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I cassamortari: in DVD la dissacrante commedia di Claudio Amendola

Sta diventando sempre più difficile mettere ben a fuoco la carriera artistica del celebre attore/caratterista romano Claudio Amendola. Sempre meno presente sulla scena come attore, dal 2014 Amendola ha iniziato a muovere i suoi primi passi dall’altra parte della macchina da presa: non più davanti, bensì dietro. Esordisce alla regia con La mossa del pinguino, una canonica commedia all’italiana ambientata nel mondo dello sport. Tre anni dopo ci riprova e cambia completamente tono, niente più commedia in favore di un dramma che ripropone il binomio vincente criminalità/periferia romana. Perciò nel 2017 dirige e interpreta il poco ispirato Il permesso – 48 ore fuori. Quest’anno il buon figlio di Ferruccio Amendola ci riprova per la terza volta e realizza un film ancora una volta differente, torna ad esplorare i territori della commedia ma questa volta cerca di ibridarla con i toni di un grottesco molto macabro. Distribuito lo scorso marzo da Vision Distribution direttamente sulla piattaforma Amazon Prime Video, I cassamortari arriva adesso anche su supporto fisico per mano della stessa Vision e dei canali distributivi CG Entertainment.

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Una boccata d’aria, la recensione

Nel cuore di Milano c’è una pizzeria, “I Gelsi”, che vanta di fare la miglior pizza della Lombardia. Il locale è gestito da Salvatore Macaluso, detto Salvo, un siciliano emigrato al nord quando era poco più che adolescente per inseguire sogni e successi. Adesso Salvo gestisce la pizzeria con la moglie Teresa e il figlio Enzo mentre Emma, la figlia più grande, sta per conseguire un master in Olanda. Tutto sembra apparentemente felice nella vita di Salvo ma purtroppo così non è. Per mantenere attivo il locale, infatti, l’uomo si è duramente indebitato con un’usuraia e adesso non ha la più pallida idea di come pagare i suoi debiti. La soluzione a tutto arriva una sera, all’improvviso, quando Salvo riceve la telefonata del notaio che lo informa della morte dell’anziano padre con cui Salvo ha da tempo tagliato ogni legame. Una notizia amara, certo, ma anche una boccata d’aria. Dopo tantissimi anni, Salvo fa ritorno al suo paesino siculo d’origine per riscuotere l’eredità lasciatali dal padre: un grande casale di campagna pronto per essere venduto e tirare su quella somma in denaro che gli risolverà ogni problema. Ma le cose, ovviamente, non sono così semplici e Salvo dovrà scontrarsi con la volontà del fratello minore, Lillo, un burbero contadino che non parla con Salvo da anni e che ha ben altri piani per l’eredità paterna.

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I Cassamortari, la recensione

Dopo aver diretto La mossa del pinguino (2013) e Il permesso – 48 ore fuori (2016), Claudio Amendola torna nuovamente dietro la macchina da presa con I cassamortari, una commedia grottesca che racconta la storia di una famiglia, i Pasti, proprietaria di un’impresa di pompe funebri, che si ritrova, casualmente, davanti a un affare che potrebbe risollevare le loro precarie risorse finanziarie.

Dopo la morte di Giuseppe Pasti (Edoardo Leo), titolare dell’omonima impresa di pompe funebri che va avanti da generazioni, Giovanni (Massimo Ghini), Marco (Gian Marco Tognazzi), Maria (Lucia Ocone) e Matteo (Alessandro Sperduti), i suoi quattro figli, ognuno con i propri difetti, si ritrovano a barcamenarsi tra mille difficoltà, cercando di portare avanti l’azienda di famiglia.

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Una famiglia mostruosa, la recensione

Adalberto e Luana sono due giovani innamorati. La loro storia viaggia alla velocità della luce ma quando scoprono di aspettare un figlio, entrano entrambi nel panico al pensiero di dover dare la notizia alle rispettive famiglie. Per Luana, tuttavia, il problema sembra essere più facile da affrontare dal momento che sostiene di essere orfana ma per Adalberto le cose non sono affatto così semplici. Nato in una famiglia di mostri, con un padre vampiro e una madre strega, il ragazzo sa molto bene che a casa sua gli umani non sono ben visti (se non come carne da macello). Ma ormai il danno è fatto, Luana è incinta e Adalberto non può fare altro che condurre la sua fidanzata al castello di famiglia così da presentarla ai suoi genitori, ma anche alla sorellina vampira, allo zio assemblato in laboratorio e ad una sua vecchia fiamma amica di famiglia che ha il dono dell’invisibilità.

