Gomorra 2: l’incontro con il cast tecnico e artistico [Foto]

A seguito della proiezione in anteprima per la stampa romana dei primi due episodi della seconda stagione di Gomorra – La serie (di cui vi parliamo qui), Sky Italia ha organizzato una conferenza stampa con l’intero cast artistico e tecnico della serie in arrivo il 10 maggio, in prima serata, su Sky Atlantic HD.

Sul palco del Teatro dell’Opera di Roma si sono alternati i numerosi talent che hanno lavorato alla seconda stagione, un incontro molto denso che ha dato voce proprio a tutti, a cominciare dal produttore Nils Hartmann e i registi Stefano Sollima, Francesca Comencini, Claudio Cupellini e Claudio Giovannesi.

Un paio di mesi fa siamo andati a cena con Stefano (Sollima, ndr) e ci siamo resi conto che dalle prime scalette di Gomorra sono passati 10 anni, un percorso che abbiamo fatto insieme e che ha visto maturare molti talenti.

Afferma Niels Hartmann, produttore esecutivo di Sky, che continua:

Spero che sia l’inizio di una nuova stagione di collaborazioni, visto che le serie sono in Italia, così come nel resto d’Europa, molto in voga in questo momento. Gomorra è la serie più vista di sempre su Sky, ha fatto più del doppio di House of Cards e Game of Thrones, e stiamo pianificando altre due stagioni, inoltre con Stefano stiamo lavorando a 000, un nuovo grande progetto di cui sentirete presto parlare.

Poi prendono la parola i registi, che spiegano in che modo hanno affrontato la sfida di questa seconda stagione. A iniziare è il coordinatore artistico Stefano Sollima, regista dei primi tre episodi della seconda stagione:

Abbiamo fatto quello che bisognerebbe sempre fare: ignorare le aspettative! Abbiamo preso consapevolezza degli elementi rischiosi che caratterizzavano la prima stagione, come l’assenza della retorica, e abbiamo continuato su quella strada, con maggiore sicurezza di noi stessi.

Francesca Comencini, che ha diretto gli episodi 4, 9 e 10, invece ci tiene a sottolineare l’importanza dell’apporto femminile sulla serie:

Sono l’unica donna di un cast tecnico tutto al maschile e sono grata a Stefano di questo. In fin dei conti è anche una necessità perché i personaggi femminili di Gomorra sono forti, indispensabili e mi è stato specificamente chiesto un apporto del punto di vista femminile.

Claudio Cupellini, che invece ha diretto un numero maggiore di episodi ovvero 5, 6, 11, 12, guarda a Gomorra come un qualche cosa di molto più ampio:

È stata la stagione della consapevolezza, tutto quello che avevo sottovalutato  nella prima stagione mi ha aiutato a crescere, ho pensato a questa seconda stagione come un’occasione per aderire ancora di più al mondo di Gomorra, che non è solo una serie, un film o un romanzo, ma qualche cosa di molto più grande.

Claudio Giovannesi, che si è fatto conoscere nell’ambiente cinematografico per la regia e la sceneggiatura di Alì ha gli occhi azzurri e in Gomorra 2 ha diretto gli episodi 7 e 8,, totalizza un doppio esordio: sia con la serialità televisiva che con il genere crime.

È stata un’esperienza intensa, ho seguito la prima stagione da spettatore e la cosa più emozionante è stato il momento prima delle riprese: ho fatto un percorso di avvicinamento prima sul set di Stefano, poi facendo tour nei luoghi dove avremmo dovuto girare.

Alla conferenza era presente anche Roberto Saviano, il noto giornalista sotto scorta da cui tutto è partito, in quanto autore del romanzo che ha ispirato sia il film di Matteo Garrone che la serie.

La coerenza tra il racconto della realtà napoletana di quegli anni e la serie è quasi filologico, rimettendoci al meccanismo neorealista. Nella finzione cinematografica o televisiva è difficile raccontare i meccanismi che portano a un appalto, all’apertura di una piazza di droga, invece in Gomorra c’è qualche cosa di diverso, la voglia raccontare come funzionano realmente le cose.

