Put on a happy face. Tutti i volti di Joker
Insieme a Lex Luthor, acerrimo nemico di Superman, è il villain dei fumetti che più volte ha cambiato volto al cinema e in tv: si tratta del Joker, nemesi storica di Batman e tra i più stilosi cattivi appartenenti all’universo superoistico.
Creato nel 1940 da Bob Kane e Bill Finger per il #1 di Batman, il Joker è appena tornato al cinema, per la prima volta protagonista di un film, nell’opera co-scritta e diretta da Todd Phillips e vincitrice del Leone d’Oro alla 76^ Mostra del Cinema di Venezia. Stavolta a dar volto al folle clown c’è un attore di grande talento e carisma come Joaquin Phoenix, vera anima del film, capace di restituire un’interpretazione del pagliaccio di Gotham unica, che sicuramente passerà alla storia. Per l’occasione, abbiamo deciso di ripercorrere l’iter televisivo e cinematografico del celebre villain, dalle colorate scorribande tele/fumettistiche della serie con Adam West nei panni di Batman, fino allo stupendo film di Phillips. A voi tutti i volti di Joker!
CÉSAR ROMERO
Cubano di nascita, Romero è stato il primo attore a interpretare il Joker su piccolo e grande schermo, sia nella celebre serie tv ABC in tre stagioni (1966-1968) in cui Batman e Robin erano interpretati da Adam West e Burt Ward, sia nel film Batman: The Movie (1966) nato dal successo della prima stagione dello show. È noto a tutti lo stile “camp” della serie in questione, coloratissima, con onomatopee a tutto schermo, e un valore kitsch ormai diventato un’imprescindibile caratteristica. Il Joker non era da meno, eccessivo nel trucco e nell’abbigliamento (un completo rigorosamente fucsia), clownesco nella mimica facciale… insomma, un personaggio praticamente perfetto se rapportato alla sua origine fumettistica. Con 19 episodi all’attivo e ben 10 avventure, Joker è stato il villain più presente nella serie televisiva anni ’60 di Batman.
Ormai leggendario il “capriccio” di César Romero, che non volle mai tagliare i baffi durante le riprese di serie e film, il che costrinse la produzione ad ovviare con un pesante cerone che copriva i baffi facendone però intravedere la peluria.
JACK NICHOLSON
Il volto di Jack Nicholson era stato associato a quello del Joker fin dal 1980, quando il produttore esecutivo Michael E. Uslan iniziò al lavorare al progetto, supportato nella scelta da Bob Kane in persona, il creatore del personaggio. L’attore di Shining fu contatto a partire dal 1986 ma si mostro inizialmente riluttante all’idea di prendere parte al film Batman, tanto che la produzione iniziò a valutare altri attori per il ruolo, tra i quali Tim Curry, David Bowie e Robin Willians, finché Nicholson accettò a patto che le sue scene fossero girate in blocco in non più di tre settimane (su 106 giorni di riprese complessive) e che il suo compenso pari a 6 milioni di dollari potesse essere integrato da una percentuale sui guadagni. Considerando il grande successo di Batman al botteghino internazionale, si stima che a conti fatti Nicholson abbia percepito utili fino ad oltre 60 milioni di dollari, il che lo ha fatto rientrare per molti anni nel Guinness World Record come l’attore ad aver percepito il maggior guadagno per un singolo ruolo.
Nel film di Tim Burton Joker ha un nome e un cognome, Jack Napier (in omaggio ad Alan Napier, l’attore che interpretava Alfred nella serie di Batman degli anni ’60) è uno scagnozzo del boss mafioso Carl Grissom e – come nel fumetto di Alan Moore e Brian Bolland The Killing Joke – è vittima di un incidente in una fabbrica di prodotti chimici che ne deturpa il viso.
Personalità istrionica, grande intelligenza, interesse per l’arte, fascino magnetico e tanta, tanta cattiveria. Il Joker di Jack Nicholson è un’ideale trasposizione del personaggio creato da Bob Kane, capace di unire quell’eccesso grottesco del fumetto con una caratterizzazione estremamente dark e malvagia di chiaro stampo burtoniano.
Curioso notare come il nome di Jack Napier è quello, fino ad ora, più frequentemente associato al Joker, considerando che così è identificato in alcuni episodi della serie animata del 1992 e anche nella graphic novel di Sean Gordon Murphy Batman: White Knight (2017).
