eXtramondi 2024: giorno 4. Le quota rosa del fantastico, the best of Michele Pastrello e l’anteprima di 100 Preludi
Questa sera si conclude la terza edizione di eXtramondi – nuovi territori del cinema fantastico che presenta un programma davvero corposo e variegato per esplorare diverse tendenze del fantastico italiano contemporaneo. Il Teatro Flavio di Roma (Via Giovanni Mario Crescimbeni, 19) apre le porte un’ora in anticipo per ospitare una maratona di cortometraggi di genere che hanno un comune denominatore: rappresentano l’espressione di una new wave di giovani e talentuose autrici. Seguirà una retrospettiva dedicata all’apprezzato autore friulano Michele Pastrello, del quale saranno proposte tre opere di genere, tra cui l’anteprima del cortometraggio 1485Khz. A chiudere la serata, ci sarà un’altra anteprima quella di 100 Preludi, esordio alla regia di Alessandra Pescetta. Come ogni giorno, ingresso gratuito.
Alle 17.00 si aprono le danze con “The Brides of Extramondi: registe di genere”, una selezione di quattro cortometraggi che spaziano tra i diversi argomenti del fantastico, dall’horror realistico alla fantascienza, passando per il gotico e la video-arte, mostrando il talento di giovani artiste emergenti. Si comincia con Fenima (2023, 16’) di Alice Mezzanotte, un film che segue le orme del “gotico padano” di Pupi Avati curiosamente fuse con una visione antropologica alla Ermanno Olmi. In un villaggio sperduto in una campagna desolata, Anna raggiunge la maggiore età. Secondo tradizione, deve superare una prova per essere accettata come adulta nella famiglia: verrà mandata nella landa esterna e dovrà riportare a casa un cadavere. Il vero nemico è la solitudine e la paura di non poter tornare a casa. Alice Mezzanotte introdurrà il corto.
A seguire, Conflitti perfetti (2023, 12’) di Elena Rebeca Carini, adattamento del racconto Pari e Patta di Stefano Benni. In una galassia lontana, lontana… una coppia sta consumando la loro cena futuristica che si rivela terreno di scontro a base di bugie, emozioni e tradimenti. Chi vincerà? Una sci-fi grottesca che si pone come un esercizio di stile atto a reinterpretare in chiave futuristica il racconto di Benni. La regista Elena Rebeca Carini introdurrà l’opera.
Si rimane nel territorio del rapporto di coppia ma si torna all’horror, stavolta con una nota più morbosa e viscerale: L’anniversario (2024, 7’) di Agata Brazzorotto. Un uomo non riesce a lasciar andare via la moglie appena deceduta. Il suo attaccamento alla donna è totale e… morboso. Il corto sarà introdotto dalla regista e sceneggiatrice Agata Brazzorotto e dall’attore Marco Marchese.
Il reel di “The Brides of eXtramondi” si chiude con Gilgamesh – Il canto dell’argilla (2023, 11’) di Alessandra Pescetta. A 50 anni dalla sua traduzione, Gilgamesh – Il canto dell’argilla rivisita i temi principali del poema più antico del mondo: perché siamo destinati a morire? Cosa c’è oltre la nostra vita terrena? Come una suite ambientata tra le rovine dell’Iraq e i resti della civiltà mesopotamica che ci ha dato la scrittura e la letteratura, quella sumera, tre voci riaffiorano a millenni di distanza dalle tavolette d’argilla della biblioteca di Assurbanipal a Ninive, vicino a Mosul devastata dalla guerra. A presentare il corto saranno presenti la regista Alessandra Pescetta, l’attore Giovanni Calcagno, autore dei testi, e Luca Peyronel, consulente scientifico.
A chiudere questo spazio, ci sarà un Panel sulla visione femminile nei generi, diretto dalla regista di Body Odyssey Grazia Tricarico e a cui prederanno parte tutte le autrici dei corti proiettati.
Alle 19.00 si dà spazio al cinema fantastico di Michele Pastrello, che ripercorrerà la sua brillante carriera con tre sue opere che esplorano le suggestioni del fantastico e hanno segnato in maniera particolare il suo percorso artistico. Si inizia con Inmusclâ (2023, 35’), penultimo film di Pastrello ad oggi e tra le sue opere più complesse e suggestive, un viaggio nell’inconscio di una donna che si trasforma in un incubo a occhi aperti. Cjanâl da la Ciline, inverno. Una donna sta per compiere un misterioso viaggio a piedi, in una natura innevata spopolata, glaciale e inospitale. Quello che pare un percorso che la conduce a perdersi, si rivelerà invece un estenuante cammino dentro un’imperscrutabile dimensione che le appartiene. Una dimensione dove ciò che minacciosamente la circonda e la osserva non è quello che sembra. Se volete leggere di più su questo film vi rimandiamo a un nostro approfondimento/recensione (leggi qui).
