Zootropolis, la recensione

Approderà nelle nostre sale il 18 febbraio 2016 il 55esimo classico della Disney, Zootropolis diretto da Byron Howard e Rich Moore, uno dei pochi cartoni della Casa di Topolino ad avere come protagonisti esclusivamente gli animali e dove gli umani nemmeno esistono.

Zootropolis si può definire come il primo vero poliziesco della Disney, ben diverso da i precedenti Basil l’Investigatopo e Bianca e Bernie che pure si avvicinano al genere. Complicati inseguimenti, rocambolesche fughe, rapimenti e investigazioni fanno di questo lungometraggio animato una sorta di buddy movie d’azione, con l’unica differenza che la coppia protagonista non è formata da due umani ma da una determinata coniglietta e una simpatica e furba volpe.

Un cartone più maturo che insegna alle nuove generazioni a lottare: sono le azioni che contano e non più i sogni. Nessun trucco, i progetti si realizzano solo contando sulle proprie forze e non più aspettando che la Fata Madrina, il Principe Azzurro o una strega qualunque ci metta lo zampino. I protagonisti, come nella realtà, si trovano ad affrontare vere difficoltà per trovare il proprio posto in una società dove si può scegliere cosa diventare. “Try Everything” come canta Gazelle, la bellissima e sensuale popstar di Zootropolis con la voce della bravissima Shakira.

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Judy Hopps è una coniglietta di campagna determinata e sicura di sé che ha deciso di diventare una poliziotta in barba alle preoccupazioni dei suoi genitori che la vorrebbero, come loro, contadina. Decisa ad intraprendere una strada diversa, però, Judy finisce con successo l’accademia militare e si trasferisce a Zootropolis per seguire il suo sogno. Si ritrova, quindi, in una metropoli in cui è possibile diventare tutto ciò che si vuole, abitata da prede e predatori che hanno smesso di mangiarsi a vicenda e divisa da diversi quartieri creati sulle caratteristiche dei mammiferi che li abitano. Purtroppo, però, la vita non è semplice come Judy la immaginava poiché si ritroverà a lavorare come ausiliare del traffico a causa della poca fiducia che i suoi colleghi ripongono in lei per la sua razza, non adatta ad un lavoro del genere, e per le sue dimensioni minute. Per dimostrare a tutti che è più di quel che sembra, Judy intraprenderà da sola un’investigazione su alcune misteriose sparizioni avvenute in città e si ritroverà a collaborare con uno dei suoi nemici naturali: la truffaldina volpe Nick.

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Nonostante i protagonisti siano animali antropomorfi che sostituiscono gli umani, quella di Zootropolis è una storia decisamente realistica che sfiora temi che ci riguardano da vicino. Temi come quello della diversità e della paura del diverso che troppo spesso viene usata per motivi politici, l’evasione fiscale e i molteplici problemi che affliggono la nostra società da sempre, come la lentezza della burocrazia, impersonata in questo caso da simpaticissimi, quanto irritanti, bradipi già famosi durante la promozione del film.

L’eguaglianza tra le varie specie che abitano Zootropolis, comunque, è solo di superficie poiché la società di Zootropolis è troppo spesso più classista di quanto sembra e i pregiudizi, soprattutto sui carnivori predatori, verranno disintegrati con grande difficoltà e il rispetto reciproco dovrà essere conquistato giorno dopo giorno.

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Zootropolis è senza dubbio un film adatto a tutti, ai bambini e agli adulti che li accompagneranno e che riusciranno a cogliere le sfumature più complesse della trama. Una Disney diversa, più matura e che non ci delude.

Rita Guitto

PRO CONTRO
  • I dettagli sono curatissimi (come il noto mensile Vanity Fair trasformato in “Vanity Fur” o la marca di elettronica “Carrot” rappresentata da una carota mangiucchiata).
  • Zootopia, il titolo originale, è sicuramente più calzante dell’italiano Zootropolis.
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Zootropolis, la recensione, 7.0 out of 10 based on 1 rating

2 Responses to Zootropolis, la recensione

  1. Daniele ha detto:

    Zootropolis lo visto e mi è piaciuto veramente molto, però devo dire che se la Disney come altre case produtricci di film, D’Animazione facesse dei film come questo anche per un pubblico un pò più maturo bè…sarebbe il massimo!
    Perchè un film come zootropolis ha un gran potenziale solo che finchè si pensa soltanto ad un pubblico innocente quel potenziale non potrà mai essere usato…:(
    Mi auguro che se faranno un sequel tengano presente questa nota che come la mia sarà quella di molti:)

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  2. Daniele Santoro ha detto:

    Il film è stupendo ma avrebbe del potenziale in più come molti altri titoli,se non si pensasse solo ad un pubblico innocente sperò in bene in un sequel che abbia questo potenziale.
    Qual’ora la Disney superasse questa bariera penso che un film come zootropolis sarebbe ben più affascinate e ricco di emozioni anche per noi adulti!

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