A Quiet Place – Un posto tranquillo, la recensione

Ci siamo trovati più volte a discutere su queste pagine del panorama horror internazionale odierno e di quanto sia “viziato” da mode e filoni che ne decretano in blocco la bontà o meno. Negli ultimi anni, da quando è passata la mania del torture porn e del found footage, è stata la ghost story a imporsi come nuovo punto saldo dell’horror, specialmente quella di stampo minimale e produzione low budget, che ha appiattito l’intero genere su standard di ripetitività e brividi non sempre assicurati. Ogni tanto servono scossoni a ridestare dal torpore il pubblico affezionato del cinema dell’orrore e oggi possiamo salutare con estremo gaudio A Quiet Place – Un posto tranquillo, uno di quei film che ci auguriamo possa essere un successo di pubblico capace di rimodulare il panorama horror.

Un futuro molto vicino al nostro presente ci mostra una situazione di estremo pericolo in cui buona parte della popolazione mondiale si trova ad affrontare una minaccia inaspettata e indescrivibile. Noi seguiamo le gesta della famiglia Abbott, composta da Lee, sua moglie incinta Evelyn, il piccolo Marcus e l’adolescente sordomuta Regan. Stipati in una fattoria immersa in un campo di granoturco, gli Abbott devono sopravvivere e l’unico modo è fare molta attenzione a non produrre alcun tipo di rumore.

Anche se nel film è subito chiara la natura della minaccia che sta decimando l’umanità, è meglio affrontare il film nell’inconsapevolezza di cosa si sta pe guardare, di cosa terrorizza i protagonisti, così come la campagna promozionale di A Quiet PlaceUn posto tranquillo sta giustamente agendo. Dunque, sappiate che quello che accade nel film non è nulla di particolarmente nuovo, ma il modo come ci viene raccontato lo è e ha dalla sua un’efficacia davvero sorprendente.

John Krasinski, che conosciamo principalmente come attore ma è qui alla sua terza regia cinematografica, ha avuto un’intuizione che fa la differenza: trasformare la minaccia del suo film, ovvero il rumore, in una cifra stilistica. Quindi, la negazione di ogni tipo di rumore mette in salvo i protagonisti, è l’elemento cruciale di A Quiet Place – Un posto tranquillo, che di fatto è quasi un film muto con un sonoro che si limita ai rumori della natura. Ne viene fuori un’opera sperimentale e incredibilmente affascinante che trova nella privazione di un elemento fondamentale per la settima arte un punto di forza incredibile.

Seguire le gesta di una famiglia tra pericoli assurdamente horror nel più assoluto silenzio è una vera a propria esperienza che genera una carica di tensione incredibilmente alta. Buona parte del film, pur scrollandosi il pericolo di risultare ripetitivo, è fondato sul non far rumore, ma potete immaginare quanto sia difficile evitarlo, a maggior ragione se consideriamo che uno dei personaggi è sordomuto (quindi non è in grado di capire se sta facendo rumore), mentre la protagonista adulta è incinta, quindi presagio di inevitabili e incontrollati rumori che saranno generati dal parto e dal nascituro.

Krasinski, anche autore della sceneggiatura insieme a Bryan Woods e Scott Beck, si diverte a mettere in scena una moltitudine di situazioni al cardiopalma e lo fa costruendo il film su un ritmo crescente, con un lunghissimo climax finale davvero molto teso, capace di rendervi letteralmente inquieti sulla poltrona.

Di grande efficacia gli effetti speciali visivi, perfettamente integrati e utilizzati con intelligenza anche nella scelta di mostrare “tutto”. Gli attori sono ottimi e se John Krasinski, nel ruolo del pater familias, riesce a trasmettere una grande empatia, così come risulta molto brava l’adolescente ribelle e sordomuta Millicent Simmonds, a fare il ruolo del leone (anzi della leonessa) è Emily Blunt, moglie anche nella realtà di Krasinski, che ha il ruolo della scream queen in un film in cui non si può urlare e la sua performance risulta così molto intensa, incentrata sulla gestualità e sulle espressioni, nonché su una inaspettata fisicità.

A produrre il film c’è la rediviva Platinum Dunes, che ha dato al genere alcuni dei più fortunati film horror di inizio secolo (dal remake di Non aprite quella porta a La notte del giudizio), di cui è co-proprietario Michael Bay che ha diretto proprio John Krasinski in 13 Hours – The Secret Soldiers of Benghazi, di cui era protagonista.

A Quiet Place – Un posto tranquillo è quell’horror che non ti aspetti, un prodotto di genere realizzato alla stregua del film d’autore e capace di generare tanti di quei brividi da guadagnarsi di diritto l’etichetta di uno dei migliori horror degli ultimi anni.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Originale nel modo in cui trasforma la minaccia del film in cifra stilistica.
  • Ottimi attori, Emily Blunt su tutti.
  • Incredibilmente teso e con un ritmo crescente.
  • Non ci sono contro, ma si avvisa il pubblico abituato a certo cinema di genere usa e getta che si va a vedere un film (quasi) muto.
VN:R_N [1.9.22_1171]
Valutazione: 8.0/10 (su un totale di 1 voto)
VN:F [1.9.22_1171]
Valutazione: +1 (da 1 voto)
A Quiet Place - Un posto tranquillo, la recensione, 8.0 out of 10 based on 1 rating

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.