Aspirante Vedovo, la recensione

Alberto Nardi sogna di essere un grande imprenditore astuto e dinamico ma non ha proprio il fiuto per gli affari: fino ad ora è riuscito a collezionare solamente una serie di fallimenti uno dietro l’altro e ora è così pieno di debiti che rischia di perdere l’unica azienda che ancora tiene in piedi. L’unico vero affare della sua vita è stato quello di sposare Susanna Almiraghi, grande industriale del nord nonché una tra le donne più ricche del paese. Ma Susanna è stanca di dover sempre tirare fuori dai guai suo marito e così ha deciso di lasciarlo affogare nei suoi debiti. Per Alberto Nardi c’è solo un modo per risolvere una volta per tutte i suoi problemi finanziari: diventare vedovo e raccogliere tutta l’eredità dell’odiata moglie.

Prodotto da Alberto Caschetto e Rai Cinema arriva sul grande schermo Aspirante Vedovo, ossia il remake de Il Vedovo,  commedia di culto diretta da Dino Risi che vedeva protagonista un Alberto Sordi, più traffichino del solito, alle prese con la ricca e odiata moglie a cui prestava il volto Franca Valeri.

Sorretto dalla penna di Ugo Chiti e Michele Pellegrini, che ne curano la sceneggiatura, Massimo Venier decide di raccogliere questa grande “sfida” riproponendo fatti e personaggi del film di Risi aggiornandoli al mondo imprenditoriale della Milano di oggi descrittoci come una grossa “cupola” a cui solamente pochissimi eletti possono accedere. Il soggetto alla base del film si prestava indubbiamente ad essere riadattato alla società di oggi: nel film originale del 1959, in età del boom economico, Alberto Nardi se le inventava tutte per emergere più degli altri; in questo remake di Venier, in piena crisi economica, Alberto Nardi deve inventarsele tutte per rimanere in piedi. Cinquantaquattro anni di differenza, una situazione economica del Paese completamente opposta eppure il plot di base rimane più vivo che mai.

Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto odiati coniugi in Aspirante Vedovo

Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto odiati coniugi in Aspirante Vedovo

Il film di Massimo Venier pur rimanendo abbastanza fedele all’originale sembra guardare al classico di Dino Risi sempre con il massimo rispetto, conscio di essere alle prese con una scommessa in cui è impossibile uscirne vincitori, ed ecco dunque che decide di camminare in parallelo senza mai cercare di superarlo anzi, semmai, stando sempre mezzo passettino indietro per paura di osteggiarlo troppo. Pur se con mille difetti, Aspirante Vedovo è un film onesto che alla fin fine riesce persino a funzionare dal momento che non cerca il paragone in nessun momento. Tanto che il più grande problema del film, se proprio vogliamo, sta proprio nella mancanza di coraggio ad osare con la conseguenza di apparire mesto per tutta la sua durata. Pochi momenti realmente briosi, e quei pochi che ci sono si lasciano dimenticare, il racconto procede piuttosto con una certa stanchezza come a voler ricordare in continuazione (e prendendo alla lettera) che stiamo vedendo una black comedy e non una solita commedia brillante italiana. Come black comedy, in fin dei conti, il film funziona piuttosto bene poiché dalla commedia nera ne ha saputo prendere proprio l’essenza con momenti ricchi di umorismo macabro (le confessioni di Susanna in Chiesa) pronti a culminare in un finale così negativo che davvero riesce a lasciare lo spettatore con un bel carico di angoscia sullo stomaco.

Il cast pesca a piene mani tra i comici e i cabarettisti del nord Italia, ma si difende piuttosto bene, soprattutto per ciò che concerne gli attori impegnati nei ruoli secondari. Ad offrire la performance più convincente è sicuramente Alessandro Basentini (del duo comico Al&Franz) che si toglie la maschera del cabarettista per mettere in dosso quella dell’attore a tutto tondo. Luciana Littizzetto, fortunatamente tenuta a bada rispetto al solito, regge piuttosto bene il confronto con Franca Valeri e dimostra di poter essere l’unica, forse, a poter riproporre oggi un ruolo come quello dell’odiosa Susanna Ammiraghi. Nota dolente, come prevedibile, per Fabio De Luigi che invece non riesce minimamente a raccogliere l’eredità di Sordi interpretando un Alberto Nardi così sottomesso a tutti (e non solo alla moglie) da risultare spesso persino fuori ruolo.

Sicuramente un film ricco di imperfezioni, eppure a fine visione Aspirante Vedovo riesce a non deludere lasciando la sensazione d’aver visto una commedia italiana molto diversa da tutte quelle che solitamente affollano il grande schermo.

Giuliano Giacomelli

 

Pro Contro
  • Il Vedovo di Dino Risi viene riletto in chiave moderna con intelligenza e in maniera mai banale.
  • Il linguaggio della black comedy viene ben colto da Massimo Venier in una commedia a tratti davvero drammatica.
  • Un buon cast, salvo qualche eccezione.
  • Per essere comunque una commedia mancano momenti realmente divertenti e a tratti la narrazione procede un po’ fiacca.
  • Fabio De Luigi non regge il ruolo che fu di Alberto Sordi.
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