Cannes74. After Yang, la recensione

after yang

After Yang è il secondo film del regista americano di origini sud-coreane Kogonada, che è anche sceneggiatore e montatore del film, famoso per i suoi video/saggi visibili anche su YouTube in cui riprende elementi tipici di alcuni registi montandoli in modo da mostrarne alcune tendenze particolari. Il film prodotto dalla A24, il più importante Studio di cinema indipendente americano, è ambientato nel futuro ma la componente di fantascienza più che essere protagonista è di accompagnamento al vero fulcro del film, che è quello di un dramma familiare. Yang, un “techno”, come li chiamano nel film, è un androide dalla forma umana che è stato comprato da Jake Fleming (Colin Farrell) come fratellastro/baby-sitter della figlia Mika (Malea Emma Tjandrawidjaja) e con l’obiettivo di educarla alle sue origini asiatiche. Mika, infatti, è in realtà adottata ed è una bambina asiatica, mentre il padre Jake è caucasico e la madre Kyra (Jodie Turner-Smith) è nera. 

Yang è diventato quindi un vero e proprio membro della famiglia, a cui Mika in particolare è molto legata. A un certo punto però Yang smette di funzionare. Jake inizierà quindi un viaggio alla ricerca di un modo per ripararlo senza che venga riciclato o cambiato dalla Brothers and Sisters, una azienda monopolistica che controlla il mercato dei techno e che sembra avere anche un ruolo politico di rilievo. Yang però è stato acquistato come un usato garantito e quindi la ricerca di qualcuno in grado di salvarlo si trasforma in una ricerca sul suo passato e sulla sua identità.

Il film indaga infatti sulla definizione di essere umano, sul confine tra uomo e intelligenza artificiale. Un’indagine che evidenzierà l’importanza dei ricordi e il tema della mortalità e dell’immortalità, della ripetizione ciclica dell’uguale, della sopravvivenza della memoria. Un film intimo in cui la fantascienza accompagna il dramma di una famiglia che ha perso una parte importante della sua identità e che cerca disperatamente di ritrovarla lottando contro la fine. Un’identità su cui forse addirittura Yang stesso si interrogava.

Un altro tema di After Yang è quello della diversità e dell’integrazione. Come già accennato la famiglia protagonista del film vede membri di diverse origini ed etnie che convivono in un unico nucleo familiare. Ma il film va oltre, includendo nel discorso anche i “techno” e i “cloni”, esseri umani copie di originali verso cui il protagonista sembra provare una forma di disapprovazione che cadrà pian piano con la conoscenza di Ada (Haley Lu Richardson), personaggio che conosce un lato di Yang che sembra essere sconosciuto al resto della sua famiglia. Un’altra delle domande del film legata al tema dell’identità sembra infatti essere relativa alla diversità, al che cosa renda una persona parte di un’etnia o proveniente da una particolare origine.

After Yang è un film con un’atmosfera molto dolce, una fotografia elegante e delicata che riesce a costruire un mondo narrativo unico senza esagerare in spiegoni ma accompagnando lo spettatore nel mondo creato passo dopo passo, attraverso le interazioni tra i personaggi, sempre molto naturali, ben scritte e interpretate. Un film in cui le suggestioni distopiche e inquietanti sul controllo della società tecnologica del futuro vengono prima accennate e poi messe da parte: il film si concentra su una dimensione micro-sociale, familiare, senza addentrarsi troppo in generalizzanti discussioni utopiche o distopiche. Ma alla limitatezza, particolarità del punto di vista umano si contrappone l’archivio infinito di cui sembra essere composto Yang, una galassia di nozioni universali e di ricordi che sembrano riassumere l’umanità intera.

After Yang è uno dei film più interessanti visti al 74° Festival del Cinema di Cannes, emozionante, interessante e appagante da un punto di vista estetico, tecnico e narrativo, grazie anche ad un cast molto convincente e a una interpretazione originale che ibrida dramma e fantascienza.

Mario Monopoli

PRO CONTRO
  • Storia intima e familiare in un’ambientazione fantascientifica.
  • Personaggi ben scritti e ben integrati nella narrazione.
  • Diverse tematiche interessanti: differenza tra uomo e intelligenza artificiale, diversità e integrazione, l’importanza della memoria e della ricerca.
  • Nulla da segnalare.
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Valutazione: 8.5/10 (su un totale di 2 voti)
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