Cinquanta sfumature di nero, la recensione

I quasi 600 milioni di dollari guadagnati nel mondo hanno fatto di Cinquanta sfumature di grigio uno dei maggiori successi commerciali dell’industria cinematografica contemporanea… e non poteva essere altrimenti, visti i cento e passa milioni di copie vendute dai romanzi di E.L. James di cui il film è trasposizione. Ma sappiamo che sulla carta Cinquanta sfumature è una trilogia (più un quarto libro che racconta di nuovo la prima storia ma dal punto di vista di Christian Grey), di conseguenza sapevamo fin da subito che ci sarebbero stati Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso, piano che si sta attuando proprio in questo periodo, visto che i due sequel sono stati girati back-to-back e previsti per una distribuzione a febbraio 2017 e febbraio 2018. Oggi, ovviamente, vi parliamo di Cinquanta sfumature di nero, pronto a piazzarsi in cima alle classifiche cinematografiche d’incasso.

C’è da dire che Cinquanta sfumature di nero ha avuto una genesi leggermente travagliata perché sarebbe dovuto arrivare a un anno di distanza del suo prequel, ma alcuni dissidi produttivi hanno costretto il posticipo di un anno. Il film doveva portare ancora una volta la firma dalla brava Sam Taylor-Johnson del primo capitolo, ma la regista ha avuto violenti scontri con la produzione (si vocifera proprio con la James) che le hanno fatto abbandonare il progetto; la stessa E.L. James aveva scritto di suo pugno la sceneggiatura del film, però considerata “da revisionare” e passata in seconda mano a Niall Leonard, che non è altro che il marito della James, nonché sceneggiatore piuttosto attivo nel settore dei tv movie. La regia di Cinquanta sfumature di nero e rispettivo sequel è stata, allora, affidata a James Foley, anche lui attivo in tv e celebre per alcuni mediocri film come Paura e Confidence – La truffa perfetta.

Il quadro è piuttosto chiaro, la produzione non ha minimamente guardato alla qualità, certa che comunque il film avrebbe attirato le folle, e purtroppo il risultato è di una sciatteria disarmante, capace di far rivalutare il già scarso Cinquanta sfumature di grigio.

La storia inizia lì dove l’avevamo lasciata, con la rottura tra Anastasia e Christian, data dal rifiuto di lei per le fantasia sadomaso di lui. Con una leggerezza narrativa che lascia disarmati, Anastasia fa immediatamente dietrofront: le basta rivedere per caso Christian per lasciarsi subito riconquistare dal ricco ventisettenne. In men che non si dica, i due si rimettono insieme, vanno a convivere e spunta una proposta di matrimonio, inoltre Christian accetta l’idea di abbandonare le pratiche BDSM, ma mostra anche un’eccessiva gelosia per la ragazza. Pian piano, però, il passato del milionario comincia ad emergere, la misteriosa “Mrs. Robinson” è sempre più presente nella sua vita e un’oscura ragazza sembra perseguitare Anastasia.

A cominciare dall’incongruenza iniziale, leggibile come banale euristica atta ad annullare il cliffhanger del precedente capitolo, Cinquanta sfumature di nero procede per tutta la sua durata zoppicando tra scelte narrative pessime e inutili ghirigori della storia che non portano a nulla. La colpa, si sa, è del materiale di partenza, un romanzo poco ispirato che deve fare fronte all’inaspettato successo del suo predecessore. E così troveremo alcune sotto trame inspiegabilmente incapaci di essere sviluppate e che nulla aggiungono alla storia, come quella della misteriosa ragazza che perseguita Anastasia, o altre che vengono inutilmente rimandate, come quella che riguarda Elena Lincoln, l’iniziatrice sessuale di Christian Grey. Per non parlare di quei momenti inutili per l’economia narrativa, come il ridicolo episodio dell’incidente aereo, o quelli utili ma gestiti con generale goffaggine, come la presa di posizione a villain del datore di lavoro di Anastasia.

Ma andiamo a un’ulteriore nota dolente che porta allo stravolgimento del concept iniziale dell’opera. L’elemento che ha portato agli onori delle cronache Cinquanta sfumature di grigio era, ovviamente, lo scabroso erotismo, mutuato nella variante super-hot del BDSM. Per quanto il film fosse sul casto andante, aveva comunque quel ché di pruriginoso che lo potesse relegare al genere erotico. Cinquanta sfumature di nero dice “addio” a tutto questo, nega la tematica del BDSM attraverso un furbo e incoerente escamotage narrativo per far “guarire” il “deviato” protagonista con la forza dell’amore. Questo implica che la portata erotica sia fortemente ridimensionata, le scene di sesso qui appaiono molto più gratuite e infinitamente più caste sia per la brevità che per la negazione delle nudità, che si esemplificano nel seno nudo di Dakota Johnson, mentre Jamie Dornan (che, pare, abbia esplicitamente chiesto di essere coinvolto in meno scene di sesso) si accoppia quasi sempre con i pantaloni indosso. Insomma, Christian Grey ormai non “scopa forte” più.

Il film si abbandona, quindi, definitivamente alla deriva “Harmony” è ormai l’amore, quello utopico che le lettrici dei romanzi sognano con occhioni a cuoricino e tisana ben salda in mano, ha assorbito le dinamiche tra i due personaggi, con proposte lampo di matrimonio, scenate di gelosia che però sono giuste perché l’omo ha da esse geloso, atti eroici e una marea di menate che denotano davvero la pochezza narrativa di questo prodotto.

Cast identico al primo film, a cui si aggiungono Kim Basinger nel ruolo di Elena Lincoln/Mrs. Robinson e la Bella Heathcote di Miss Peregrine nel ruolo della misteriosa ragazza disturbata. Maggior spazio viene dato al personaggio interpretato da Rita Ora, visto che nel frattempo la cantante a si è fatta un nome anche fuori dai palcoscenici.

Al termine del film c’è il trailer di Cinquanta sfumature di rosso, che fa già presagire tanti sbadigli.

Roberto Giacomelli

PRO CONTRO
  • mmm… boh!
  • Narrativamente dilettantesco, con elementi che non portano a nulla e sviluppi assurdi.
  • Il ridimensionamento dell’elemento erotico.
  • Noioso.
  • Colonna sonora decisamente brutta.
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Valutazione: 4.0/10 (su un totale di 1 voto)
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