Vi presento Toni Erdmann, la recensione
Winfried (Peter Simonischek), protagonista di Vi presento Toni Erdmann, è un vero e proprio buontempone, un uomo che all’occhiello non porta un fiore bensì dei denti da vampiro. Eppure persino lui ha un cruccio, trattasi di sua figlia Ines (Sandra Hüller), una businesswoman tutta ufficio… e ufficio. Secondo Winfried, Ines ha bisogno di prendere la vita con più leggerezza, insegnamento che cercherà di trasmetterle attraverso il proprio alter ego Toni Erdmann.
Dalla trama e dalle recensioni entusiastiche ci si aspetterebbe che il film di Maren Ade sia scoppiettante. Esilarante. Unico. Ma vogliamo andare subito dritto al punto e affermare che Vi presento Toni Erdmann è tutto fumo e niente arrosto: si ride, è vero, ma le situazioni che lasciano spazio alla comicità sono parecchio diluite all’interno delle due ore e mezza del film, il quale alla fine risulta maggiormente incentrato sugli sguardi e sul non detto. Ma questo accade perché dopotutto non vi è molto da dire: l’ambiente di lavoro di Ines, dedito al maschilismo e alla freddezza dei rapporti umani, non viene mai realmente approfondito, come del resto era nelle intenzioni della stessa regista.
Per quanto riguarda il tema portante del film, ovvero il bisogno di prendersi meno sul serio rinunciando talvolta al conformismo, cosa possiamo dire? Sì, è un messaggio carino, simpatico, ma di certo non basta per rendere Vi presento Toni Erdmann un capolavoro.
Forse l’elemento più interessante riguarda il meccanismo metacinematografico: così come Winfried/Toni utilizza una nuova veste per trasmettere la propria filosofia di vita alla figlia, anche gli attori solitamente si “travestono” entrando nei panni di qualcun altro, permettendo così a noi spettatori di capire qualcosa in più sulla natura umana.
Vi presento Toni Erdmann uscirà nelle nostre sale il 2 marzo, distribuito da Cinema.
Giulia Sinceri
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