Murder Mystery, la recensione

Se coltivate il sogno segreto di improvvisarvi detective dopo aver casualmente assistito a un omicidio, Murder Mystery vi farà drizzare le antenne (per poi farvele afflosciare… ma andiamo per gradi). A impersonare la signora Fletcher del caso abbiamo due nomi forti della commedia: Jennifer Aniston e Adam Sandler.

Audrey e Nick Spitz sono sposati da quindici anni; lei è “solo una dannata parrucchiera” appassionata di gialli, lui un agente di polizia col vizietto della menzogna compulsiva. La più grossa di tutte: aver fatto credere alla moglie di essere diventato detective, quando in realtà ha fallito l’esame ben tre volte. Ed è a causa dell’ennesima bugia che i due si ritroveranno coinvolti in un  rocambolesco viaggio in Europa. Sull’aereo Audrey fa la conoscenza di Charles Cavendish (Luke Evans) sofisticato visconte che li invita, senza apparente motivo, a una privatissima riunione familiare a bordo di uno yacht. Gli Spitz incontreranno un colorito ventaglio di personaggi, parenti e amici di Malcom Quince (Terence Stamp), ricchissimo zio di Cavendish. Naturalmente non dovrà passare molto prima che ci scappi il morto.

murder mystery

Il giallo è un genere estremamente codificato. Gli appassionati godono nella messa in scena dei suoi topos, sia quando sono eseguiti pedissequamente e con ingegno, sia quando vengono sovvertiti. Fin dal titolo Murder Mystery si propone come una dissertazione sul genere, di stampo sovversivo. Come andrebbero le cose se al posto di Hercule Poirot avessimo una parrucchiera che prende per buoni i cliché dei libri gialli e un poliziotto caratterialmente affine a Homer Simpson? Dalla risposta a questa domanda prendono le mosse le scene più riuscite del film. Ahinoi, non sono molte.

Lavorando con i cliché si rischia di rimanerne invischiati. Murder Mystery prova a giocare con i luoghi comuni del giallo, ma finisce per incarnarli senza aggiungere nulla. La battuta sulla presunta colpevolezza del maggiordomo detta il tenore delle sue riflessioni sul genere. Non manca qualche idea azzeccata: per esempio (piccolo spoiler) è divertente la scena di prammatica nella quale i coniugi Spitz radunano i sospettati per comunicare loro il nome del colpevole, senza avere in realtà la minima idea di chi sia. La conclusione non è entusiasmante, ma lo spunto era buono. Più scene come questa avrebbero reso il film molto più felice, invece fioccano le gag fini a loro stesse (spesso neanche così divertenti).

Murder Mystery - Netflix

Ci sono persino alcune improbabili scene d’azione che poco o niente aggiungono all’intreccio. Forse se il personaggio del commissario (Dany Boon) non si fosse convinto della colpevolezza della coppia, costringendoli a scappare di qua e di là, ci sarebbe stato più tempo per approfondire i personaggi. I coniugi Spitz non sono solo due detective improvvisati, ma detective improvvisati in fuga. Murder Mystery vuole fare tante cose e le fa tutte di fretta. A soffrirne è soprattutto il rapporto tra i due protagonisti: tra bugie e rimpianti i due avrebbero parecchio da elaborare, ma finiranno per dirimere le loro controversie in modo affrettato e deludente.

Se dal punto di vista della commedia il risultato è mediocre, nell’ottica del giallo il film è un disastro. Teso a non dare certezze allo spettatore fino all’ultimo minuto, imbastisce un intreccio contorto e banale al tempo stesso. La girandola dei sospetti tra i vari comprimari è forzata. La scena dell’epifania, momento clue di ogni giallo, è resa con malagrazia. La risoluzione finale risulta arbitraria, un po’ come in una cena con delitto mal congegnata: il colpevole avrebbe potuto essere un qualsiasi altro personaggio e il film non sarebbe cambiato di una virgola.

murder mystery

Insomma quest’ultima fatica di Netflix si regge interamente sulla gigioneria di Sandler e sulle smorfiette della Aniston, che purtroppo non bastano a salvarla. Perché tra continui cambi di location, corse in macchina, passeggiate sui cornicioni e quant’altro, c’è spazio perfino per la noia.

Il vero mistero, a conti fatti, è il motivo per cui Murder Mystery sia stato il film più cliccato di sempre sulla piattaforma.

Alessio Arbustini

PRO CONTRO
  • Adam Sandler che si aggira sulla scena del crimine con un gigantesco vassoio di gamberetti è una visione capace di strappare un sorriso.
  • Fallito il tentativo di giocare coi luoghi comuni del genere.
  • Umorismo non sempre efficace.
  • A tratti noioso.
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Valutazione: 4.5/10 (su un totale di 2 voti)
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Valutazione: +2 (da 2 voti)
Murder Mystery, la recensione, 4.5 out of 10 based on 2 ratings

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