4 metà, la recensione

E se una coppia di amici improvvisasse una cena per far conoscere tra loro quattro persone single, seguendo la teoria che per ogni essere umano esiste la propria anima gemella? È quel che accade in 4 metà, il nono lungometraggio diretto da Alessio Maria Federici (Fratelli unici, Terapia di coppia per amanti, Uno di famiglia), disponibile sul catalogo Netflix dal 5 gennaio, e che vede come protagonisti: Matilde Gioli, Matteo Martari, Giuseppe Maggio e Ilenia Pastorelli.

Una giovane coppia sposata da poco, Luca (Flavio Furno) e Sara (Marta Gastini), invitano a cena sul loro terrazzo Chiara (Ilenia Pastorelli), Giulia (Matilde Gioli), Matteo (Matteo Martari) e Dario (Giuseppe Maggio), quattro professionisti single sulla trentina. Secondo la loro teoria, ogni essere umano ha una sua anima gemella sulla faccia della terra. La cena sarà l’occasione per permettere ai quattro di conoscersi nell’intimo più profondo attraverso una lunga serie di frequentazioni.

Partendo da una linea narrativa alla Sliding Doors, assistiamo a una doppia storia che mostra i quattro protagonisti in diverse fasi della loro frequentazione, ognuno con la propria visione della vita, mostrandoci come andrebbero le cose se i quattro si innamorassero seguendo la somiglianza caratteriale oppure accettando le innumerevoli diversità che, a lungo andare; potrebbero minare il rapporto di coppia. L’opera è tratta dall’omonimo romanzo di Martino Coli, edito dalla casa editrice Sperling&Kupfer, che è anche autore della sceneggiatura. Quel che viene mostrato in 4 metà è quanto siano difficili i rapporti sentimentali, mutevoli e spesso imprevedibili, spingendo lo spettatore a riflettere su diverse cose e a farsi delle domande che avranno risposte solo alla fine del film.

La sceneggiatura segue le dinamiche dei quattro protagonisti, non annoiando mai un secondo lo spettatore, anzi, durante la visione viene da chiedersi quale sia la vera natura delle cose. Peccato che la doppia linea narrativa finisca a lungo andare con il disorientare lo spettatore, come la scena in cui la Gioli e Martari sono all’aeroporto con il bambino, in procinto di partire per Lisbona, mentre in una scena precedente aveva detto di rinunciare al viaggio perché incinta.

4 metà è una gradevole commedia sentimentale che si avvale di un ottimo cast di attori, tutti in parte, merito di una regia calibrata di Alessio Maria Federici, che ha avuto modo di mostrare il suo talento in altre precedenti opere da lui dirette, tra cui Generazione 56k, la serie televisiva prodotta da Cattleya, altro successo targato Netflix. Federici ci immerge in questa commedia romantica, che strizza l’occhio a La verità è che non gli piaci abbastanza, tanto per citare uno dei tanti titoli che hanno come tema la ricerca dell’anima gemella, facendoci riflettere su quanto le nostre scelte siano fondamentali per la buona riuscita di un rapporto di coppia, che ad ogni modo può rivelarsi un successo o un fallimento.

Giovanna Asia Savino

PRO CONTRO
  • I quattro attori riescono con grande bravura e credibilità a interpretare i loro personaggi, mostrando le diverse situazioni imprevedibili che si presentano.
  • Una sceneggiatura ben scritta, capace di coinvolgere pienamente lo spettatore, mostrando le diverse dinamiche di una frequentazione, secondo diverse prospettive.
  • La doppia linea narrativa finisce con il disorientare lo spettatore in diverse scene.
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4 metà, la recensione, 5.0 out of 10 based on 1 rating

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