Quelli che mi vogliono morto, la recensione

Una paracadutista dei vigili del fuoco con trauma alle spalle e un orfanello fuggitivo da due improbabili sicari sono gli elementi principali del thriller Quelli che mi vogliono morto, ritorno dietro la macchina da presa, a distanza di quattro anni da I segreti di Wind River, del talentuoso regista/sceneggiatore Taylor Sheridan che dirige una Angelina Jolie in grande forma. Quelli che mi vogliono morto arriva in esclusiva digitale dal 3 giugno distribuito da Warner Bros. sulle principali piattaforme on demand.

Hannah Faber lavora come vigile del fuoco in una località boschiva del Montana, la sua peculiarità è paracadutarsi nelle zone in fiamme ma è rimasta scossa da un evento tragico che l’ha resa insicura e con un grande dubbio sulle sue capacità. Nella stessa città, il mite contabile Owen si trova al centro di un misterioso intrigo e quando un suo collega muore in circostanze poco chiare, capisce che qualcuno è anche sulle sue tracce per ucciderlo, così prende suo figlio Connor e si allontana dalla città. Una serie di circostanze porterà Hannah a proteggere il piccolo Connor da due sicari disposti a tutto per eliminare ogni testimone delle loro azioni.

quelli che mi vogliono morto

Partendo dal romanzo Those Who Wish Me Dead (2014) di Michael Koryta, Taylor Sheridan sviluppa un thriller d’azione vecchio stampo che oggi appare un po’ fuori dal tempo, uno di quei film ottimi per una prima serata televisiva che affollavano i palinsesti negli anni ’90. Sapete, quelli pieni di ritmo, con svolte di trama abbastanza inverosimili e che vantavano nel ruolo di protagonista una gloria della nuova Hollywood caduta un po’ in sfortuna artistico/lavorativa. Quelli che mi vogliono morto è proprio quel tipo di film lì e per questo motivo la critica l’ha trattato con estrema freddezza e il pubblico l’ha snobbato alla grande, visto che la forma di distribuzione ibrida sala/streaming gli ha fatto guadagnare la non esaltante somma di 16 milioni di dollari worldwide.

Partiamo dal presupposto che Sheridan sta mettendo in discussione le promesse di una carriera fino ad ora brillante, soprattutto come sceneggiatore, dal momento che ha collezionato negli anni successi come Sicario (2015), Hell or High Water (2016) e la serie tv Yellowstone. Quelli che mi vogliono morto è un prodotto medio di quelli che fanno numero nel listino di una major, un film godibilissimo, parliamoci chiaro, ma di quelli la cui memoria si perderà presto, nell’arco di qualche settimana. Però si tratta di un’opera standard che ha almeno un elemento bizzarro, l’utilizzo selvaggio del cosiddetto “MacGuffin”.

Per “MacGuffin” si intende quell’elemento narrativo che ha un’importanza cruciale per i personaggi del racconto ma nessuna rilevanza per lo spettatore. Fu Hitchcock a parlare per la prima volta di questo espediente narrativo in occasione di Psycho (la busta con i soldi di Marion Crane) e Tarantino a renderlo celebre ed esplicito al grande pubblico in Pulp Fiction (la valigetta con misterioso contenuto sbrilluccicante), fino a ritrovarlo ora in Quelli che mi vogliono morto. In questo caso il “MacGuffin” è rappresentato dalla motivazione che spinge i sicari a cercare Owen e suo figlio, dalle informazioni vitali contenute negli appunti di Owen, il motore dell’intera vicenda che per lo spettatore non ha più importanza della caccia all’uomo che genera. Questa “bizzarria” dà carattere a Quelli che mi vogliono morto, fornendogli quell’elemento in più di interesse per scrollarsi di dosso una veste di anonimato.

Per il resto, il film di Sheridan mostra personaggi molto simili a quelli visti in dozzine di altri film dello stesso genere, con protagonista eroica/materna che deve fare i conti con ingombranti scheletri nell’armadio e due killer abbastanza improbabili che sembrano prendere sempre le scelte sbagliate. L’azione però è condotta in maniera impeccabile e, soprattutto nel terzo atto, diventa protagonista di scene ad altissima spettacolarità ed intensità emotiva.

quelli che mi vogliono morto

Cast gremito di volti noti del piccolo e grande schermo capeggiato da una Angelina Jolie davvero in ottima forma e lontana da un ruolo così fisico da oltre 10 anni; accanto a lei troviamo Jon Bernthal (The Punisher in tv), Nicolas Hoult (Bestia in X-Men), Aidan Gillen (Ditocorto ne Il Trono di Spade) e Jake Weber (L’alba dei morti viventi e la serie Medium).

Insomma, Quelli che mi vogliono morto funziona meglio sulla carta che su schermo risultando un thriller d’azione involontariamente datato e troppo simile nella costruzione narrativa ad altri film dello stesso genere. Intrattiene, ha qualche bizzarria e le scene d’azione sono ben condotte, ma sicuramente non supererà la prova della memoria spettatoriale.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • È un piacere ritrovare Angelina Jolie in un ruolo action.
  • L’utilizzo del MacGuffin.
  • Belle scene d’azione.
  • Sembra un film pensato e girato nel 1997.
  • Personaggi prevedibili.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Quelli che mi vogliono morto, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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