Luna Nera: incontro con i creatori della serie

Luna Nera

Il 31 gennaio su Netflix esordirà Luna Nera, la prima serie italiana di genere fantasy prodotta dal colosso dello streaming.

La serie, che trova la sinergia produttiva con Fandango di Domenico Procacci, è tratta dal primo volume della saga fantasy Le città perdute – Luna Nera di Tiziana Triana e porta la firma in regia di tre eccellenze del nostro piccolo e grande schermo: Francesca Comencini (Gomorra – La serie), Susanna Nicchiarelli (Nico, 1988) e Paola Randi (Tito e gli alieni). La sceneggiatura, invece, è firmata da Francesca Manieri (Il Miracolo per Sky), Laura Paolucci (L’amica geniale per RaiFiction ed HBO) e Vanessa Picciarelli (Bangla). Un ricco team, prevalentemente femminile, che ha presentato la serie a Roma spiegando la soddisfazione di aver potuto lavorare a un prodotto di genere fantasy e ha esposto le difficoltà di cimentarsi con un prodotto anomalo per il panorama italiano.

Luna Nera

Il primo a prendere la parola è stato Felipe Tewes, responsabile delle serie originali Netflix di produzione internazionale, che ha esposto il suo entusiasmo per il progetto:

“Siamo orgogliosi di questo show perché abbraccia la possibilità di prendere dei rischi, analizza un periodo buio della storia ma fa si che i protagonisti cerchino la luce per trovare la forza, ma a noi piace che grazie a questa positività ci sia la possibilità di riscrivere la Storia. Ci ha appassionato la caparbia delle creatrici e il fatto che fossero tutte donne”.

Poi la parola passa a Domenico Procacci di Fandango:

Fandango non è famosa per lavorare sul fantasy quindi anche per noi è stata una sfida! Noi europei abbiamo alle spalle tanti elementi narrativi interessanti in questo genere e molto ci viene saccheggiato da altri Paesi, come è accaduto per esempio con Game of Thrones in cui altri hanno rubato il nostro bagaglio culturale e ne hanno fatto una serie di successo. Sono contento che Luna Nera sia un prodotto italiano con attorti italiani. Di solito quando si parla di fantasy c’è un certo scetticismo se si tratta di un prodotto italiano, poi anche se vai a leggere la lista di chi ha partecipato a blockbuster americani noti spesso tante eccellenze italiane! Quindi se abbiamo in casa le maestranze, perché non provarci a nostra volta?

LUNA NERA

Il team creativo si esprime su Luna Nera e, giustamente, ad aprire le danze sono le sceneggiatrici.

Fandango non ha prodotto film fantasy perché in Italia non se ne scrivono – esordisce Francesca Manieri e poi continua – quindi abbiamo dovuto guardare altrove, c’è una grande tradizione da cui attingere ma noi avevamo il materiale di Tiziana Triana! Il punto era esplorare la personalità di queste donne arse al rogo che hanno dato confessioni estorte, quindi non veritiere, e falsate perché scritte da giudici, quindi uomini. Il nostro obiettivo era dar voce a quelle donne, riscattarle, conferire loro dei veri poteri”.

Aggiunge Laura Paolucci, anch’essa coinvolta nella stesura dello script:

C’è una forma di autocensura per noi autori italiani che ci costringe a muoverci in un range di storie e quindi con Luna Nera ci siamo trovati a lavorare con qualche cosa di diverso dal solito. È stato cambiato molto dal romanzo perché lì il fantasy è progressivo invece Netflix ci ha chiesto di entrare subito nel genere”.

A tal proposito prende la parola proprio l’autrice del romanzo, Tiziana Triana.

Il romanzo e la serie sono differenti, siamo state spinte alla variazione perché temi di libro e serie sono comunque vicini, dare visibilità a un patrimonio nostro, europeo, è il motore che ci ha fatto andare avanti. Il romanzo ha un andamento più realistico all’inizio, la serie prende più la strada dell’avventura corale. L’obiettivo comune però è ricollocare le donne, rimetterle al giusto posto e questo ci aiuta a capire anche il nostro presente”.

A questo punto il microfono passa al trio dietro la macchina da presa, a cominciare dalla showrunner Francesca Comencini:

Non c’è niente di più normale del fantastico e nulla di più magico della realtà. Il patto che abbiamo sottoscritto è che bisognava essenzialmente credere che la magia potesse scaturire dalle pieghe della realtà. E che potesse apparire come reale. Poi, come hanno già detto le sceneggiatrici, era importante per noi sottolineare il riscatto delle donne, raccontate non solo come vittime ma anche come guerriere”.

Susanna Nicchiarelli dice di aver avuto subito l’impressione che si trattasse di una cosa intelligente e al tempo stesso divertente, perché con Luna Nera si possono portare al grande pubblico anche tematiche importanti, come la paura del diverso, l’ignoranza… senza trascurare la dimensione del divertimento dato dalla magia, dai costumi e le scenografie.

Paola Randi, che ricordiamo come regista della commedia fantascientifica Tito e gli alieni, dice:

È la mia prima serie, la prima volta che collaboro con Fandango e la prima che collaboro con Netflix, quindi mi è andata benissimo! Ho imparato che l’azione è fatta di personaggi, quindi l’importante è affezionarsi a loro, costruirli e giocare con i sentimenti”.

Poi la Randi sottolinea un aspetto fondamentale della produzione di Luna Nera:

Il portato di ognuna di noi è stato valorizzato, non ci è stato chiesto di uniformarci ma di portare ognuna del proprio. Abbiamo collaborato in maniera gioiosa, io ero entusiasta perché sono un’amante del genere, non ci potevo credere… finalmente un fantasy fatto in Italia!”

Cliccando qui potete leggere una breve descrizione critica dei primi episodi della serie.

A cura di Roberto Giacomelli

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