Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, la recensione

Il regista britannico David Yates torna a cimentarsi per la sesta volta con il Wizarding World, portando sul grande schermo Animali Fantastici: i Crimini di Grindelwald, il secondo capitolo della saga prequel dell’universo di Harry Potter.

Scritto ancora una volta da J.K. Rowling, il sequel si concentra su un Gellert Grindelwald, ormai a piede libero, che ha bisogno di essere fermato prima che il suo temibile piano possa attuarsi. I suoi poteri sono eccezionali, così come quelli di Albus Silente che non può nulla contro di lui, ed ecco che entra in scena Newt Scamander, arruolato da quest’ultimo per fermare il potentissimo mago oscuro che, proprio come Harry Potter, si ritrova suo malgrado a combattere un’eterna lotta tra il bene e il male. Ci troviamo nel 1927, pochi mesi dopo la cattura e carcerazione di Grindelwald, che riesce a fuggire quando il MACUSA, Ministero della Magia americano, sta per trasferirlo in una prigione più dura. Gli eventi che seguiranno la sua fuga hanno inizio a New York e si snoderanno tra Londra e Parigi, passando per l’Austria.

Ma non è tutto così semplice come sembra. Animali Fantastici: i Crimini di Grindelwald è un film ben più complesso, con un numero di sottotrame e livelli narrativi parecchio fitti. E non è certo solo un pregio, bensì un’arma a doppio taglio. I personaggi da gestire sono moltissimi, così come le vicende personali: Credence Barebone è alla disperata ricerca della sua identità con l’aiuto di Nagini, un Maledictus che può trasformarsi in un serpente, che insieme a lui è fuggita dal circo che li sfruttava. Sulle tracce di Credence c’è Tina Goldstein, ormai diventata un’Auror, e il mago oscuro Grindelwald che vuole usare a suo vantaggio i poteri del giovane orfano in cambio di informazioni sulla sua vera identità. Mentre sulle tracce di Tina ci sono la sorella Queenie e Newt Scamander, che approfitta della missione che gli ha affidato Silente per rincorrere la sua amata. Insieme a lui, il fedele amico babbano (anzi, no-mag!) Jacob Kowalski che ha la missione di riconquistare la sua bella Queenie dopo un’accesa discussione. C’è poi un triangolo amoroso da risolvere tra Leta Lestrange e i due fratelli Newt e Theseus Scamander, e un conflitto familiare tra i due mai chiarito. A tirare le fila di tutte queste situazioni, lo scontro tra due maghi invincibili come Albus Silente e Gellert Grindelwald, schierati relativamente uno con il bene e l’altro con il male.

Il risultato è un intreccio a dir poco complicato e difficile da districare, mentre gli animali fantastici fanno solo da sfondo. Questo film, infatti, cambia decisamente direzione dal primo capitolo della saga e si fa più dark e cattivo, meno giocoso, mentre nella saga del maghetto occhialuto questa transizione è stata graduale.

Due ore e poco più non sono abbastanza per far quadrare tutto, alla fine del film ogni spettatore, anche il più esperto del Wizarding World, sembra stato colpito da un incantesimo Confundus. Tanti dialoghi importanti, colpi di scena che rimangono lì in attesa di una risposta che, per il momento, non arriverà. La sceneggiatura della Rowling soffre del fatto che quest’ultima, probabilmente in mancanza di un supporto letterario come è capitato invece per Harry Potter, si sia fatta prendere la mano e abbia esagerato nel voler mettere su carta proprio tutto quello che le passasse per la testa, senza freni e senza ordine. Tra l’altro, così come capita nella vita reale, quando l’amore entra in scena tutto si complica, ed ecco che i sentimenti che intercorrono tra personaggi ancora poco conosciuti dal pubblico, sembrano un in più che si poteva anche evitare, in un intreccio già così complicato e confusionario.