MARK HAMILL
In concomitanza all’uscita nei cinema di Batman – Il ritorno di Tim Burton, Warner Bros. Animation ha prodotto Batman: The Animated Series, una serie creata da Bruce Timm e Eric Radomski e andata in onda con successo (ben 4 Emmys vinti!) dal 1992 al 1995. Qui il Cavaliere Oscuro ha del filo da torcere da una marea di villain storici dei fumetti, ma la sua nemesi principale è ovviamente Joker che, in originale, ha la voce del celebre Luke Skywalker Mark Hamill (in Italia da Riccardo Peroni). Questo Joker riprende in parte il fumetto The Killing Joke in quanto il personaggio è raccontato come un piccolo criminale affiliato a un clan mafioso di Gotham e aspirante cabarettista, rimasto sfigurato a causa dell’intervento di Batman. Il legame con il personaggio apparso nel film di Tim Burton è molto forte, a cominciare dal nome Jack Napier rivelato in ben due episodi della serie animata (Sogni nel buio e La vendetta del Joker), anche se in seguito verrà specificato che Jack Napier è solo uno dei tanti alias con cui Joker si è fatto conoscere.
Elemento fondamentale di questa serie è l’introduzione (per la prima volta in assoluto!) di Harley Quinn, assistente e amante di Joker, ex psichiatra dell’Arkham Asylum e grande ammiratrice del Joker che finisce nella sua morsa di follia.
Mark Hamill (e Riccardo Peroni in italiano) tornerà a doppiare il personaggio anche nei lungometraggi animati Batman: La maschera del fantasma (1993), Batman of the Future: Il ritorno del Joker (2000), nella serie animata Justice League (2002) e nella serie di videogiochi Batman: Arkham.
HEATH LEDGER
Un attore tristemente legato al personaggio del Joker, sua ultima interpretazione prima di essere ritrovato morto e premiato con un Oscar (postumo) per il ruolo. Heath Ledger è Joker ne Il Cavaliere Oscuro (2008) di Christopher Nolan, sequel di Batman Begins e forse più celebre tra tutti i lungometraggi dedicati a Batman, anche per il successo economico riscosso a livello globale, nonché l’unanime plauso della critica.
Il Joker de Il Cavaliere Oscuro è molto differente da tutti i Joker mostrati sul piccolo e grande schermo fino a quel momento, più realistico nel comportamento e nel look, descritto come un terrorista e assassino di masse che vuole sovvertire l’ordine criminale a Gotham prendendone il controllo e sfidando apertamente Batman. Questo Joker, senza nome e senza un passato conosciuto (sappiamo dai suoi racconti – sempre differenti – solo l’origine delle sue cicatrici), è un cavaliere dell’anarchia, intenzionato a gettare nel panico la città dimostrando l’inefficacia delle istituzioni. Come per le altre trasposizioni, anche in questo caso gli sceneggiatori si sono ispirati a The Killing Joke e Il lungo Halloween, anche se lo stesso Ledger disse di voler impostare il suo Joker sul modello di quello apparso nella miniserie Arkham Asylum, rifacendosi nel look al frontman dei Sex Pistols Sid Vicious e nella personalità ad Alex DeLarge di Arancia Meccanica.
CAMERON MONAGHAN
Guai a chiamarlo Joker, il suo nome è Jerome Valeska e la DC Comics ha posto il veto assoluto che nessun personaggio possa prendere il nome di Joker nella serie Fox ideata da Bruno Heller Gotham. Rimasto per lo più marginale nella serie, Jerome è figlio di una prostituta e di un veggente che lavora in un circo, quindi nasce e cresce in un ambiente in cui il clown oltre che un simbolo è una professione. In seguito all’omicidio della madre, Jerome viene arrestato e recluso nell’Arkham Asylum dove sviluppa pian piano la sua personalità teatrale e coltiva la propensione al sadismo, fino all’evasione in seguito alla quale diventa leader di un gruppo di pazzi assassini ex detenuti di Arkham.
Facendo di necessità virtù, gli autori di Gotham impostano il personaggio interpretato da Cameron Monaghan in modo tale da essere un ideale precursore del Joker fumettistico, colui che poi ispirerà, farà scattare la scintilla nel vero Joker sulla strada da prendere. Solo che, nel turbine un po’ pasticciato degli eventi della serie, Jerome muore, diventa idolo di una setta di invasati, resuscita e viene addirittura rimpiazzato da un fratello gemello cattivo quanto lui, Jeremiah, che nell’iconografia dell’universo di Batman dovrebbe essere proprio il Joker (volto sfregiato da un bagno in una vasca della Ace Chemicals, carnagione biancastra e sorriso rosso fuoco)… ma guai a pronunciare quel nome!!!
JARED LETO
Con il lancio del DC Extended Universe non poteva esserci Batman senza la sua nemesi prediletta, il Joker e stavolta il volto bianco, il capello verde elettrico e la risata isterica sono stati affidati al trasformista Jared Leto che per la sua versione del supercriminale DC in Suicide Squad da un taglio netto col passato e crea una variante gangsta di Joker. Capello corto e laccato, via le sopracciglia, tatuaggi da trapper su tutto il corpo, dentatura cromata, vestiti firmati Armani, costose macchine sportive e nessuna cicatrice a deformare il volto. Conosciuto a Gotham anche come Mr. J e chiamato dalla sua amata Harley Quinn “puddin’”, il Joker di Leto ha un aspetto romantico che fino ad oggi non era emerso più di tanto, ma è anche il Joker che ha avuto meno spazio in scena in un film. A quanto pare, gran parte del materiale girato è stato scartato dal montaggio finale, cosa che ha lasciato molto deluso Jared Leto e, di fatto, ha escluso la sua partecipazione ai film successivi della saga.
