Assolo, la recensione

Laura Morante torna dietro la macchina da presa per dirigere (e interpretare) la storia di Flavia. La protagonista di Assolo, varcata la soglia del ‘mezzo secolo’ ben lungi dal sentirsi realizzata, traccia un confuso bilancio della propria esistenza, costellata da amori falliti, paure irrisolte e instancabili complessi d’inferiorità.

Al centro della pellicola, dunque, c’è un ritratto femminile complesso e ironico che la Morante dipinge principalmente attraverso le relazioni pseudo masochistiche che Flavia intrattiene con i due ex mariti e le loro nuove consorti, ma non solo. La vedremo anche impegnata in disastrose lezioni di scuola guida o alle prese con paradossali sedute presso la psicanalista (Piera degli Esposti).
Può una donna incapace di stimarsi e che, per tutta la vita, ha subito le decisioni altrui trovare a cinquant’anni il coraggio e la motivazione per prendere finalmente in mano le redini della propria vita?

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Per raccontare il percorso di Flavia da ‘sfigata’ e incompresa a donna (forse?) soddisfatta e consapevole, la regista sceglie una messa in scena realistica e sobria pur attingendo, talvolta, a un registro surreale, persino grottesco. Complessivamente il risultato funziona. Moltissime donne non faticheranno a riconoscersi nel personaggio principale, che persegue senza convinzione un’autostima mai posseduta, passa – pur di esorcizzare la solitudine – da una relazione sbagliata a un’altra o si ritrova a dover fare i conti con la bellezza che sfiorisce.
Inoltre, la scrittura elegante e dinamica lascia scorrere piacevolmente la visione e il cast corale, composto prevalentemente da grandi nomi, intrattiene e convince. Spiccano la già citata e sempre impeccabile Piera degli Esposti, un’isterica Angela Finocchiaro e le brevi ma godibili apparizioni di Marco Giallini.

I limiti del film, tuttavia, risiedono in parte nelle medesime dinamiche. Puntare tutto sull’identificazione femminile, infatti, restringe automaticamente il campo spettatoriale a una fetta di pubblico fin troppo circoscritta.
Il messaggio che il lungometraggio veicola, poi, è tutt’altro che originale. Non è sempre oro quel che luccica e dietro un’apparente perfezione, con la quale ci confrontiamo fino alla frustrazione, si celano piuttosto manie, caos esistenziale e chi più ne ha più metta. Nulla di nuovo, appunto, e anche il modo di dichiararlo non brilla per efficacia. L’ironia, come si accennava, è una delle carte migliori del film ma, quando tenta evolvere in comicità, fallisce due volte su tre a causa di espedienti poco divertenti o tempi sbagliati.

IMG_5505Assolo©FrancescaFago

Laura Morante ha in parte peccato di individualismo poiché, per sua stessa ammissione, c’è moltissimo di se stessa in Flavia. Ciononostante Assolo, summa delle nevrosi femminili post-‘anta’, si rivela una commedia imperfetta ma concreta, proprio come la sua protagonista. Un’opera seconda non priva di potenzialità né di pregi, che incita, a suon di dialoghi spesso acuti, a non temere di affermare e reclamare il proprio posto nel mondo e, prima ancora, nella società, qualunque sia il nostro talento o la nostra età.
Assolo è in sala dal 5 gennaio 2016 con Warner Bros. Pictures Italia.

Chiara Carnà

PRO CONTRO
  • Un buon ritratto femminile, attuale, credibile e non privo di complessità.
  • Cast affiatato.
  • Scrittura sobria e verve nei dialoghi.
  • Dedicato esclusivamente al pubblico femminile.
  • La comicità non funziona se non in poche sequenze.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Valutazione: +7 (da 7 voti)
Assolo, la recensione, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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