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Arriva in DVD Sono solo fantasmi, l’horror-comedy di Christian De Sica

Uscito in sala lo scorso novembre, chiaramente come “assaggio” di panettone con la grande tradizione della commedia italiana natalizia, Sono solo fantasmi si è rivelato un film capace di prendere in contropiede tutti. Quella che Christian De Sica firma e interpreta è si una commedia, ma solo in parte, perché è anche un horror a tutti gli effetti – anche spaventoso in alcune scene – così come un affettuoso omaggio all’immagine dei “padri” (tema sempre molto caro all’artista romano). Sono solo fantasmi arriva adesso in home video, sotto il marchio Warner Bros e Medusa, purtroppo solamente in edizione DVD.

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La Befana vien di notte, la recensione

Sul finire degli anni ’80 è nato il progetto “Ciak Junior”, iniziativa promossa dal Gruppo Alcuni che si propone di insegnare ai giovani studenti tutte le fasi della produzione audiovisiva, dalla scrittura alla produzione vera e propria di cortometraggi, realizzati da ragazzini per ragazzini. Chi, come me, ha superato da almeno un lustro i 30 anni, ricorderà che questi corti venivano proposti su Canale 5 la domenica mattina (è probabile che ci siano ancora nel palinsesto Mediaset visto che l’iniziativa è ancora viva, non ho indagato) e si trattava di prodotti modesti ma apprezzabili soprattutto per il nobile scopo che si prefiggevano. Ora nei cinema arriva un film per ragazzi, interamente italiano, che si intitola La Befana vien di notte: non c’entra nulla con Ciak Junior e il Gruppo Alcuni, sia ben chiaro, ma a guardarlo torna immediatamente alla mente quel tipo di prodotti pedagogici e poco più che amatoriali che Canale 5 mandava in onda per scopi puramente promozionali.  

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In viaggio con Adele, la recensione

Aldo Leoni è un attore teatrale navigato che, negli ultimi anni, si è saputo distinguere nella messa in scena del Cyrano de Bergerac. Dopo tanti anni di desiderata carriera nel mondo del cinema, finalmente il sogno di Aldo sembra avverarsi: lo stimato regista francese Patrice Leconte sta per realizzare un adattamento cinematografico dell’opera di Edmond Rostand e ha messo gli occhi proprio su Leoni per il ruolo del protagonista. Alla vigilia del prezioso provino, però, Aldo riceve una telefonata inaspettata che lo avvisa dell’improvvisa morte di Margherita, ovvero l’unica donna che Aldo sia riuscito ad amare veramente. Incapace di restare indifferente, Aldo sente il bisogno di recarsi a Foggia per dare un ultimo saluto alla donna. Tutto è calcolato al dettaglio, andata e ritorno in quattro ore così da essere preparato e puntuale per il grande provino con Leconte. Le cose si complicano quando, nel cuore del funerale, Aldo scopre che Margherita aveva una figlia, Adele, una ragazza “speciale”, o per meglio dire “neuro-diversa”. Una bambina intrappolata in un corpo ormai adulto che veste solo con un pigiama rosa con le orecchie da coniglio e incapace di separarsi dal Gatto immaginario chiuso costantemente in una trasportina altresì rosa. Quando Aldo scopre di essere il padre di Adele, tutti i suoi piani vengono drasticamente sconvolti.

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Lo chiamavano Jeeg Robot, la recensione

È possibile creare in Italia, con l’attuale lassismo produttivo, un film di supereroi credibile e di qualità medio-alta? Stando a quanto fatto da Gabriele Mainetti con Lo chiamavano Jeeg Robot, suo primo lungometraggio, la risposta è indubbiamente si, vista anche l’ottica produttiva quasi indipendente intrapresa dal filmaker che sicuramente gli ha dato un maggiore margine di libertà.

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