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Uno di famiglia, la recensione

Luca è un mite quarantenne che si guadagna da vivere come insegnante di recitazione. In modo particolare aiuta i giovani attori nel perfezionamento della dizione e nello studio del “personaggio”. Tra i suoi allievi c’è Mario Serranò, ragazzo di buona volontà ma dal forte accento calabrese. Un giorno, a seguito di una lezione, Luca salva la vita a Mario evitando che quest’ultimo venga investito da un’automobile in corsa. Il salvataggio avviene davanti agli occhi di Zia Angela, la zia del ragazzo, che decide di sdebitarsi con Luca introducendolo all’interno della famiglia Serranò, ossia una potente famiglia della ‘ndrangheta stanziata a Roma. Preso subito a cuore dal Padrino Peppino Serranò, Luca diventa il coach ufficiale di Mario e da quel momento inizia a guadagnare come mai prima d’ora. La protezione dei Serranò, tuttavia, non tarderà a comportare scompigli nella vita di Luca, soprattutto nella relazione con la sua fidanzata Regina.

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Tornano i Tucci in alta definizione: Poveri ma ricchissimi in blu-ray disc

Ha fatto parlare di se molto, moltissimo. Sia per essere l’atteso seguito di un film campione d’incassi e sia per le “cattive lingue” che hanno avvolto il regista a poche settimane dal rilascio nelle sale. Poi il film è uscito, l’incasso è stato soddisfacente e tutto sembra essere tornato nella più quieta tranquillità. Il film di cui vi parliamo è Poveri ma ricchissimi, secondo capitolo dedicato alla pittoresca e surreale famiglia di Torresecca. Il film è da poco disponibile sul mercato home video grazie a Warner Home Entertainment.

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Metti la nonna in freezer, la recensione

In più occasioni, sulle nostre pagine, abbiamo sottolineato quanto il panorama cinematografico italiano sia in fermento, voglioso di esprimere una freschezza spesso data da giovani e telentuosi autori pronti a svecchiare uno stantio panorama di nomi e cognomi che da troppo tempo fanno cinema senza aver più tanto da dire. Una novità che riguarda soprattutto lo stile e in parte il linguaggio, visto che il sistema produttivo italiano va comunque a rimarcare generi e filoni su cui il nostro cinema è immobile ormai da quasi settant’anni.

Solo negli ultimi mesi abbiamo avuto i casi eclatanti della trilogia Smetto quando voglio di Sydney Sibilia e Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, esempi di cinema carico di idee, ritmo e verve, capaci di ancorarsi alla tradizione tutta italiana pur riempiendola di personalità. Oggi aggiungiamo un titolo a questo percorso che sta portando a un “nuovo cinema italiano”, Metti la nonna in freezer, una commedia nerissima diretta dal duo Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi.

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Poveri ma ricchissimi di Fausto Brizzi, la recensione

Dopo il successo (in)aspettato dello scorso anno, che ha portato Poveri ma ricchi ad essere eletto come miglior cine-panettone 2016, torna a tutta carica la famiglia Tucci. Ancora una volta l’intera combriccola familiare si renderà protagonista di grottesche dis-avventure pronte a raccontare, in modo pittoresco e surreale, l’Italia di oggi così come potrebbe essere nel 2017 la vita di un simpatico manipolo di “poracci coi soldi”.

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Poveri ma ricchi, la recensione

I Tucci sono una famiglia povera che vive a Torresecca, un paesino del Lazio vicino Zagarolo. In famiglia c’è Danilo, amante dei supplì e impiegato in un piccolo caseificio, e sua moglie Loredana, casalinga maniaca del pulito. Ci sono anche i loro due figli Tamara, adolescente vanitosa schiava di Twitter, e il piccolo Kevi (rigorosamente senza la “n” finale), intelligentissimo ma costretto ad abbassare il proprio quoziente intellettivo per adeguarsi all’ambiente familiare. Ma quella dei Tucci è una vera famiglia allargata poiché con loro vive anche lo zio Marcello, botanico nullafacente, e nonna Nicoletta che trascorre le giornate guardando serie televisive. Un giorno come tanti accade qualcosa di totalmente inaspettato: i Tucci vincono cento milioni di euro alla lotteria. Euforici per l’accaduto, decidono subito di non far sapere nulla a conoscenti ed amici ma quando la notizia dilaga in paese c’è solo una cosa da fare: scappare da Torresecca e trasferirsi a Milano, città dei ricchi. Ma la nobiltà milanese è ben diversa da quella che i Tucci immaginavano e adeguarsi alla nuova vita è davvero impegnativo.

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