Jared Leto si è preparato all’interpretazione studiando diversi casi clinici, parlando con psichiatri e ispirandosi a reali boss di cartelli messicani. La sua immedesimazione con il personaggio è stata tale da azzerare completamente la sua persona: fuori dal set ascoltava musica gospel, si comportava in maniera del tutto imprevedibile (Margot Robbie ha rivelato che le ha regalato dei ratti!) e, da quello che raccontano i colleghi, nel periodo in cui si girava Suicide Squad era diventato praticamente impossibile rivolgergli la parola seriamente.
Prima che Jared Leto fosse scelto, la parte di Joker per Suicide Squad era stata offerta a Ryan Gosling… con interesse da parte dell’attore, da quel che si dice.
ZACH GALIFIANAKIS
Anche il noto interprete di Una notte da leoni è stato (e probabilmente ancora sarà) Joker nel lungometraggio d’animazione LEGO Batman: Il film (2017), diretto da Chris McKay e spin-off del grande successo del 2014 The LEGO Movie.
Come nel caso di Mark Hamill per la serie animata, anche Galifianakis è Joker in quanto doppiatore del personaggio (in Italia è Marco Guadagno) e gli conferisce quell’esuberanza grottesca tipica dei suoi ruoli. Un Joker che richiama alla perfezione il prototipo fumettistico mescolandolo abilmente sia con quello reso noto da César Romero sia con quello più sadico di Jack Nicholson, ma di fatto ne viene fuori una nuova visione, capricciosa e megalomane. In questa avventura, Joker è descritto come il perfetto contraltare di Barman, l’altra faccia della medaglia, concetto cavalcato sempre con una certa enfasi nei fumetti ma mai espresso così palesemente in un prodotto per il cinema o per la tv. Il rapporto che intercorre tra i due è di reciproco scambio, di interdipendenza: senza l’uno l’altro non ha alcuna funzionalità. Ovviamente la cosa viene portata a uno zenit tale che i due sembrano una coppia in crisi, con tanto di battibecchi e ritorni di fiamma.
JOAQUIN PHOENIX
Phoenix sembra nato per interpretare Joker e nel film di Todd Phillips, vincitore del Leone d’Oro a Venezia, riesce a restituire una versione personalissima del clown psicopatico lontana da qualsiasi altra mostrata fino ad ora su carta, al cinema e in tv. Arthur Fleck è un comico fallito, lavora come uomo/cartellone agli angoli delle strade di Gotham (ovviamente mascherato da pagliaccio) e si prende cura della povera mamma malata che periodicamente scrive lettere al milionario Thomas Wayne, sperando di ricevere un po’ di attenzione in quanto sua ex dipendente. Ma Arthur non solo vive una vita miserabile ed è ostracizzato da chiunque lo incontri, ma soffre anche di seri disturbi emotivi e neurologici, tra i quali una risata isterica (e imbarazzate) che si presenta ogni qualvolta viene messo sotto stress.
Joker è un film sulle origini ma scansa abilmente ogni luogo comune sui film che raccontano origini di personaggi noti, cercando una visione minimalista e realistica della vicenda e del personaggio. Ogni elemento soprannaturale è messo da parte, la formazione del criminale di Joker è un orpello, quasi un incidente di percorso, quello che invece interessa all’autore del film e al suo interprete è mostrare l’alienazione di un individuo a margine della società e come questa alienazione può trasformarsi in odio/cattiveria/sovversione… tutto, ovviamente, supportato da una dose massiccia di follia intrinseca. Come la tradizione fumettistica vuole, però, Joker è un simbolo tanto quanto la sua futura nemesi Batman, una sua versione distorta e aliena che promuove il crimine invece che la legalità e che si fa bandiera di un movimento anarchico votato al ribaltamento sociale.
Il Joker di Joaquin Phoenix è lo sbocco verso la libertà individuale e la strada che segue è la pazzia, intesa come liberazione degli istinti primordiali.
Joaquin Phoenix ha perso ben 24 chili per dar corpo ad Arthur Fleck e ha studiato il profilo di alcuni attentatori alle vite di uomini importanti, per capire cosa potesse spingere un individuo a covare odio verso un’istituzione. Inoltre, per dar vita alla risata isterica che caratterizza il personaggio, l’attore ha studiato il disturbo noto come Pseudobulbar affect, che colpisce persone affette da traumi neurologici ed emotivi.
Roberto Giacomelli
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