Altrimenti ci arrabbiamo!, la recensione del sequel

È arrivato forse il momento anche per l’Italia di realizzare che esistono proprietà intellettuali molto forti che possono far gioco all’industria cinematografica? In fin dei conti, il resto del mondo attinge da sempre a delle IP per dar vita a film di successo e la stessa Italia, quando aveva un cinema che poteva concorrere a livello internazionale ed essere chiamato anche “industria”, non si è vergognata di scandagliare i meandri della cultura popolare per dar vita a forti brand cinematografici. Negli ultimissimi tempi sembra che qualcosa si stia risvegliando a tal proposito perché archiviato il filone “Natale a…”, che era l’unico vero brand del cinema popolare nostrano tra gli anni ’90 e i primi due decenni del 2000, abbiamo assistito alla (ri)scoperta del fumetto popolare con il (relativo) successo di Diabolik, a cui presto si aggiungeranno altri due capitoli, l’annuncio di un “universo cine-televisivo” legato a Sergio Bonelli Editore (di cui ancora attendiamo il primo tassello, l’adattamento di Dampyr) e ora l’uscita in sala di …altrimenti ci arrabbiamo!, sequel di quel cult con Bud Spencer e Terence Hill che ancora oggi macina ascolti quando passa in prime time sulle reti televisive Mediaset.   

14° film italiano più visto di sempre, …altrimenti ci arrabbiamo! arrivava nei cinema nel marzo del 1974 per la regia di Marcello Fondato, nel momento di maggior popolarità per la coppia Bud Spencer e Terence Hill. Un film che, nel tempo, è diventato oggetto di culto grazie a tutta una serie di elementi iconici (la dune buggy rossa, la colonna sonora) e oggi è amatissimo dai fan del duo Spencer/Hill al punto tale che l’annuncio di un nuovo …altrimenti ci arrabbiamo! ha colto gli umori meno gentili dei fan sollevando un polverone di polemiche mosse da un principio di lesa maestà francamente esagerato e poco logico. Anche perché quello firmato da Niccolò Celaia e Antonio Usbergo, in arte YouNuts!, si presenta essenzialmente come un sequel del film del 1974, rimanendo costantemente nel territorio dell’omaggio accorato e rispettoso all’opera originale e alle icone Bud Spencer e Terence Hill.

Una voce narrante riassume brevemente l’avventura di Ben e Kid legata alla leggendaria dune buggy rossa con tettino giallo e ci mostra come i due personaggi abbiano avuto due figli che, per indole e fisicità, li ricordano molto. Sono proprio i due ragazzini a farsi fregare la dune buggy da un gruppo di bikers e da allora nessuno ne ha più avuto notizia. Passano molti anni, i due ragazzini sono ormai adulti e si fanno chiamare Carezza e Sorriso, i genitori non ci sono più e loro si sono ormai persi di vista. Ma un giorno Sorriso torna in città con l’intenzione di partecipare a una gara di rally che ha in palio come primo premio proprio una dune buggy rossa con tettuccio giallo, forse la stessa smarrita tanti anni prima. Alla gara partecipa, ovviamente, anche Carezza e i due si qualificano incredibilmente primi alla gara, battendo Raniero, figlio poco sveglio dello speculatore edilizio Torsillo. Costretti a spartirsi il premio in una non facile convivenza forzata, Sorriso e Carezza si vedono però rubare una seconda volta il veicolo e, pensando che i responsabili sono gli artisti circensi che popolano la zona, scoprono invece che il ladro è proprio il figlio di Torsillo e che l’uomo sta anche tentando di sfrattare i circensi per riscattare il terreno. Per questo motivo, Carezza e Sorriso uniranno le loro forze con la domatrice di tigri del circo, Miriam, di cui Sorriso è innamorato, per affrontare Torsillo e suo figlio.

