Bloody Nightmare (Cheerleader Camp), la recensione

Durante le vacanze estive un gruppo di ragazze si reca in un campo per cheerleaders dove la signorina Tipton insegnerà loro il ‘duro’ mestiere delle ragazze pon-pon. Tra le ospiti del campo c’è Alison, una ragazza disturbata che fa frequentemente inquietanti sogni, insieme alle sue amiche, unite in squadra per vincere la corona di migliori cheerleaders dell’anno. Ma presto inizieranno a spuntare i primi cadaveri. Un misterioso serial killer, infatti, sta sterminando una ad una le ospiti del campo.

Poco noto slasher datato 1988 e caratterizzato da una prevedibilità e una stupidità di fondo preoccupanti. Con Bloody Nightmare, fin troppo anonimo titolo italiano per Cheerleader Camp (ma è conosciuto anche come Bloody Pom-poms), siamo dalle parti dei tardi emulatori di Venerdì 13, nato nel momento in cui la fortunata saga ideata da Sean S. Cunningham si avviava verso il suo tramonto. C’è il campeggio estivo, c’è il bosco, c’è un assassino misterioso che uccide all’arma bianca, insomma siamo in territori decisamente già noti, però a tutto ciò si aggiunge anche un pizzico di umorismo demenziale che dovrebbe dare al film quella marcia in più per differenziarsi dal prototipo. Purtroppo, la virata di Bloody Nightmare verso le suggestioni da commedia alla Porky’s non lo aiutano affatto, anzi probabilmente si tratta di una scelta che gioca ancor più a suo sfavore.

Bloody Nightmare

Il regista John Quinn, che in futuro si ritaglierà una longeva carriera quasi esclusivamente nel campo dell’erotismo patinato e nei video di Playboy, comincia a fare le prove per lo ‘scollacciamento’ futuro già in Bloody Nightmare, sua opera d’esordio, portando in scena una nutrita schiera di bellezze spesso senza veli e scenette piccati che puntano sullo humour. Lo stile è però piatto, molto televisivo, a cui si aggiungono anche una serie di attori men che mediocri (penalizzati anche dal doppiaggio italiano, c’è da dirlo!) lasciati a briglia sciolta e spesso visibilmente disorientati. Gli unici volti minimamente noti sono la protagonista Betsy Russell, che gli horror-fan oggi conoscono come Jill, moglie di Jigsaw nella saga di Saw, il cantante Leif Garrett (qui lontano dal suo look alla Bee Hive) e Buck Flower, caratterista ormai scomparso specializzato nel ruolo del senzatetto e qui nei panni dell’addetto alle pulizie del campo.

Bloody Nightmare

Ma vogliamo parlare dei personaggi che si comportano in modo stupido? Un cliché dello slasher giovanilistico, direte voi, ma in Bloody Nightmare si supera ogni limite. Inoltre, la scrittura di questi personaggi lascia molto perplessi. Gli incubi e i tormenti di Allison sono inseriti male nella vicenda e se dovevano essere un espediente narrativo per veicolare su di lei i sospetti dello spettatore, gli sceneggiatori David Lee Fein e R.L. O’Keefe non ci sono di certo riusciti.

Numerose le incongruenze a livello narrativo di cui si fa rappresentante lo stesso concorso per cheerleaders che sta al centro dell’intreccio, le cui dinamiche di partecipazione e svolgimento sono a dir poco ridicole. La soluzione del film e l’individuazione dell’assassino sono, poi, di una banalità disarmante: sfido chiunque abbia visto almeno un paio di film di questo genere a non individuare il colpevole dopo una decina di minuti dall’inizio!

Bloody Nightmare

Un mare di difetti e ridicolaggini condite con qualche sporadico omicidio che punta sul “rassicurante” gore per un titolo che di certo non ci sentiamo di consigliare se non ai completisti dello slasher movie.

Bloody Nightmare è recentemente stato distribuito in DVD, per la prima volta in italiano, dall’etichetta indipendente HighShow.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • Qualche efficace scena gore.
  • È scritto davvero male.
  • Attori mediocri.
  • L’ironia di fondo risulta intrusa e mal gestita.
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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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Bloody Nightmare (Cheerleader Camp), la recensione, 4.0 out of 10 based on 1 rating

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