Per apprezzare pienamente Animali Fantastici: i Crimini di Grindelwald bisogna accettare il fatto che sia un film di transizione, una lunga introduzione a quello che sarà nei prossimi tre film, che intanto strizza l’occhio ai fan di lunga data tra citazioni, vecchi personaggi e segreti che verranno svelati. I tanti personaggi vengono smistati in uno schema immaginario, vengono definite le squadre dei buoni e dei cattivi che si scontreranno corpo a corpo nei capitoli successivi che attendiamo con trepidazione.

Comunque sia, l’aspetto visivo del film è eccellente e spettacolare, ci sono moltissimi lunghi dialoghi, ma quando c’è da agire si agisce bene. La scena d’apertura in notturna che vede Grindelwald fuggire è davvero emozionante, i duelli a colpi di incantesimi sono grandiosi e, spesso, mortali.

Ma il merito della riuscita di questo nuovo capitolo della saga è senza ombra di dubbio appannaggio di Johnny Depp e del suo villain convincentissimo. Grindelwald, con il suo fascino e carisma, non fa rimpiangere il tanto amato Voldemort, dimostrandosi meno teatrale ma assolutamente più concreto. La minacciosità del primo, infatti, è quasi sempre sostenuta dalle terrificanti storie che si raccontano su di lui, mentre Grindelwald fa già timore facendo affidamento soprattutto sulla sua presenza. Un cattivo puro, che uccide con pacatezza e freddezza. Il suo sguardo gelido da dittatore trasmette una sicurezza che lo rende granitico e indistruttibile. Johnny Depp vanta una presenza scenica che farebbe sbiancare chiunque gli giri intorno, e il personaggio di Grindelwald ne è un’ennesima dimostrazione.

Dall’altro lato, poi, abbiamo Jude Law che veste i panni di un giovane Albus Silente, amico, amante e poi nemico giurato di Grindelwald che non può far nulla contro di lui. Certo, il personaggio non è dei più facili, Law riesce a fargli testa, ma non aggiunge nulla di quanto già abbiano detto i precedenti interpreti nella saga di Harry Potter. Sotto tono, invece, l’interpretazione di Eddie Redmayne, che veste ancora una volta i panni di Newt Scamander, che rimane in ombra, sovrastato da tutti gli altri personaggi del film. Ma quello che proprio non convince è la presenza di Leta Lestrange, interpretata da Zoë Kravitz, un personaggio privo di qualsivoglia fascino e che non porta davvero a nulla nello svolgimento della trama. Stessa sorte per Nagini, portata in scena da Claudia Kim: visto il nome altisonante del personaggio si sperava in una performance più incisiva che, purtroppo, non c’è stata anche per mancanza di tempo. Speriamo nei prossimi capitoli.

Unioni, divisioni, amori e amicizie che nascono e finiscono, la lealtà di entrambe le fazioni messe a dura prova. La magica penna di J.K. Rowling ha fatto il possibile per riuscire a regalare una storia affascinante, ma purtroppo ci è riuscita solo in parte. La perdoniamo, questa volta, e intanto aspettiamo il prossimo capitolo che, a quanto pare, sarà affidato di nuovo a David Yates e le riprese cominceranno in estate. Ma abbiamo almeno la consapevolezza che Johnny Depp continuerà a fare un gran lavoro con il suo Gellert Grindelwald.

Animali Fantastici: i Crimini di Grindelwald sarà al cinema dal 15 novembre distribuito da Warner Bros. Pictures.

Rita Guitto

PRO CONTRO
  • Grindelwald è un cattivo davvero affascinante e inquietante. Molto diverso da Voldemort ma con una forza scenica che non lo fa rimpiangere.
  • Gli effetti visivi sono, come sempre, molto validi.
  • Il ritorno ad Hogwarts è entusiasmante.
  • Ci sono pochi “Crimini di Grindelwald” e pochi “Animali Fantastici”.
  • Troppa carne al fuoco e molte situazioni caotiche sia a livello di sceneggiatura che di regia.
  • È un film troppo complicato per il genere che rappresenta.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 6.5/10 (su un totale di 2 voti)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: 0 (da 0 voti)
Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, la recensione, 6.5 out of 10 based on 2 ratings

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.