Scritto a otto mani da Vicenzo Alfieri, Giancarlo Fontana, Tommaso Renzoni e Giuseppe G. Stasi, …altrimenti ci arrabbiamo! 2022 è a tutti gli effetti un seguito anche se, come molti prodotti statunitensi degli ultimi anni, ad esempio Ghostbusters: Legacy, si pone come requel ovvero – come postulato recentemente nel quinto Scream – è un sequel tardivo che ha anche la funzione di reboot per le nuove generazioni. Da questo punto di vista il nuovo …altrimenti ci arrabbiamo! è puntualissimo e preciso nel seguire le regole che ne connotano la natura. E non è neanche la prima volta, nel nostro mercato cinematografico, che si tenta la carta del requel con un cult di Bud Specer e Terence Hill, visto che un’operazione analoga era stata partorita nel 1995 con Trinità & Bambino… e adesso tocca a noi! in cui Heath Kizzier e Keith Neubert erano rispettivamente i figli dei personaggi interpretati venticinque anni prima da Terence Hill e Bud Spencer. Nel nostro caso, invece, a impersonare la discendenza del mitico duo ci sono Edoardo Pesce e Alessandro Roia che replicano le personalità che avevano contraddistinto i padri: burbero, manesco ma di buon cuore il primo; scaltro, con l’indole truffaldina e rubacuori il secondo. I due attori lavorano molto bene nei rispettivi ruoli, soprattutto Eadordo Pesce che al fisique du role unisce anche un ottimo studio del “personaggio” Bud Spencer e un carisma non indifferente.

Il problema del film viene a crearsi quando ci rendiamo conto che c’è davvero poca carne al fuoco in …altrimenti ci arrabbiamo! 2022. Il film degli YouNuts!, che avevano già lavorato a una sorta di operazione nostalgia con il poco riuscito Sotto il sole di Riccione, è narrativamente molto basic, con personaggi tagliati con l’accetta e situazioni molto elementari che ruotano esclusivamente attorno al recupero della dune buggy. Il film del 1974 non era certamente chissà che più complesso, ma creava da zero un mondo con le sue regole e si affidava al sicuro affiatamento della collaudata coppia di protagonisti. Il nuovo film utilizza, ma neanche troppo, quell’immaginario lì e lo riscrive per le esigenze delle nuove generazioni, con uno stile fumettoso che si rispecchia anche nell’espediente dei freeze-frame che si trasformano in tavole disegnate e aggiunge un personaggio femminile, interpretato da Alessandra Mastronardi, forte e combattiva. Per il resto non c’è una grande personalità e il ritmo latita, riducendosi essenzialmente a delle buone scene d’azione legate tra di loro da una tramina molto molto labile.

Le scene d’azione, però, sono davvero riuscite e realizzate con lo stile tipico dei film che omaggiano: le scazzottate – a parte quella finale – non sono lunghissime ma sono esattamente come le ricordavamo dai film con Bud Spencer e Terence Hill: stesse mosse, stesse smorfie, stesse cadute, simili effetti sonori e quel caratteristico effetto cartoonesco che ha fatto la fortuna del duo originale. Usbergo e Celaia hanno studiato.

Numerose le citazioni al film originale, tra sfide a base di salsicce e pinte di birra e il caratteristico coro dei vigili del fuoco, ma non mancano omaggi all’opera omnia di Spencer e Hill con il villain – interpretato con una divertita funzionalità da Christian De Sica – che si chiama Torsillo in assonanza al cattivo di Banana Joe interpretato da Gianfranco Barra e il proprietario della taverna che si chiama Rosko come il Rosco Dunn di Bomber.

Inevitabile la presenza del mitico tema musicale degli Oliver Onions, che qui si sdoppia anche in una versione rifatta da Federico Zampaglione.

In definitiva, …altrimenti ci arrabbiamo! riesce a strappare molta simpatia perchè è un film come non se ne facevano da tempo immemore e, nell’ottica dell’odierno trend del cinema nostalgico, è un’operazione perfettamente mirata, oltre che molto rispettosa del materiale d’origine. Certo, con un po’ di cura in più sul lato della scrittura e del montaggio staremmo qui davvero a tesserne le lodi, invece ci troviamo a incoraggiare per un risultato migliorabile, seppur già gradevole.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Edoardo Pesce convince in pieno.
  • La coreografie delle scazzottate.
  • È un film davvero basic, rimpolpare un po’ l’impianto narrativo non avrebbe che potuto migliorarlo.
  • Tra una scena d’azione e l’altra c’è il vuoto e anche il ritmo ne risente.
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Valutazione: 6.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Altrimenti ci arrabbiamo!, la recensione del sequel, 6.0 out of 10 based on 1 rating

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