Spiega il giornalista, che poi prosegue:

Ci si emancipa da un discorso morale, non si parla solo di camorra e di Napoli, ma di una famiglia che prende il potere. Il napoletano è una forma di autenticità perché raccontiamo la storia da quel punto di vista, ma in realtà Gomorra è anche altro e serve a raccontare i meccanismi che portano al potere. Raccontare il crimine è solo un punto di partenza che apre molte altre strade, dalla politica ai sentimenti umani.

Gli sceneggiatori Stefano Bises e Leonardo Fasoli, che sono anche responsabili del coordinamento editoriale della serie, raccontano la genesi narrativa di Gomorra – La serie, in particolare gli episodi di cronaca a cui loro e Roberto Saviano si sono ispirati per raccontare le vicende dell’immaginario clan Savastano.

Nella prima stagione la serie prendeva spunto dalla scissione interna al clan dominante a Napoli Nord, nel territorio di Scampia-Secondigliano, e la faida che ne scaturì nel 2004 con la vittoria dei cosiddetti “Scissionisti”. Nella nostra storia i vincitori di quella faida prendono il potere mettendo fine al regno dei Savastano. La seconda stagione racconta il dominio degli Scissionisti, che creano una sorta di federazione di stati, alleati e con regole comuni e condivise ma sostanzialmente indipendenti, ognuno con un proprio capo, un proprio esercito e un proprio territorio all’interno dell’area di Scampia.

Dalla parte opposta però ci sono i perdenti, cioè l’ex “monarca” Pietro Savastano, suo figlio Gennaro e i suoi amici, i ragazzi del Vico. Questi ultimi hanno un ruolo determinante nella nostra storia, come lo hanno avuto nella realtà, dove presero il nome di “Girati”. Questa seconda stagione si ispira a una nuova faida, quella dei Girati appunto, che nel 2012 insanguinò le strade di Scampia.

A chiudere la lunga e interessante chiacchierata interviene il cast, al completo in sala ma rappresentato sul palco dai personaggi principali interpretati da Fortunato Cerlino (Pietro Savastano), Marco D’Amore (Ciro Di marzio), Salvatore Esposito (Genny Savastano), Marco Palvetti (Salvatore Conte), Cristiana Dell’Anna (Patrizia Santoro) e Cristina Donadio (Scianel).

Fortunato Cerlino è il primo a prendere la parola:

Siamo tornati in famiglia, voi non lo sapete, ma noi ci vogliamo davvero bene. Pietro è un uomo sconfitto e devastato, deve ritrovare l’equilibrio sia in famiglia che sul lavoro. In questa seconda stagione Pietro guarderà in faccia la parte più nera di se stesso.

Dopo un excursus dal sapore poetico di Marco D’Amore, che paragona l’ascesa artistica del cast di Gomorra – La serie alla loro presenza sul palco del Teatro dell’Opera, proprio nella bocca-scena, Salvatore Esposito dice brevemente la sua sul personaggio di Genny.

Quando abbiamo finito di girare la prima stagione non sapevo se Genny avesse la possibilità di rialzarsi, ci ho sperato tanto e così è stato. Così mi trovo nuovamente a lavorare con delle persone splendide.

Marco Palvetti anche parla dello sviluppo del suo personaggio, Salvatore Conte, lo “Spagnolo”:

Il mio personaggio ha la necessità di creare questa alleanza che dà innesco alla seconda stagione e scopriremo le sue molte sfumature, che servono necessariamente a renderlo più umano.

A chiudere la staffetta di presentazioni sono le due donne del cast, le new entries, Cristiana Dell’Anna e Cristina Donadio.

Il mio è un personaggio complesso che ho sviluppato grazie a Francesca Comencini.

Rivela Cristiana.

Patrizia è una donna fighissima che è capace dell’atto d’amore più grande e del male più assoluto. Per me è stato catartico interpretarla.

Poi Cristina conclude:

Quando capita di aver a che fare con personaggi come Medea o Clitennesta ci si pone con grande umiltà nei confronti dei personaggi tragici femminili e così ho fatto con Scianel. È una donna forte tra uomini forti, disposta a tutto per raggiungere il potere; è un archetipo, è un grande personaggio giocato su piccoli dettagli.

Roberto Giacomelli

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