Fast & Furious 7, la recensione

Era il 2001 quando Rob Cohen portava sul grande schermo i personaggi scaturiti dalla mente di Gary Scott Thompson, bulletti in canotta con la passione per i motori di grossa cilindrata e poliziotti sotto copertura che di alta velocità se ne intendono. Da allora ne sono stati fatti di chilometri e quello che nasceva come un piccolo film desideroso di omaggiare il cinema alla “gioventù bruciata”, è diventato il più costoso, importante e remunerativo franchise action in mano a Hollywood: Fast & Furious. Dopo quattordici anni siamo giunti a quota 7, con un Justin Lin in gran forma che in prevalenza ha guidato il timone dei sequel (ad eccezione di 2 Fast 2 Furious che era diretto da John Singleton), che oggi passa il testimone al talentuoso enfant prodige dell’horror low budget James Wan.

Per Wan l’ingresso nel mondo dei blockbuster è stato una vera Odissea, visto che Fast & Furious 7 è stato il capitolo produttivamente più sfortunato della saga, dato l’incidente che è costato la vita al povero Paul Walker, co-protagonista della saga, morto prima di terminare le riprese del film. Questo ha comportato uno stop di molti mesi della produzione con iniziale ipotesi di cancellazione del film e poi decisione di portarlo avanti, riscrivendo buona parte del copione e facendo slittare l’uscita di un anno. Un duro colpo per tutti, soprattutto umanamente parlando, che comunque ha dato ottimi frutti perché Fast & Furious 7 non solo è un omaggio sincero, accorato e commovente al compianto Paul Walker, ma anche il capitolo più spettacolare, completo e schiettamente riuscito dell’intera saga.

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La trama, come ben sanno gli abituè di questo spettacolo su grande schermo, non è l’importante per Fast & Furious, ma in questo settimo film si riesce a mettere molta carne al fuoco, decisamente più del solito, riuscendo a portarla a un’ottima cottura. Il film si riallaccia direttamente al finale a sorpresa di Fast & Furious 6, con il misterioso sicario interpretato da Jason Statham che a Tokyo uccide Han e poi contatta telefonicamente Dom Toretto promettendo una letale vendetta. Quel sicario è Deckard Shaw, fratello di Owen Shaw, il villain interpretato da Luke Evans che ha terrorizzato Londra nel capitolo precedente. Ora Shaw Senior, che è un ex agente sei servizi segreti britannici, vuole vendicare ciò che è accaduto al fratello, ma allo stesso tempo Toretto viene contattato da Mr. Nobody, poliziotto collega di Hoobs, che gli affida una missione: recuperare l’Occhio di Dio, un potentissimo software per l’intercettazione di qualsiasi forma di vita sulla faccia della Terra, finito in mano ad alcuni terroristi. In cambio Toretto potrà utilizzare lo stesso software per trovare Shaw e anticipare le sue mosse.

Legandosi ad hoc al capitolo precedente e incastrando elementi da molti altri (in particolare il 3, con il ritorno di Lucas Black, e il 4), Fast & Furious 7 si mostra come il narrativamente più complesso della saga, grazie anche all’idea di costruire la trama su due linee parallele che comprendono due diversi villain e due missioni per Toretto e la sua squadra. A proposito di villain, è davvero riuscito il Deckard Shaw di Jason Statham, un’ottima scelta di casting che aggiunge un’icona del new action americano ai già fondamentali Vin Diesel e Dwayne Johnson, che sprizza carisma ad ogni espressione, dando al suo personaggio una caratterizzazione fondamentale e in gran sintonia con il livello di “figosità” della saga. Già il modo in cui Deckard Shaw entra in scena – aprendo il film – è indicativa dell’impatto che la sua presenza avrà nel film e che, infatti, rappresenta il fulcro di gran parte delle (molte) scene madri. Di minore impatto, perché palesemente sacrificato all’affollamento del film, è l’altro villain, il terrorista Jakande interpretato da Djimon Hounsou, a cui ruba la scena anche lo scagnozzo Tony Jaa, celebre star tailandese (la trilogia Ong Bak e il dittico The Protector), che ha solo due scene ma di quelle che si faranno ricordare a lungo dai fan delle arti marziali su grande schermo.

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Poi, parlando di new entries, c’è Kurt Russell, collega del muscolare Hobbs (che in questo capitolo partecipa meno all’azione, ma quando è presente non le manda a dire!) che raccoglie in un solo personaggio tanto di quel carisma che meriterebbe uno spin-off; ma c’è anche la hacker Ramsey, interpretata dalla Nathalie Emmanuel di Il trono di spade, che va ad occupare il posto vacante lasciato da Gal Gadot nel film precedente.

Quindi molta carne al fuoco, come si diceva, ma in Fast & Furious 7 c’è un equilibrio tale tra le varie componenti da farne il film action perfetto, a conferma che in questa saga, incredibilmente, ogni film è migliore di quello che l’ha preceduto. E a farla da padrone sono ovviamente le scene d’azione, così grandi, elaborate e spettacolare da lasciare costantemente a bocca aperta. Il lunghissimo inseguimento tra le strade montane, la spettacolare incursione ad Abu Dhabi, l’adrenalinico multi-scontro finale, sono sequenze di una tale densità da rappresentare davvero la vetta mai raggiunta fino ad ora dal cinema d’azione.

Un applauso a James Wan, dunque, che ha dimostrato di saper gestire nel miglior modo possibile una storia che (per la prima volta) non gli appartiene e aver saputo giostrarsi tra cifre che vanno oltre i sei zeri… lui che viene dagli horror da 1 milione e mezzo di dollari di Jason Blum!

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Va bene la velocità, la distruzione, le botte da orbi e i proiettili, ma Fast & Furious 7 riesce anche a puntare al cuore degli spettatori. L’infausto evento che ha sottratto un protagonista alla saga ha fatto si che alcune scene e il finale, in particolare, fossero riscritti per venire incontro a questa situazione. E il modo in cui Paul Walker e il suo Brian O’Conner vengono salutati è commovente, un momento in cui realtà e finzione si intersecano per un addio, anzi un arrivederci, che gioca con l’emotività ma in maniera onesta e realmente sentita.

Vin Diesel, in maniera provocatoria, ha detto che Fast & Furious 7 è un ottimo candidato per aggiudicarsi l’Oscar come miglior film, ma se esistesse un Oscar del cinema d’azione, il film di James Wan lo meriterebbe realmente. Nel suo genere, Fast & Furious 7 è semplicemente un capolavoro.

 Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Scene d’azione grandiose.
  • Ottima regia.
  • Storia complessa (per un Fast & Furious) e perfettamente in sintonia con la saga.
  • Jason Statham.
  • Finale emozionante.
  • Il cattivo di Djimon Hounsou ha pochissimo spazio.
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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Fast & Furious 7, la recensione, 9.0 out of 10 based on 1 rating

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