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Hai mai avuto paura?, la recensione
Siamo nel 1813 in un borgo dell’entroterra italiano. Giacomo, Orazio e Pilla sono i tre figli di Gustavo e Adelaide e appartengono a una nobile famiglia di proprietari terrieri. Ma in quei luoghi si aggira una Bestia che prima decima gli allevamenti di pecore, poi comincia a mietere vittime anche tra pastori e abitanti del villaggio. Per questo motivo viene convocato Scajaccia, uno zingaro sfregiato esperto cacciatore e con una sua teoria sulla natura soprannaturale della Bestia.
Sapete quale è una delle cose più frustranti per uno spettatore che paga un biglietto per andare a vedere un film sui lupi mannari? Scoprire, sullo scorrere dei titoli di coda, che di lupi mannari nel film appena visto non ce n’è neanche l’ombra. È esattamente quello che accade in Hai mai avuto paura?, il film d’esordio di Ambra Principato, un folk-horror che tratta, appunto, il tema della licantropia.
Appena un minuto, la recensione
Claudio è un agente immobiliare, un cinquantenne spiantato che vive ancora in casa con sua madre e costretto ad ogni tipo di umiliazione da parte della sua ex-moglie che lo ha lasciato per Manfredi, il “Re della Zumba”, portandosi via anche i suoi due figli adolescenti, Greta e Luca. A dare man forte a Claudio, tuttavia, ci pensano i due amici Simone ed Ascanio che un bel giorno gli consigliano di ricominciare daccapo iniziando proprio dai dettagli: buttare il vecchio cellulare e comprarsi un tecnologico smartphone. Claudio segue il consiglio dei suoi amici e subito si reca in un negozio gestito da cinesi per acquistare un telefono moderno e a prezzo contenuto. Qui, ad attenderlo, trova un anziano venditore cinese che gli vende un particolarissimo smartphone che consente a Claudio di portare indietro il tempo di sessanta secondi. Euforico per l’acquisto, Claudio inizia sin da subito ad usare l’aggeggio tecnologico per soddisfare piccoli capricci effimeri ma, pian piano, capirà che quei “sessanta secondi” possono essergli sufficienti per raddrizzare pezzo dopo pezzo la propria vita partendo proprio dal rapporto disastrato che ha con la sua famiglia.
Ritratto di una Roma alternativa. Arriva in DVD Il più grande sogno
Roma, la Città Eterna. E poi ci sono loro: pittori, poeti, scrittori, cantautori e registi. Sin da sempre, questa città, è stata musa ispiratrice capace di muovere la creazione artistica di moltissimi artisti. Tante cose belle sono nate da Essa, così come tante cose brutte. Negli ultimissimi anni stiamo assistendo ad un aumento esponenziale delle produzioni cinematografiche che eleggono la capitale ad uno status che va ben oltre il “semplice” teatro che ospita la vicenda. La cosa interessante, però, è che non parliamo di grandi produzioni interessante a raccontare la Roma “bella” (qualcuno ha detto La grande bellezza?) ma stiamo parlando di tutte quelle piccolissime produzioni, alcune semi-indipendenti, accomunate dal desiderio di raccontare la Roma “altra”. Quella Roma scomoda, sconosciuta alle masse, quella Roma che non si trova sulle cartoline. Dopo aver suscitato un discreto interesse alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venenzia 2016, nella sezione Orizzonti, arriva in home video con CG Entertainement l’ultimo film che ci racconta la Città Eterna da un punto di vista inedito. Il più grande sogno è ora disponibile in DVD.
Il più grande sogno, la recensione
La Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia ha da sempre rappresentato anche un territorio per nuove proposte ed esordienti che, almeno nelle intenzioni, dovrebbero apportare una ventata di novità, idee fresche sia dal punto di vista narrativo che stilistico. Ma non sempre è così, purtroppo, e in alcuni casi il nuovo che avanza è ancora più vecchio di chi lo precedeva.
È questo il caso del giovane regista Michele Vannucci che con la sua opera prima, intitolata Il più grande sogno, propone un lavoro nel complesso mediocre, inconcludente e popolato da personaggi già visti e rivisti, protagonisti oltretutto di una storia debole e poco appassionante.