Beetlejuice, Beetlejuice: Tim Burton è tornato! La recensione da Venezia81

Sono passati 35 anni dagli eventi di Beetlejuice (1988), Lydia Deetz (Winona Ryder) e la Ghost House appartenuta ai Maitland sono diventate famose grazie ad un programma televisivo. Tra la morte inaspettata del padre, il rapporto conflittuale con la figlia Astrid (Jenna Ortega) e una relazione tossica con il suo regista Rory (Justin Theroux), la vita di Lydia precipita ancora una volta quando comincia a rivedere una vecchia conoscenza… nell’aldilà, infatti, l’esistenza di Beetlejuice (Michael Keaton) viene sconvolta dal ritorno della ex moglie Dolores (Monica Bellucci), intenzionata a riprenderselo. L’unico modo in cui il demone può evitarlo, è ricongiungersi finalmente con la sua “vera” anima gemella…

È il caso di dirlo: a volte ritornano. Dopo anni incerti, oscillando tra la noia, la tristezza e la Disney, finalmente Tim Burton con Beetlejuice Beetlejuice ritorna a divertirsi e a far divertire.

In un’esplosione controllata di generi, stili e citazioni, il sequel è una “operazione nostalgia”, che non si limita a cercare (e trovare) il favore del pubblico, e in particolare dei fan, ma di far recuperare in primis al suo stesso autore quella “voglia” e quel senso dell’umorismo, che ormai da un po’ di anni sembravano persi. Beetlejuice Beetlejuice è evidentemente un “figlio voluto”, desiderato tanto da Burton quanto dal resto del cast che infonde nelle interpretazioni tutto l’amore e il divertimento possibili, regalandoci un’ora e mezza di pura goduria nerd.

Un ritorno alle origini chiaro fin dai titoli di testa, che battono inesorabili sulle note dell’intro scritta da Danny Elfman nell’ormai “lontano” 1988. Burton mescola vecchio e nuovo, rinnovando alcuni cavalli di battaglia e aggiungendo nuovi elementi: se i vermi della sabbia “ringiovaniti” mantengono intatta la loro natura ed estetica, così come l’iconica sala d’attesa, il mondo dell’aldilà si arricchisce di dettagli, personaggi e location (una in particolare diventerà fan favorite, ma non facciamo spoiler), che in linea con la mitologia del regista lo rendono definitivamente più vivace e interessante del mondo dei vivi.

La regia di Burton è frizzante e alterna generi, stili e tecniche (tra cui una bellissima scena in stop-motion), mescolando citazioni ad autocitazioni. Sfrutta al meglio l’entusiasmo e le potenzialità del suo cast, dando a tutti il giusto spazio e inserendo alcuni camei indimenticabili.

Tra le nuove reclute, impossibile non citare Willem Dafoe nel ruolo di Wolf Jackson, attore-detective dell’aldilà e degno alter-ego di Tom Cruise, Jenna Ortega ormai entrata ufficialmente nel novero degli “attori feticci” di Burton e naturalmente Monica Bellucci, che in un mix estetico tra Vampira e Sally di The Nightmare Before Christmas, veste i panni della (manco a dirlo) sensualissima Dolores. Il suo personaggio, recuperato da uno stuzzicante riferimento a una battuta di Beetlejuice del primo film, è protagonista di due grosse scene citazionistiche (una auto) che faranno la gioia di molti fan.

Ma sono sempre Beetlejuice e Lydia a dettare il ritmo e il tono della storia, Winona Ryder riscivola nel ruolo di Lydia con una naturalezza disarmante e negli anni l’alchimia tra lei e Keaton, il cui sempre più volgare Beetlejuice non sembra “invecchiato” di un giorno, sembra essersi intensificata. I due si incontrano e scontrano tra il disgusto di lei e la tracotanza di lui in alcune scene esilaranti, che culminano in un finale di puro delirio visivo e sonoro. Magnifica, infine, Catherine O’Hara nel ruolo di Delia Deetz, che negli anni non ha perso carisma (né il discutibile gusto artistico).

Beetlejuice Beetlejuice ha regalato al pubblico di Venezia 81 un’apertura di Mostra “spumeggiante”, permettendoci di dare il “bentornato” a uno dei registi contemporanei più amati e apprezzati, di cui sentivamo (molto) la mancanza.

Susanna Norbiato

PRO CONTRO
  • L’umorismo di Tim Burton, grande assente di questi ultimi anni, è tornato.
  • Cast del cuore.
  • Grandissimo omaggio il primo film, ricco di citazioni e autocitazioni.
  • Riprende in modo interessante alcuni suggerimenti del primo film.
  • Visivamente godurioso.
  • Lo rivedresti subito.
  • Proprio impegnandosi a cercare il pelo nell’uovo, forse un finale un po’ “veloce”(ma anche no).
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Valutazione: 9.0/10 (su un totale di 1 voto)
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