Venezia77. Miss Marx, la recensione
Il 1800 non è mai stato così punk.
Susanna Nichiarelli, regista italiana al suo quarto lungometraggio, presenta in concorso alla 77^ Mostra del Cinema di Venezia Miss Marx, un biopic fresco e pieno di energia su un personaggio poco conosciuto ma in realtà decisamente interessante: Eleanor “Tussy” Marx, figlia del filosofo e sociologo tedesco Karl Marx. Il film inizia proprio dalla morte del padre, per poi farci conoscere l’indole indipendente e ribelle della protagonista raccontandoci della sua vita privata e al contempo del suo impegno pubblico, portando avanti il discorso socialista e le critiche al capitalismo del padre.
Essendo il personaggio di Miss Marx quello di una ribelle fuori dal suo tempo, la scelta di una colonna sonora punk anacronistica è decisamente bizzarra ma sensata, dato che questo genere musicale è nato proprio dal sentimento di ribellione contro il potere, dalla voglia di libertà e dalla rabbia di sentirsi intrappolati in una società che non ascolta i bisogni dei più deboli.
Alle istanze economiche si associano anche però quelle di genere: nonostante infatti sia un intellettuale brillante Eleanor, a differenza di suo padre, è una donna. Virginia Woolf in Una Stanza tutta per sé per spiegare l’evoluzione della condizione femminile nel tempo e il perché nella storia della letteratura il ruolo della donna è stato per molto tempo limitato, faceva l’esempio della “sorella di Shakespeare”: se il bardo inglese avesse avuto una sorella gemella con le sue stesse passioni, il suo stesso intelletto, il suo stesso talento e le sue stesse capacità, strozzata dalla società maschilista dominante in quell’epoca questa si sarebbe sicuramente suicidata. Miss Marx è forse la figura più storicamente vicina a questo esempio. L’equazione che viene fatta dalla protagonista è che l’uomo sta alla donna così come il capitalista sta ai lavoratori. E che così come i risultati ottenuti dai lavoratori sono merito delle proteste dei lavoratori, allo stesso modo vale per i risultati ottenuti dalle donne.
Con un ottima fotografia, alcune sequenze ispirate a classici come Metropolis e C’era una volta in America, e un’interpretazione convincente da parte della protagonista Romola Garai, Miss Marx è molto diverso dal classico dramma storico ambientato nel fine ‘800, mostrando l’altro lato della medaglia rispetto al classismo borghese, e raccontando la storia di un pioniere del movimento socialista e femminista che ha lottato per tutta la vita per i diritti per ottenere una società più giusta.
Mario Monopoli
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