Ogni maledetto Natale, la recensione

cinepanettóne locuz. sost. m. – Termine utilizzato per definire i film di genere comico-demenziale che vengono distribuiti in Italia nel periodo natalizio. 

Con questa secca definizione l’enciclopedia Treccani spiega cos’è il cinepanettone, tradizione della commedia cinematografica italiana che va avanti ormai da oltre trent’anni. Inizialmente pensato per definire l’appuntamento annuale con i film prodotti da De Laurentiis, la parola cinepanettone si è poi allargata per racchiudere le varie (tante) commedie che nel periodo natalizio vanno ad affollare i cinema italiani.

Questo preambolo per introdurre Ogni maledetto Natale, il film “natalizio” del trio Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, ovvero “quelli di” Boris, sia serie che film. E secondo voi, da quel team lì potrebbe nascere un cinepanettone in piena regola, anche se molti elementi della definizione potrebbero far pensare a questo?

Domanda retorica, ovvio, perché Ciarrapico-Torre-Vendruscolo già nel 2011, con Boris – Il film, avevano detto la loro sul cinepanettone, vero trionfatore all’interno dell’impresa del loro Renè Ferretti di fare un film impegnato “alla Matteo Garrone”. Così La Casta diventava Natale con la Casta e l’ironia satirica ci faceva ridere a denti stretti.

Con Ogni maledetto Natale l’impresa è ben diversa perché i tre registi e sceneggiatori non ci pensano neanche lontanamente (per fortuna) di fare una parodia del cinepanettone, ma semplicemente realizzano un cinepanettone alternativo.

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Due film in uno, praticamente, ma non c’è divisione in episodi, piuttosto è stato trovato un espediente narrativo che permette di raccontare due storie pur rimanendo all’interno della stessa. Massimo e Giulia si incontrano per caso a Roma e si innamorano a prima vista. Passano un paio di settimane di grande passione e complicità finché arriva il Natale. Lei vuole tornare dalla sua famiglia per passare le festività come da tradizione, in un casale vicino Viterbo; lui abita a Roma e deve – volente o nolente – passare il giorno di Natale con la sua famiglia, perché è tradizione. Allora Massimo ha una pensata: passerà la vigilia con Giulia e la sua famiglia, cercando di essere il giorno dopo a Roma dai suoi. Ma la vigilia di Natale per il ragazzo sarà un incubo perché i famigliari di Giulia non sono proprio quello che si aspettava.

E questo è il primo “episodio”, perché a metà film, per una serie di circostanze che sarebbe reato rivelare, oltre a Massimo anche Giulia sarà con la famiglia di lui a Roma, mettendo in atto un’altra situazione surreale.

Una delle trovate di Ciarrapico-Torre-Vendruscolo è utilizzare lo stesso cast per rappresentare le due diverse famiglie, di lui e di lei, in alcuni casi anche negli stessi rispettivi ruoli, in altri in ruoli diversi.

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Così avremo due nuclei famigliari estremamente diversi, praticamente opposti, che mostrano due universi esasperati ed esasperanti che fanno sorridere e più volte ridere di gusto proprio per l’eccesso grottesco con il quale sono descritti. Da una parte c’è una famiglia di “burini” descritti quasi alla maniera dei bifolchi cannibali di Non aprite quella porta, che tra riffe e battute di caccia al cinghiale, nonché improbabili giochi di carte (la Spurchia, una delle scene più genuinamente assurde e divertenti del film), spinge verso il grottesco il film, poi riabilitato dalla seconda parte, con una famiglia molto benestante in cui a monopolizzare la vicenda ci sono i filippini che lavorano alle loro dipendenze.

Seppure questa cesura a metà strada, Ogni maledetto Natale mostra una grande coesione d’insieme e si mostra divertente davvero. Forse c’è un leggero squilibrio tra le due parti, perché se comunque si ride per l’ora e mezza di durata complessiva, la seconda parte ci appare comunque più originale e con le gag meglio riuscite. Forse è la situazione stessa che si presenta a Giulia nella casa Marinelli ad essere in se più bizzarramente accattivante, mentre quella che vive Massimo in casa Colardo non è molto differente dalla commedia dell’imbarazzo sul tipo di Ti presento i miei o, se vogliamo rimanere in Italia, La peggior settimana della mia vita.

Il cast di Ogni maledetto Natale è di quelli che da soli valgono la visione perché se nel ruolo dei protagonisti troviamo due giovani molto bravi – Alessandro Cattelan e Alessandra Mastronardi – ma che di certo non ci spingerebbero a guardare un film, le due famiglie racchiudono il meglio del cinema italiano: Francesco Pannofino, Laura Morante, Valerio Mastandrea, Marco Giallini. A cui si uniscono la lanciatissima Caterina Guzzanti e il fratello Corrado, che forse è la vera rivelazione dell’intero film, soprattutto con il ruolo del capo cameriere filippino Benji, esilarante davvero. Non mancano altri due bravi attori che si stanno facendo strada, ovvero Stefano Fresi (già visto in quel gioiellino di Smetto quando voglio) e Andrea Sartoretti (noto ai più per essere stato il Bufalo della serie Romanzo Criminale).

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Insomma, non saremo di fronte a un film memorabile in tutto e per tutto, ma il cinepanettone alternativo di Ciarrapico, Torre e Vendruscolo è davvero spassoso e dà a vedere il talento, soprattutto di scrittura, di questi tre giovani registi/sceneggiatori perché con Ogni maledetto Natale hanno trovato il giusto compromesso tra intelligenza e commedia puramente popolare. Non è poco!

 Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Ben scritto e divertente.
  • Molte situazioni e trovate narrative sono originali.
  • Bravi tutti gli attori con un Corrado Guzzanti esilarante.
  • La seconda parte è superiore alla prima.
  • A tratti l’eccesso grottesco potrebbe infastidire lo spettatore più esigente.
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