Venezia 75. The Ballad of Buster Scruggs

Non potevano mancare i Coen a questa 75esima Mostra del Cinema di Venezia e infatti eccoli, in concorso, con un film antologico ambientato nel vecchio west.

Ormai il pubblico, anche quello veneziano, dovrebbe essere abituato alla cruda commedia nera dei due fratelli delle meraviglie, specialmente dopo il bellissimo Suburbicon (che hanno scritto) presentato l’anno scorso, e invece, di nuovo, sorprendono, divertono ed emozionano.

Ma andiamo con ordine.

Un consunto libro con copertina in tessuto e titolo vergato in oro viene aperto a favore del pubblico da vecchie mani callose. La ballata di Buster Scruggs ha inizio e lo spettatore fa la conoscenza di un fuorilegge (Tim Blake Nelson) che canta con la dolcezza di un usignolo e uccide con sorprendente perizia.

Buster Scruggs sovverte l’immagine classica del ricercato, creando una sensazione di straniamento non solo nello spettatore ma negli stessi personaggi che con lui dividono la scena. È una mosca bianca, letteralmente: con la sua camicia candida staglia in un mondo di polvere e loschi figuri in nero che non riescono a fronteggiare la velocità delle sue pallottole.

Dobbiamo sempre ricordarci, però, che questa è una commedia nera dei fratelli Coen, e il dramma è dietro l’angolo, un dramma che fa ridere di gusto.

Quella di Buster Scruggs è solo la prima di 6 favole, brevissime e succose, ambientate in quel mondo di frontiera che continua ad affascinare. Troviamo artisti di strada, coloni in cerca di fortuna, cercatori d’oro e rapinatori di banche. Il tutto condito con uno humor nero creato ad arte che allontana ogni senso di colpa e lascia un genuino, crudele, esilarante divertimento, una risata quasi catartica nei riguardi delle più atroci sofferenze umane.

Pensata come una serie tv (è distribuita da Netflix) e qui presentata come un’unica pellicola, The Ballad of Buster Scruggs fa di questa sua frammentazione un incredibile e suggestivo punto di forza. Il ritmo di ogni episodio è serrato, lascia a malapena il tempo al pubblico di realizzare quello che sta succedendo sullo schermo, sorprendendolo con l’impossibile e l’assurdo. Le puntate, a sé stanti e autoconclusive, si troncano spesso in modo disorientante, netto, lasciando allo spettatore il desiderio di vedere di più. Il tema, il tono e il ritmo stesso si adattano poi alla storia che viene raccontata in quel preciso momento creando microcosmi narrativi assolutamente autonomi e preziosi.

Ogni episodio è molto diverso dagli altri ma tutti sono accomunati da un inconfondibile stile di racconto che rende questa opera coerente a sé stessa e perfettamente godibile nel suo insieme.

Che sia quindi una serie TV o un film antologico, The Ballad of Buster Scruggs è l’ennesima chicca coeniana da non perdere.

Michela Marocco

PRO CONTRO
  • Ritmo incalzante.
  • Storie non convenzionali.
  • Un ottimo humor nero targato fratelli Coen.
  • 6 episodi da una ventina di minuti sono davvero troppo pochi e non bastano mai.
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Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Venezia 75. The Ballad of Buster Scruggs, 8.0 out of 10 based on 1 rating

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