A seguire, Ultracorpo (2011, 29’), opera coraggiosa e molto cruda che affronta il tema dell’omofobia dal punto di vista di chi sviluppa questo terrificante odio. Lo so. “Loro” credono che io sia un pazzo, un violento. Ma io so che non è così: io li ho visti. Sono nascosti ovunque: nelle strade, nelle città, nelle campagne. Si nascondono nelle fabbriche. Si nascondono persino nelle nostre case. Cercavano di impadronirsi del mio corpo e della mia mente. Ho sentito che dovevo difendermi. Dovevo difendere la legge naturale dell’ordine. Ma lui mi sussurrava: “noi siamo ovunque”. L’attore Diego Pagotto interpreta un idraulico, sentimentalmente e sessualmente frustrato, che vede in un suo cliente omosessuale (Felice C. Ferrara) il male da debellare, un Ultracorpo – come nel film di Don Siegel – che in maniera subdola lo sta “contagiando” e così la sua attrazione latente verso quel “diverso” si trasforma in uno sfogo di violenza, per reprimere l’Ultracorpo che è in lui.
A concludere la retrospettiva, verrà proiettato in anteprima il cortometraggio 1485Khz (2024, 19’), un ritorno al genere puro per Pastrello che si traduce in una suggestiva ghost-story capace di toccare temi di attualità e rilevanza sociale. Una donna addetta alle pulizie si trova vincolata – dal suo bisogno di lavorare – a recarsi a pulire una casa proletaria in un luogo sperduto, in montagna. Prima di lei era stata mandata in loco una collega extracomunitaria, di cui si son perse le tracce. Una volta giunta a destinazione il luogo si rivela sinistro oltre che isolato. Ma il bisogno di portare a casa lo stipendio la condiziona a continuare. La precarietà lavorativa in determinate realtà sociali genera sfruttamento, una condizione che trova un efficace parallelismo nella subordinazione della donna nella società, la stessa subordinazione che possiamo riscontrare in alcuni rapporti che potremmo definire tossici. L’autore condisce queste temi con suggestioni orrorifiche appartenenti al genere ghost-story, fatte di psicofonia, apparizioni spettrali e atmosfere lugubri e mortifere. La costruzione dell’attesa in una storia slow-burning porta a un climax finale terrificante che non lesina in violenza grafica e sa lasciare nello spettatore una sensazione di inquietudine.
I corti saranno presentati e discussi dallo stesso Michele Pastrello e dall’attrice Lorena Trevisan, protagonista di Inmusclâ e 1485Khz.
Alle 21.00 torna protagonista la regista Alessandra Pescetta per presentare in anteprima il suo lungometraggio d’esordio 100 Preludi (2023, 100’). Presenti anche i produttori di Revok Film, gli attori Erica Piccotti e Giovanni Calcagno e parte del cast tecnico e artistico. Mara, una talentuosa violoncellista al Conservatorio italiano, è convinta che per creare musica straordinaria sia necessario un sacrificio personale. Per esprimere il suo genio, decide di isolarsi in una situazione di privazione nella sua casa. Questo la porta a intraprendere un percorso unico e affascinante, culminando in un concerto rivoluzionario che cambierà la sua vita e la percezione della musica stessa.
100 Preludi esplora la vita di una ragazza che attraverso la musica fa un’esperienza totalizzante. In un’epoca in cui tutto si misura col successo personale, Mara in controtendenza è disposta a rinunciare a tutto per misurarsi con sé stessa attraverso la musica. Durante la sua estrema crisi in cui decide di vivere con soli 100 oggetti, si accorge che nessuno è disposto ad ascoltare la sua musica. Il successo senza una ricerca interiore non è nulla e Mara per comprenderlo abbandona ogni certezza e si immerge fiduciosa in una strada buia e tortuosa. Lungo questa ascesa dalle tenebre Mara concepirà un nuovo modo di ascoltare musica che coinvolgerà il suo pubblico in un’esperienza unica e spiazzante.
Il rigore estremo che Mara si impone per vivere nell’essenziale, contrapposto alla volontà del maestro di continuare a riempire il suo spazio, corrisponde al linguaggio del film. Mara nella prima parte è così concentrata su sé stessa, sul suo mondo interiore che non ha possibilità di confronto con quello che le sta intorno. Dal momento in cui Mara fa la scelta estrema di vivere con 100 oggetti le immagini e i silenzi descrivono la ricerca del vuoto interiore. Nel terzo atto, Mara, attraverso la performance, dialoga con lo spazio circostante. Qui a parlare sarà l’architettura, la vegetazione, l’acqua, la terra mostrati come esseri viventi che, attraverso la musica, possono essere interrogati e dare risposte. Da un brillante colore iniziale, cromaticamente il film va sempre più a desaturarsi fino a un completo bianco e nero, a simboleggiare le rinunce della nostra protagonista.
A cura di Roberto Giacomelli
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