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The War – Il Pianeta delle Scimmie, la recensione
Ora che è compiuta, possiamo tranquillamente affermarlo: la trilogia prequel de Il Pianeta delle Scimmie è una delle cose più belle, armoniose e genuinamente complesse apparse nel panorama del cinema di fantascienza di questo terzo millennio.
Iniziata nel 2011 da Rupert Wyatt con il bellissimo L’alba del Pianeta delle Scimmie, la saga prequel è proseguita nel 2014 con l’altrettanto ottimo Apes Revolution – Il Pianeta delle Scimmie, diretto dal talentuoso Matt Reeves. Ed è proprio guardando alla direzione intrapresa in questo capitolo due che Reeves prosegue il discorso di The War – Il Pianeta delle Scimmie, eccezionale episodio conclusivo di una trilogia perfetta.
The Rocky Horror Picture Show torna in un remake targato FOX
Hugh Jackman dice addio a Wolverine
Nelle ultime ore una notizia ha colto di sorpresa il mondo dei cinecomix e forse lascerà una rughetta di tristezza sul viso dei fan del Wolverine cinematografico. Infatti l’attore Hugh Jackman ha postato su Instagram un’immagine con il suo inconfondibile artiglio di adamantio e la dicitura “WOLVERINE …ONE LAST TIME. HJ“.
Kingsman – Secret Service, la recensione
Che il cinema d’azione spionistico sia andato incontro, negli ultimi anni, a una vera e propria rivoluzione è sotto gli occhi di tutti, basti guardare gli ultimi film della saga “spy” per eccellenza 007, rebootata con Casinò Royale nel 2006 e adeguata ai gusti dello spettatore moderno. Linea, del resto, intrapresa già da produzioni precedenti come Mission: Impossible e la saga di Jason Bourne e che non è stata esente di parodie (o quasi) con i due Johnny English e Agente Smart: Casino Totale. In questo pantheon di agenti speciali e missioni segretissime, si va a inserire in maniera collaterale Kingsman – Secret Service, l’ultima fatica di quel geniaccio di Matthew Vaughn, tratta da una miniserie a fumetti di Mark Millar e Dave Gibbons e debitrice a tutto questo immaginario spionistico che ha alimentato tanto cinema e letteratura del 900.
Perchè Cobalt non sarà come The Walking Dead: la parola a Kirkman
Dalla scorsa settimana The Walking Dead è tornato in tv con la seconda parte della quinta stagione, che segue il trend dei mesi scorsi e macina ascolti come mai era accaduto in casa AMC, anche per quanto riguarda il pubblico italiano. Ma sappiamo che ben presto le storie di Rick, Carl, Daryl e Carol non saranno le uniche ad appassionare gli spettatori televisivi e altri famelici zombi tenteranno di magiare carne umana in un nuovo show AMC creato da Robert Kirkman, ovvero Cobalt, lo spin-off di The Walking Dead.
Dopo l’annuncio che Kim Dickens di Sons of Anarchy e Cliff Curtis di Gang Related e Missing vestiranno i ruoli dei protagonisti, è ora lo stesso Robert Kirkman a prendere la parola, intervistato dai microfoni di Entertainment Weekly, per spiegarci in cosa Cobalt differirà da The Walking Dead.
American Crime Story: uno spin-off che si tinge di thriller!
Era il 2011 quando sul canale FOX di SKY arrivava American Horror Story. La serie televisiva statunitense di genere Horror, ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk in modo che ogni stagione avesse una trama, un’ambientazione e personaggi diversi.
Al debutto sul piccolo schermo American Horror Story ottenne un grande successo di pubblico e di critica, tanto da far proseguire la serie per ben altre tre stagioni.
L’ultima stagione intitolata American Horror Story: Freak Show farà il suo debutto in Italia sul canale FOX di SKY il 24 Febbraio 2015, mentre negli Stati Uniti è stata trasmessa sul canale via cavo FX dall’8 Ottobre 2014.
I Pinguini di Madagascar, la recensione
Nell’ormai lontano 2005 arrivava nelle sale cinematografiche italiane il film d’animazione Madagascar: Alex, Marty, Melman e Gloria ci hanno subito conquistato con le loro peripezie. Eppure c’erano dei personaggi di cui fin dal primo sguardo ci siamo letteralmente innamorati, soprattutto per la loro tecnica di “Carini e Coccolosi”. Avrete sicuramente capito di chi sto parlando, i famosi pinguini, che ci hanno letteralmente conquistato.
Dragon Trainer 2, la recensione
Il panorama statunitense legato al cinema d’animazione, quello che al botteghino conta su grandi numeri, è terreno di sfida di poche realtà cinematografiche. La Disney Pixar, ovviamente, la Blue Sky di L’Era Glaciale e Rio e la DreamWorks. Tralasciando volutamente realtà minori e ancora emergenti, anche se di grande qualità, come la Laika di ParaNorman e Coraline, o più parche nell’offrici prodotti, ad esempio la Sony di Piovono Polpette e Hotel Transylvania, ci possiamo concentrare sulla DreamWorks che forse è quella che si è posta con più tenacia in un’ipotetica sfida contro il colosso Disney.
Nata sotto l’egida di Steven Spielberg negli anni ’90, la DreamWorks si è specializzata in cinema d’animazione inanellando una serie di film affascinanti e atipici come Galline in fuga e Z la formica, finché è arrivato il grande successo con Shrek. Da quel momento, la DreamWorks ha scoperto il potenziale di un cinema d’animazione alternativo ma con una formula di successo e ai seguiti del film con l’orco verde si sono aggiunti altri prodotti trita-botteghino: Madagascar, Kung Fu Panda, Mostri contro alieni e Dragon Trainer.
La Stirpe del Male, la recensione
Se L’ultimo esorcismo e L’altra faccia del Diavolo avevano esplorato con la tecnica del mockumentary il filone sulle possessioni demoniache, dovevamo senz’altro aspettarci che il found footage esplorasse anche il mini-filone che più è affine a quello esorcistico, ovvero quello delle gravidanze demoniache. E puntualmente arriva La stirpe del male (Devil’s Due), titolo sul quale la Fox puntava decisamente molto e che invece ha rappresentato un sonoro flop al botteghino statunitense, raccogliendo, tra l’altro, una serie di critiche negative da far invidia a Uwe Boll.