A spasso con i dinosauri, la recensione

Un’intera generazione di spettatori cinematografici, per lo più nati negli anni ’80, per forza di cose ha incontrato durante la propria esperienza davanti al grande o piccolo schermo i dinosauri. Questi affascinanti quanto spaventosi animali preistorici che sono diventati di gran tendenza grazie a Mr. Spielberg e al suo capolavoro Jurassic Park, hanno dato vita a ogni spin-off possibile, immaginabile e multimediale, trascinando un merchandising larghissimo che si è esteso a più zone dell’immaginario consumistico. Ancora oggi, a distanza di ben 22 anni dall’uscita di Jurassic Park e all’alba di un quarto film della serie atteso per il 2015, i dinosauri continuano ad affascinare il pubblico e così arriva sul grande schermo A spasso con i dinosauri, un anomalo cartoon fortemente voluto dalla BBC.

A spasso con i dinosauri non deriva da Jurassic Park, o almeno non in modo diretto, ma da una serie di documentari che la BBC produsse e mandò in onda alla fine degli anni ’90 e che avevano per titolo proprio Walking with Dinosaurs (Nel mondo dei dinosauri). Si tratta di un programma che aveva l’intento di documentare la vita dei dinosauri attraverso ricostruzioni in computer grafica ma su scenari reali, proprio come faceva (e fa) qualsiasi altro documentario con scimmie e formiche. Un format che ebbe un grande successo e venne acquistato da chiunque (anche in Italia programmi come Quark o La macchina del tempo ne hanno usufruito), ma che oggi, con gran sorpresa, ha dato spunto per la produzione di un cartoon dallo stile molto disneyano.

Un Pachi appena nato fa la conoscenza di Alex

Un Pachi appena nato fa la conoscenza di Alex

Per avventurarsi in questa impresa che non è decisamente all’ordine del giorno quando si parla di cinema d’animazione, la BBC ha chiamato lo sceneggiatore John Collee, esperto di natura e già autore degli script di Masters & Commander e Happy Feet, e i registi Barry Cook e Neil Nightingale, il primo con passato alla Disney (Mulan), il secondo con grande esperienza in documentari naturalistici. Il risultato è un ibrido tra tutto ciò: una storia con chiari intenti pedagogici mirati a far conoscere dinosauri meno blasonati ai giovani spettatori e uno stile visivo che unisce riprese naturali reali con personaggi realizzati in computer grafica e di matrice chiaramente disneyana.

A spasso con i dinosauri, dopo un breve – quanto inutile – prologo ambientato ai giorni odierni, ci porta indietro nel tempo di 70 milioni di anni, fino al Cretaceo, e ci fa conoscere un neonato Pachirinosauro, che molto esplicitamente si chiama Pachi. È il cucciolo più imbranato e curioso della nidiata, attaccato e ferito da un predatore e vessato dall’irruento fratello maggiore Scowler, diventa grande amico del pennuto Alex. Quando il padre di Patchi, capobranco, viene ucciso da un Gorgosauro, il dinosaurino deve imparare a cavarsela da solo e nel suo percorso di crescita incontra Juniper, una pachirinosauro sua coetanea di cui si innamora.

Sulla carta A spasso con i dinosauri è un prodotto vincente perché risalta subito la sua originalità, la sua matrice ibrida ne mette immediatamente in evidenza le potenzialità per farne un prodotto diverso dalla massa dell’inflazionato panorama dell’animazione cinematografica. Eppure i creatori di A spasso con i dinosauri sono incredibilmente riusciti a gettare nella pattumiera tutte quelle potenzialità e farne un’opera così standardizzata da lasciare sconcertati. Personaggi e iter che seguono sanno molto di già visto… troppo di già visto! I protagonisti non hanno molto carisma, non ci si riesce ad affezionare a loro come dovrebbe accadere con questi film e i rari momenti in cui si cerca di costruire delle gag, non si riesce a trovare un giusto mood ironico che possa far realmente divertire e farsi ricordare. Procede tutto in maniera blanda e prevedibile, riuscendo in fin dei conti a toccare la corda della noia piuttosto che quella dell’intrattenimento.

Pachi si avvia nella sua marcia

Pachi si avvia nella sua marcia

C’è da dire, però, che l’animazione è di livelli altissimi e la scelta di inserire i personaggi animati in scenari reali da un tocco davvero unico al film, realistico e affascinante.

Un’altra nota di demerito da attribuire ad A spasso con i dinosauri è l’infelice scelta di far parlare i dinosauri senza animare le loro bocche. In pratica è come se i personaggi comunicassero telepaticamente ed è stranissimo assistere ad uno spettacolo di questo tipo per 90 minuti, oltre che francamente immotivato. Così come la cornice ambientata nel presente, con la presenza dell’attore Karl Urban, che è di un’inutilità ai fini narrativi piuttosto evidente.

Un film che lascia l’amaro in bocca, dunque, così ricco di potenzialità non sfruttate o sfruttate decisamente male, che si avvale anche della visione stereoscopica in 3D, utilizzato in maniera immersiva e spettacolare per alcune riprese aeree e per dei momenti di maggiore intensità, ma che nel complesso anch’esso passa piuttosto inosservato.

Se un pachirinosauro vi chiede quindi di accompagnarlo in una passeggiata, pensateci due volte e valutate il fatto che nella realtà sono degli animali davvero barbosi!

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Visivamente molto bello grazie all’ottima fusione tra computer grafica e location reali.
  • Sulla carta è un progetto molto accattivante e originale
  • Di fatto non sfrutta le sue potenzialità adeguandosi svogliatamente allo standard dei cartoon odierni.
  • Non ci sono personaggi carismatici e le gag non sono mai riuscite.
  • La scelta di non animare la bocca dei dinosauri è particolarmente infelice.
  • La cornice nel presente è immotivata e inutile.

VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 5.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)
A spasso con i dinosauri, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.