Tomorrowland – Il Mondo di Domani, la recensione

In attesa di ritrovare sul grande schermo Capitan Jack Sparrow con il quinto capitolo della saga Pirati dei Caraibi, la Disney trasforma in film un’altra attrazione del parco tematico Disneyland. A finire nelle mire della casa di Burbank stavolta non è una singola giostra, bensì un’intera area dei parchi Disney, chiamata Tomorrowland. Inizialmente annunciato con il misterioso titolo 1952, il film, che porta la firma di Brad Bird alla regia e alla sceneggiatura, va infatti ad ispirarsi a tutta una serie di suggestioni che collegano la figura stessa di Walt Disney al mondo delle esposizioni universali e della tecnologia. Tomorrowland, che fa suo il linguaggio della fantascienza, vuole essere un omaggio ai luoghi ideati dal papà di Topolino per  migliorare il mondo tramite la tecnologia.

Oltre al già citato Tomorrowland, infatti, c’è Epcort di Disney World, dei “mondi” che fanno propria la tecnologia per renderla fruibile a un pubblico ampio e in cerca di disimpegno. L’altro sceneggiatore, quel Demon Lindelof che i più ricordano per la serie tv Lost (ma artefice anche delle sceneggiature di Prometheus e Star Trek – Into Darkness), pare abbia fatto ricerche sul coinvolgimento della Disney nell’Esposizione Mondiale del 1964. E proprio da un evento di questo tipo prende avvio il film, mostrandoci il piccolo Frank Walker alle prese con un jet-pack non funzionante da presentare all’Esposizione Mondiale. Da lì, al piccolo “sognatore” si apre letteralmente un mondo che prende il nome di Tomorrowland, a cui si può accedere stringendo tra le mani un’avveniristica spilletta (che presenta proprio i colori arancio e blu dell’Esposizione del ’64). Poi qualche cosa va storta, Tomorrowland cade nell’oblio e Frank diventa un adulto burbero e disilluso. Ora, il ritorno al Mondo di Domani è affidato a Casey Newton, la figlia adolescente di un ingegnere aerospaziale che, dopo essere stata fermata dalla polizia per una delle sue solite bravate, trova tra i suoi effetti personali proprio la magica spilletta.

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L’intento del film di Bird, regista di grandissimo talento con chicche in curriculum come Il gigante di ferro, Gli incredibili, Ratatouille e Mission: Impossibile – Protocollo Fantasma, è singolare e di grande impatto. Omaggiare un’epoca in cui l’ottimismo e la speranza per il futuro era alle stelle utilizzando l’immaginario di quel signore che molto contribuì a creare tutto ciò… almeno nel mondo dell’industria culturale popolare. I richiami a Disney e all’immaginario collettivo fantastico sono tanti e vanno da Rocketeer alla giostra It’s a Small World, per ampliarsi a un universo che racchiude suggestioni utopiche/distopiche, videogames (la Tomorrowland ricorda una versione più solare della Rapture del celebre Bioshock), immaginario nerd (il negozio, gestito da Kathryn Hahn, Blast from the Past) e autocitazioni (la statuetta del Gigante di ferro). Un film che sulla carta ha un potenziale pazzesco, ed è stato dimostrato dall’hype che ha creato nell’ultimo anno grazie al mistero che aveva avvolto questa produzione.

A conti fatti, però, Tomorrowland – Il Mondo di Domani lascia piuttosto freddi; è il classico film che parte con un’ottima idea e poi si smorza piano piano, fino a trovare una conclusione che pesca nell’astruso e nel banale. Se nelle orecchie vi ronza la parola Lost, sapete con chi prendervela. A una prima parte decisamente carina, che si ancora con maestria a quel filone avventuroso adolescenziale, segue uno sviluppo verboso e con poco ritmo, coronato da un epilogo legato in maniera forzosa a quelle retoriche disneyane che hanno accompagnato negli anni (non sempre felicemente) la casa di Topolino.

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Alle ottime scene d’azione (pochine, a dire il vero) e a un’estetica capace di rinverdire magnificamente l’uso vintage delle scenografie futuristiche, vanno ad unirsi una durata eccessiva e un accartocciamento narrativo che sembra non portare a nulla. Nel cast si contraddistinguono la brava Britt Robertson di Scream 4, Under the Dome e The Secret Circle e George Clooney, una volta tanto lontano dalle interpretazioni gigione che ne hanno fatto quasi una macchietta.

Pollice in giù per l’ex Dr. House Hugh Laurie, che caratterizza un cattivo assolutamente privo di mordente. Al termine della visione, si ha la sensazione che Tomorrowland – Il Mondo di Domani sia una gigantesca occasione sprecata, un film che ha diversi punti positivi affossati da scelte discutibili.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Il concept di base è originale e ha potenzialità.
  • Scenografie futuristiche suggestive.
  • Belle scene d’azione.
  • Potenzialità non sfruttate.
  • Dura almeno venti minuti di troppo.
  • Lo ‘spiegone’ finale è inutilmente complicato.
  • Il messaggio è banale.

 

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