stagione, soffermandosi su ogni pensiero di Elena, facendo emergere anche la più sottile sfumatura. Sorprende sempre più l’opera della Ferrante, che dimostra di essere in grado di raccontare la figura femminile meglio di qualsiasi altra scrittrice, coinvolgendo milioni di lettori in tutto il mondo.

L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta si conferma ancora una volta uno dei più grandi successi televisivi degli ultimi anni, in grado di raccontare non solo la vita di due donne, ma anche quarant’anni di storia italiana.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • Margherita Mazzucco e Gaia Girace sono bravissime a dare anima e corpo a Lenù e Lila, dando grandi prove attoriali e mostrando la loro crescita professionale.
  • Daniele Luchetti si rivela un regista in grado di dirigere un cast di attori straordinari, protagonisti e comprimari, ma soprattutto in grado di raccontare gli anni Settanta, facendoci immergere nel contesto socio – politico dell’epoca.
  • Una sceneggiatura fedele al terzo romanzo di Elena Ferrante.

 

  • La giovanissima età di Gaia Girace e Margherita Mazzucco, poco adatte a interpretare due personaggi che hanno superato la trentina. Ma la loro bravura ci fa chiudere un occhio.
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