Runner, la recensione

Capita, ormai da qualche anno, che il cinema italiano ha (ri)scoperto il genere e capita che, come accadeva un tempo, la fonte d’ispirazione è il cinema mainstream americano. Questo è lodevole perché si crea varietà, si consente al pubblico la scelta e si dà vita a un prodotto che si vende con più facilità all’estero tenendo vivo il mercato. Ma esattamente come accadeva un tempo, soprattutto con certe opere anni ’80, quel cinema italiano di genere che guardava Oltreoceano aveva quell’aria un po’ troppo cheap, un cinema che poi nel tempo è stato ampiamente rivalutato dal sottobosco di appassionati, ma lì per lì era appunto rappresentato da prodottini senza ambizioni artistiche che servivano a far cassa.

Ora il caso di Runner, scritto e diretto da Nicola Barnaba (le commedie Una cella in due, Ciao Brother e l’horror Safrom), un po’ ricorda quelle operazioni tardo ottantiane che strizzano l’occhio al cinema americano per rifarne una versione dignitosamente discount. E la dedica – a fine film – a John McClane ci dice ironicamente anche in che direzione va cercato il modello di ispirazione.

Lisa lavora come runner sul set di un film horror ma ha anche una relazione segreta con l’attrice protagonista Sonja. Una sera, mentre Lisa fa la doccia nella stanza d’albergo in cui alloggia Sonja, qualcuno bussa alla porta: è Bosco, poliziotto corrotto dell’Interpol che uccide l’attrice ignorando che in bagno c’è un’ospite. Preso con le mani nel sacco da Lisa, l’uomo tenta di uccidere anche la ragazza ma quest’ultima riesce a fuggire. Per Lisa sarà una nottata molto movimentata: creduta la responsabile della morte di Sonja dai colleghi di Bosco, dovrà sopravvivere ai tentativi dell’agente corrotto di metterla a tacere.

Ed eccoci alle prese con un raro esempio di film italiano d’azione, d’azione pura, senza compromessi e contaminazioni. Una dinamica da caccia all’uomo, con unità di spazio (un hotel) e di tempo (tutto in una notte), che dà vita a un’opera fortemente incentrata su un high concept.

Da una parte, questa chiarezza d’intenti e questa asciuttezza nel pensare e realizzare il film è apprezzabile, mostra che Barnaba e il suo team hanno lavorato per perseguire un chiaro obiettivo; dall’altra, però, si ha anche la sensazione di un film che si adagia fin troppo sulla singola idea, senza reali ambizioni e la volontà di fare quel salto di qualità che lo scagionerebbe da “semplice” b-movie d’azione.

Nella sua ripetitiva struttura fatta di inseguimenti e nascondigli, Runner riesce comunque a intrattenere perché mostra una regia devota alla causa che dona ritmo anche lì dove la storia non offre troppi motivi per tener desta l’attenzione. Va peggio, però, con la scrittura che vede coinvolto lo stesso regista insieme a Marco Guerrini e Antonio Castigliego.

I personaggi sono troppo sopra le righe e hanno quella caratterizzazione da fumetto di serie b che non sempre è vincente in un film; in alcuni casi l’apporto dell’interprete riesce ad aggiustare il tiro, come accade con la protagonista di Matilde Gioli, in altri porta tutto rovinosamente verso la macchietta, come succede con il cattivo interpretato da un Francesco Montanari davvero caricaturale. Anche i dialoghi non aiutano, hanno quel sentore di artefatto, di scritto, con personaggi che si esprimono come mai accadrebbe nella realtà. C’è un plot-twist proprio sulla conclusione che in parte giustificherebbe questa scrittura superficiale e innaturale, ma arriva davvero troppo tardi per essere assimilato e accettato dallo spettatore.

Come si diceva, Matilde Gioli è il fiore all’occhiello di questo film perché oltre ad essere indiscutibilmente brava, offre una performance fisica che ha chiaramente richiesto molto impegno e preparazione, cosa che sottolinea la dedizione alla causa dell’attrice.

In definitiva, Runner è un film che – a dispetto del titolo – non vuole correre, si ferma in superficie, si accontenta anche lì dove poteva fare quel passo in più. Ci troviamo, così, tra le mani un raro esempio di action puro italiano, con una buona regia e una protagonista molto capace ma che si incarta in una dinamica di b-movie che una volta avremmo considerato direct-to-video. Il film invece esce al cinema, l’8 febbraio, distribuito da Plaion Pictures.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Matilde Gioli: brava, bella e capace.
  • La regia che dà ritmo alle scene d’azione in luoghi chiusi.
  • La sceneggiatura non rende giustizia ai personaggi e presenta dialoghi a tratti infantili.
  • Francesco Montanari che fa il cattivo come lo farebbe il personaggio di un cartone animato.
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Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Runner, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

One Response to Runner, la recensione

  1. Fabio ha detto:

    Non ho visto il film ma non concordo affatto su Montanari, attore veramente bravo e lo ha dimostrato dai tempi di Romanzo Criminale, non so come sia il suo villain ma lui secondo me ha il viso giusto per questi ruoli

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