Titans: gli X-Men della DC Comincs… che ci piacciono!
Con la caterva di film del Marvel Cinematic Universe che ogni anno sbanca il botteghino, Netflix non si arrende e, pur non avendo rinnovato Daredevil, Iron Fist e Luke Cage, decide di dare una possibilità ad altri supereroi “secondari”, stavolta quelli della casa di produzione avversaria, la DC, e in particolare ai protagonisti della testata Titans.
Certo, se dedicare serie tv agli eroi meno conosciuti di un universo fumettistico che fa palate di soldi può essere un azzardo giustificabile, quello di scavare nelle riviste minori di un franchise che si sta salvando in calcio d’angolo grazie ai film su Wonder Woman e Acquaman, la dice lunga.
Ma dopotutto stiamo parlando principalmente della “spalla” dell’eroe che ha dato il via a tutti i cinecomic e che, nonostante le mille trasposizioni, rimane sempre sulla cresta dell’onda, tanto quanto i suoi arcinemici, (basti vedere il successo del discutibile Suicide Squad): l’uomo pipistrello, Batman, che in questa nuova serie Netflix lascia il posto da protagonista al “Ragazzo meraviglia”, Robin.
Ad essere precisi stiamo parlando di Dick Grayson, colui che fu impersonato prima da Chris O’Donnel (Batman Forever e Batman & Robin) e poi da Joseph Gordon-Levitt nell’ultimo capitolo della bellissima trilogia che Christopher Nolan aveva dedicato al Cavaliere Oscuro.
Stavolta il “primo” Robin (sì, perché in tutto sono stai ben quattro) è portato in scena dall’attore australiano Brenton Thwaites (noto al grande pubblico per la sua partecipazione al quinto capitolo della saga di Pirati dei Caraibi e al live action Disney Maleficent) che finalmente si scrolla di dosso il ruolo del bravo ragazzo e dona al pubblico un tormentatissimo protagonista.
La serie comincia proprio con Dick Grayson, allontanatosi dal suo oscuro tutore per cercare di rifarsi una vita normale a Detroit come agente investigativo; il suo lavoro gli fa incrociare Rachel Roth (Teagan Croft), una ragazzina scappata da casa dopo che un misterioso assalitore ha ucciso la donna che lei credeva sua madre. Rachel ha dei poteri psichici e una tenebrosa seconda personalità che si scatena quando ha paura; in uno dei suoi sogni aveva visto il passato di Dick e ciò la spinge a fidarsi di lui per cercare di trovare delle risposte sull’organizzazione che cerca di rapirla.
Nel mentre un’appariscente ragazza dai ricci color magenta, Cory (Anna Diop), si sveglia senza memoria in una macchina in Austria; dopo un primo momento di straniamento capisce non solo di poter generare fiamme ma che anch’essa era sulle tracce di Rachel, di conseguenza decide di proseguire il suo vecchio intento e trovare delle risposte.
Sulla strada di Dick e Rachel faranno capolino vecchie e nuove conoscenze, tra esse il futuro compagno di viaggio Garfield Logan (Ryan Potter), giovane nerd col potere di trasformarsi in una tigre verde (non si vedevano animali fatti così male in computer grafica dalle scimmiette di Jumanji, film del 1997), la coppia di supereroi Hawk (Alan Ritchson) e Dove (Minka Kelly), Wonder Girl (Conor Leslie) e addirittura il “nuovo” Robin, Jason Todd (Curran Walters).
A fare da sfondo alla storia è il mistero sulle origini di Rachel e Cory, entrambe legate a una misteriosa profezia, ma a farla da padrone è Dick, coi suoi sbagli passati e il suo leggero complesso edipico nei confronti di Batman: in ogni puntata è presente un flashback che consente di comprendere quali problemi abbiano causato la rottura fra i due, sicché lo spettatore vuole solo sapere se Dick rindosserà la sua maschera o rinnegherà i suoi trascorsi.
In effetti, il tema della “doppia maschera” è un filo rosso che collega tutti i protagonisti: ognuno di essi ha delle difficoltà a convivere con sé stesso o col proprio passato, la paura del futuro si intreccia con quella del presente e nasce dal dubbio di essere troppo mostruoso per questa società.
Dunque, ci è piaciuto questo esperimento Netflix-DC? Diciamo di sì: storyline e soggetto non sono di certo nuovi per i nerd di prima classe, che riconosceranno le impronte degli storici scrittori DC Robert Haney e Bruno Premiani, ma la sceneggiatura di Akiva Goldsman (Batman Forever, Batman & Robin, Fringe, The Ring 3, Insurgent), Geoff Johns (Smalville, Arrow, The Flash) e Greg Berlanti (Lanterna Verde, La furia dei titani, Arrow, The Flash, Supergirl, Legends of Tomorrow, Dawson’s Creek) ha “rinfrescato” o meglio, “oscurato” le avventure dei supereroi creati nel secondo dopoguerra.
Lo stile della regia parte dal noir per sfociare nell’action più fumettistico possibile (ma grazie alla Musa del Cinema risparmiandoci quelle sciapissime e improbabilissime battute a effetto presenti in tutte le peggiori scazzottate), il tutto condito con un’atmosfera da horror “mistico” (L’Esorcista, Babadook) che viene smorzata da alcuni episodi-intervallo focalizzati sul background psicologico dei personaggi.
Uno spettatore attento non potrà negare di aver trovato spesso dei parallelismi con la fantomatica saga degli X-men e più volte sobbalzerà sul divano esclamando: “Ma questo è uguale a..” ma lo show riesce a farsi perdonare creando un’empatia così forte coi personaggi che non si farà più caso ai dettagli. Ordunque aspettiamo con ansia la seconda stagione per vedere quali supereroi diventeranno i nostri “Titans”.
Ilaria Condemi de Felice
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